Il conflitto nella Striscia di Gaza si è fatto ancora più drammatico. La Chiesa della Sacra Famiglia, l’unico edificio cattolico rimasto nell’enclave palestinese, è stata colpita dai bombardamenti israeliani proprio mentre ospitava sfollati. Un episodio che ha scosso non solo la regione, ma ha acceso un acceso dibattito tra i leader politici italiani.
Attacco Alla Chiesa, morti e feriti tra gli sfollati
Il 7 ottobre 2025, la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza è stata colpita dall’artiglieria israeliana. Dentro c’erano centinaia di persone costrette a scappare dalle proprie case per via della guerra. Il bombardamento ha fatto tre vittime e ha ferito altre nove persone, due delle quali in gravi condizioni. Tra i feriti anche padre Gabriel Romanelli, il parroco argentino che guida la parrocchia: le sue ferite sono lievi.
L’attacco ha suscitato un’ondata di sdegno sia nei territori palestinesi che nel mondo cattolico. Quella chiesa non era solo un luogo di culto, ma anche un rifugio per chi cercava protezione. Purtroppo, quel riparo si è trasformato in un altro teatro di dolore.
La situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. Ospedali, scuole e ora anche chiese vengono colpiti, lasciando dietro di sé una scia di morti innocenti e sfollati in costante aumento. La crisi umanitaria è gravissima, con aiuti che faticano ad arrivare e civili sempre più indifesi.
I pontefici chiedono il cessate il fuoco subito
La notizia dell’attacco è arrivata fino al Vaticano. Papa Francesco si è subito stretto vicino a padre Romanelli, restando in contatto con lui sin dalle prime ore dopo il bombardamento. Il pontefice ha espresso un dolore profondo per quanto accaduto e ha ribadito l’urgenza di fermare la guerra.
Anche papa Leone XIV ha preso posizione, chiedendo un cessate il fuoco immediato e una riconciliazione tra le parti in conflitto. Ha definito la pace l’unica via per evitare altre violenze che colpiscono civili e luoghi sacri. L’attacco alla Chiesa è stato condannato duramente, visto anche come un colpo al senso stesso di convivenza e solidarietà.
Questi appelli arrivano in un momento di forte preoccupazione internazionale. La distruzione di luoghi simbolici come questo va oltre il danno materiale: rappresenta una ferita profonda per tutta la popolazione di Gaza e alza la tensione sul piano diplomatico.
Governo Italiano: parole forti, ma non mancano le critiche
Dopo settimane di silenzio o di posizioni poco chiare, la premier Giorgia Meloni ha finalmente preso parola. In un comunicato ufficiale ha definito “inaccettabili” gli attacchi contro i civili che Israele sta portando avanti da mesi. Ha sottolineato che nulla giustifica la distruzione di ospedali, scuole e ora anche di luoghi di culto. Un messaggio netto, arrivato in un momento delicato per l’Italia sul piano internazionale.
Ma la dichiarazione della premier non ha placato le polemiche. L’opposizione ha criticato duramente la gestione della crisi da parte del governo, accusandolo di essere stato troppo accondiscendente con Israele fino a oggi. Nel dibattito pubblico è tornata d’attualità la domanda su quale ruolo voglia giocare davvero l’Italia in questo conflitto, soprattutto per quanto riguarda i rapporti con Tel Aviv.
Lo scontro social: Di Battista attacca Meloni senza mezzi termini
Il clima in Italia si è surriscaldato ulteriormente dopo l’intervento di Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle. Sul suo profilo social ha attaccato duramente la premier, accusandola di complicità con le politiche israeliane che stanno causando la morte di migliaia di civili palestinesi.
Di Battista ha contestato a Meloni di aver votato contro sanzioni contro Israele e contro lo stop agli accordi con Tel Aviv in Europa. Le sue parole, forti e senza filtri, hanno riacceso la discussione sull’impegno e sulle responsabilità dell’Italia in questa crisi.
Questo scontro è la dimostrazione di quanto la guerra a Gaza stia pesando anche sulla politica interna italiana, mettendo a nudo divisioni profonde. Il caso della Chiesa sotto attacco ha scoperchiato una ferita che tocca non solo la geopolitica, ma anche temi umanitari e culturali molto sensibili.
Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Matteo Bernardi