Kathy Bates esclusa da un ruolo romantico da garry marshall per il suo aspetto fisico negli anni ’90
Kathy Bates racconta il rifiuto di Garry Marshall per un ruolo romantico in “Frankie e Johnny – Paura d’amare”, evidenziando i pregiudizi estetici che hanno segnato la sua carriera.

Kathy Bates racconta il rifiuto subito da Garry Marshall per un ruolo romantico nel film "Frankie e Johnny", evidenziando come il suo aspetto fisico abbia ostacolato la sua carriera nonostante il talento teatrale. - Unita.tv
La celebre attrice Kathy Bates ha rivelato un retroscena del suo percorso artistico, legato a un rifiuto subito da parte del regista Garry Marshall. Nonostante avesse interpretato con successo il ruolo protagonista a teatro, Marshall non le affidò la stessa parte in un film romantico, sposando l’idea che il suo aspetto non fosse adatto al grande schermo. L’episodio riguarda il film “Frankie e Johnny – Paura d’amare”, uscito nell’89, con Michelle Pfeiffer e Al Pacino. Ecco come si è svolta questa vicenda, e come Kathy Bates ha vissuto quel momento difficile.
Il rifiuto di garry marshall per un ruolo da protagonista romantica
Nel 1987 Kathy Bates conquistò il ruolo protagonista nella versione teatrale off-broadway di “Frankie and Johnny in the Clair de Lune”, una commedia incentrata sulla nascita di un rapporto amoroso tra due personaggi semplici, una cameriera e un cuoco. La sua interpretazione fu apprezzata dalla critica, tanto da ricevere un Obie Award e una nomination ai Drama Desk Award, riconoscimenti importanti per la qualità del suo lavoro.
Nonostante questi successi, quando il regista Garry Marshall si occupò dell’adattamento cinematografico, decise di affidare i ruoli romantici a Michelle Pfeiffer e Al Pacino. Kathy Bates racconta che Marshall non riusciva ad immaginare il pubblico vedere lei in una relazione amorosa sul grande schermo, considerando il suo aspetto poco allineato con gli standard di bellezza convenzionali dell’epoca. La sua esperienza teatrale non bastò a superare quel pregiudizio estetico.
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La recita di Garry Marshall, secondo Bates, fu un vero colpo basso: “Non riusciva a fare il salto mentale per pensare che il pubblico potesse vedermi baciare qualcuno sullo schermo”. La sua immagine fisica rappresentava per il regista un limite insormontabile, più che un problema legato alle capacità recitative o al carisma del personaggio. Questo episodio mostra quanto, per certi ruoli, contasse più l’apparenza che il talento.
Un passato segnato da pregiudizi sull’aspetto fisico
Il rifiuto di Garry Marshall non sorprese troppo Kathy Bates, che ha spiegato come nella sua esperienza molte persone hanno sottovalutato il suo aspetto, spesso paragonandolo a canoni di bellezza classici. La stessa famiglia, in particolare il padre, avrebbe influenzato in qualche modo la percezione che aveva di sé.
Durante un corso di recitazione in Tennessee, il padre di Kathy commentò con l’insegnante che la figlia “non è attraente nel senso convenzionale”. Questo episodio segna una lunga serie di ostacoli legati all’immagine, che l’attrice ha dovuto affrontare in tanti momenti delicati della sua carriera. Quei giudizi esterni hanno lasciato un’impressione profonda, che ha influito anche sulle scelte professionali disponibili.
Ruoli di spessore e cultura hollywoodiana negli anni 80 e 90
Nei decenni successivi, Bates ha dimostrato con ruoli di spessore, da Misery non deve morire ad American Horror Story, che il valore di un artista non si misura solo dall’aspetto esteriore. Eppure, la cultura hollywoodiana degli anni 80 e 90 tendeva a privilegiare mascelle, lineamenti e corporature corrispondenti a un ideale estetico ben definito.
L’ironia è che proprio quell’attrice, ritenuta non adatta a ruoli romatici, in seguito ha segnato la storia del cinema con interpretazioni intense e sfaccettate. Il suo racconto propone una riflessione sulla disparità tra talento e stereotipi legati all’immagine nei prodotti audiovisivi e teatri di quegli anni.
Un episodio doloroso durante la promozione di “Giocando nei campi del signore”
Kathy Bates non ha nascosto i momenti più difficili vissuti a causa di quei preconcetti. In particolare ha ricordato un’intervista del 1991, durante la promozione del film “Giocando nei campi del signore”, dove interpretava la moglie del personaggio di Aidan Quinn.
A quel punto un giornalista rivolse al collega di scena una domanda fuori luogo e offensiva: “Lei è un attore protagonista. È credibile che lei e Kathy siate sposati?”. L’interrogativo espresse in modo diretto e inequivocabile il dubbio sulle sembianze e sull’attrattiva di Kathy Bates, al punto da mettere in discussione la credibilità della loro coppia sullo schermo.
L’attrice confessò di essere rimasta così scossa da quell’episodio da ritirarsi in camera, chiudere la porta a chiave e piangere per lungo tempo. L’umiliazione palpabile in quel momento racconta quanto la pressione sul suo aspetto fisico potesse influire anche sul suo equilibrio emotivo e professionale.
Questa domanda salta agli occhi come testimonianza di una mentalità ancora forte a quel tempo nel mondo del cinema, dove la forma esteriore pesava più dell’interpretazione. Il dolore per questa scoperta, insieme al rifiuto da parte di Marshall, rimane un capitolo cruciale nella carriera di Kathy Bates.
Il contesto del film “Frankie e Johnny – paura d’amare” e le scelte di casting
“Frankie e Johnny – Paura d’amare” racconta la storia di un ex detenuto, cuoco in una tavola calda di New York, che inizia una relazione con una cameriera. Il film, diretto e prodotto da Garry Marshall, uscì nel 1991, presentando Al Pacino e Michelle Pfeiffer come protagonisti.
Prima dell’adattamento cinematografico, il ruolo di Johnny era stato interpretato a teatro da attori come F. Murray Abraham e Kenneth Walsh. L’attenzione al casting dimostra il percorso complesso che un’opera teatrale può affrontare prima di arrivare sul grande schermo.
Marshall preferì volti con un’immagine più classica per natura o già consolidata come volti romantici, lasciando fuori chi, pur capace, non corrispondeva a certe aspettative. Questa scelta rifletteva anche il modo in cui l’industria cinematografica preferiva presentare le relazioni amorose con protagonisti su standard estetici precisi.
La messa in scena di quel film contribuì a consolidare la carriera di Pfeiffer e Pacino, ma lasciò fuori Kathy Bates da un ruolo che aveva già interpretato a lungo su un palcoscenico rilevante. Un chiaro esempio di come Hollywood continuasse a giudicare le attrici più per l’immagine che per le capacità, un limite che ancora oggi alimenta discussioni sulla diversità e la rappresentazione sullo schermo.