la causa di LaBella contro la produzione: denuncia per violazioni sul set durante scene di nudità e violenza
La denuncia della stuntwoman LaBella mette in luce gravi violazioni dei protocolli di sicurezza sul set, sollevando interrogativi sulle condizioni di lavoro e il rispetto delle norme da parte della produzione.

Una stuntwoman denuncia gravi violazioni dei protocolli di sicurezza e rispetto sul set durante scene di nudità e violenza, evidenziando mancanze che mettono a rischio i lavoratori e sollevando un acceso dibattito sulle condizioni di lavoro nel settore. - Unita.tv
La denuncia di una stuntwoman coinvolta in una produzione ha acceso i riflettori su pratiche di lavorazione che mettono a rischio sicurezza e rispetto sul set. LaBella, la professionista che ha presentato la causa, racconta di essere stata convocata senza che le fosse comunicato il rifiuto di un’altra attrice coinvolta. Questo episodio ha scatenato un acceso dibattito sui protocolli da rispettare durante riprese delicate, in particolare quelle che prevedono nudità, sesso simulato o scene di violenza.
La chiamata sul set e la sorpresa della stuntwoman
LaBella ha descritto ai giudici e alla stampa un momento difficile sul set. Era stata convocata senza sapere che la collega Hunt, un altro volto coinvolto nelle scene, aveva deciso di lasciare la produzione. “Quel giorno, mi sono ritrovata esposta, senza protezione e profondamente tradita da un sistema che prometteva sicurezza e professionalità”, ha detto la stunt in una nota resa pubblica. L’esperienza, ha aggiunto, le ha cambiato il modo di vivere il lavoro, minando la fiducia nei confronti del settore.
Situazione dietro le quinte
La dichiarazione mette in luce quello che accade troppo spesso dietro le quinte, dove spesso chi lavora nelle scene più complicate viene lasciato solo a gestire situazioni difficili senza il supporto necessario. Un richiamo forte a migliorare condizioni e tutele per chi esegue scene rischiose o particolarmente toccanti.
Leggi anche:
i protocolli di SAG-AFTRA e le presunte violazioni sul set
La causa sostiene che le condizioni delle riprese abbiano infranto gli accordi stabiliti da SAG-AFTRA, il sindacato che protegge attori e professionisti dello spettacolo. Fra questi protocolli, risulta obbligatorio un preavviso di 48 ore prima di qualsiasi scena contenente nudità o sesso simulato. Inoltre, serve il consenso esplicito di chi partecipa.
Gli avvocati della stuntwoman hanno sottolineato che nessuno di questi passaggi è stato rispettato nel caso in questione. La produzione avrebbe agito frettolosamente, senza informare adeguatamente e senza garantire la sicurezza emotiva e fisica di chi era coinvolto nelle riprese.
Impatti delle violazioni
Questo tipo di violazioni non riguardano solo un mancato rispetto formale, ma si traducono in un danno reale per chi lavora sul set, esponendolo a stress e a situazioni che andrebbero gestite con maggiore attenzione e professionalità.
Le condizioni di lavoro durante le scene di nudità e violenza
LaBella ha anche raccontato che il set non era chiuso come richiesto per le scene più delicate. Secondo la denuncia, solo una troupe ridotta dovrebbe essere autorizzata a partecipare durante riprese che mostrano nudità, sesso simulato o violenza, ma in quel caso la scena è stata mostrata su un monitor a molte persone. Chiunque poteva passare e vedere quello che accadeva, senza restrizioni.
La situazione è stata definita inaccettabile dalla stuntwoman e dai suoi legali. Il giorno precedente aveva già preso parte a una scena di stupro, quella però si era svolta con un’intimacy coordinator, figura incaricata di tutelare gli attori durante sequenze così delicate.
Episodio della gonna sollevata
Nella scena oggetto della denuncia, un attore le avrebbe sollevato la gonna con forza, immobilizzandola contro la sua volontà. La condizione sul set è stata quindi diversa rispetto a quella normalmente richiesta per questi episodi, con un chiaro abbassamento degli standard di sicurezza e rispetto.
Le reazioni della stuntwoman e il clima sul set dopo l’episodio
Nonostante il disagio, LaBella ha deciso di continuare a lavorare, almeno fino alla fine delle riprese. Ha raccontato di essersi lamentata con i colleghi durante la lavorazione, ma sentiva comunque il dovere di mantenere un atteggiamento professionale.
Quel senso di obbligo nasconde una realtà nota nel mondo dello spettacolo: chi subisce situazioni di questo tipo spesso si ritrova a dover accettare per non perdere il lavoro o per paura di conseguenze. La denuncia mette in evidenza una zona d’ombra del cinema e della televisione, dove tutele e regole vanno applicate con rigore per evitare che storie simili si ripetano.
Impatto della causa
Questa vicenda rappresenta un caso importante per le discutere delle condizioni di sicurezza e lo svolgimento delle riprese in situazioni delicate e potenzialmente traumatiche per chi lavora sul set. La causa è ormai agli atti e porterà attenzione sui controlli da eseguire dietro la macchina da presa.