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Jodie foster a cannes 2025: tra francese, riflessioni personali e un ruolo insolito in vie privée di rebecca zlotowski

Jodie Foster torna a Cannes nel 2025 con “Vie privée”, un film di Rebecca Zlotowski che esplora temi personali e professionali, segnando un’importante tappa nella sua carriera di attrice.

"Vie Privée" (A Private Life) Red Carpet - The 78th Annual Cannes Film Festival

Jodie Foster torna a Cannes 2025 con "Vie privée" di Rebecca Zlotowski, interpretando un ruolo inedito in francese che riflette una nuova fase personale e artistica, confermando la sua versatilità e presenza nel cinema internazionale. - Unita.tv

Jodie Foster torna a Cannes nel 2025 con “Vie privée” di Rebecca Zlotowski, un film che mescola generi e conferma la sua versatilità dopo oltre cinque decenni di carriera. A 62 anni, l’attrice americana continua a sorprendere con un ruolo inedito e una performance in lingua francese, legata anche a un percorso personale e artistico particolare. Il suo ritorno alla Croisette non è solo una celebrazione degli anni passati, ma una conferma di una presenza solida e complessa nel cinema internazionale.

La carriera di jodie foster e il ritorno alla croisette dopo quasi mezzo secolo

La presenza di Jodie Foster a Cannes nel 2025 segna un capitolo importante nella sua lunga carriera iniziata da bambina. Era il 1976 quando arrivò per la prima volta al festival francese, partecipando con “Bugsy Malone” e “Taxi Driver”, quest’ultimo vincitore della Palma d’Oro. Da allora, la Foster si è costruita una reputazione che va ben oltre il semplice ruolo di star hollywoodiana.

Nel 2025, alla soglia dei 63 anni, la sua accoglienza nella sala del festival è stata calorosa e prolungata. Il pubblico ha reagito con un applauso che ha emozionato anche lei, abituata a questi momenti ma ancora capace di trasmettere una presenza magnetica. Il film presentato, “Vie privée”, non è un’operazione commerciale ma un lavoro più intimista, con toni da commedia e thriller, mostrando una Jodie Foster nuova e inaspettata.

L’evento dimostra come una carriera così lunga possa ancora offrire spunti interessanti. L’attrice ha mostrato una certa leggerezza, senza rinunciare a profondità e sfumature che hanno caratterizzato il suo lavoro in decenni di cinema. Cannes, con la sua atmosfera particolare, rimane uno dei luoghi dove gli interpreti come lei trovano spazi per esprimersi oltre le formule collaudate.

Vie privée: un personaggio che riflette anche la vita della foster

In “Vie privée” Jodie Foster interpreta Lilian Steiner, una psicoanalista che si mette sulle tracce di una paziente apparentemente suicida. Il personaggio si sposta dal razionale allo scetticismo, alla curiosità verso l’ipnosi e la reincarnazione, superando limiti personali e professionali. Questo viaggio interiore coincide con una trasformazione del personaggio, segnato da scoperte non traumatiche ma significative.

La sceneggiatura ha convinto subito Foster, soprattutto per la concretezza del personaggio, una donna alla sua età che si sente bloccata e trova ancora spazio per scoprire altre verità. Nel film, il riflesso di questa crisi è evidente, con momenti di crisi e di leggerezza intrecciati, che rendono Lilian un ruolo sfaccettato e intrigante.

Il rapporto tra la protagonista e gli altri personaggi, in particolare l’ex marito interpretato da Daniel Auteuil con cui si accorda per seguire l’indagine, aggiunge spessore al racconto. Questa interazione offre una trama che va oltre il semplice thriller psicologico e si fa occasione per esplorare rapporti umani e dubbi personali.

Il legame con la lingua francese e il cinema europeo

Jodie Foster ha un legame consolidato con la lingua e la cultura francese, iniziato fin da bambina grazie alla madre, grande appassionata della cultura francofona. Ha frequentato il Lycée Français a Los Angeles e parla con disinvoltura, tanto da riuscire ad affrontare ruoli in francese, anche se non sempre complessi.

Nel film di Zlotowski, invece, la recitazione in francese è centrale e le ha permesso di scoprire un lato diverso di sé. Foster ha raccontato che nel parlare francese assume una voce più acuta e una sicurezza minore, situazioni che creano un personaggio nuovo rispetto a quelli del cinema americano. Questa difficoltà contribuisce a un’interpretazione più autentica, meno costruita sulle sicurezze sviluppate in anni di lavoro in inglese.

L’attrice ha anche fatto una riflessione sulle commedie americane, spesso poco profonde secondo lei. Pur apprezzando alcune come “Maverick”, ha spiegato di preferire pellicole con una nota di intelligenza e ironia, caratteristiche meno frequenti nei lavori comici statunitensi. La sfida in “Vie privée” è stata anche quella di mixare toni diversi, ritrovando un equilibrio che solo la lingua francese sembra offrire ai suoi occhi.

Dinamiche di lavoro e rapporti sul set con daniel auteuil e rebecca zlotowski

Sul set di “Vie privée” Jodie Foster ha trovato una sintonia immediata con Daniel Auteuil, definito come un “fratello” e un alter ego. I due hanno instaurato un legame rapido e profondo, tanto da sembrare colleghi di lungo corso più che estranei. L’attore e regista francese ha sottolineato di seguire da sempre la carriera di Foster, fin dagli anni di “Taxi Driver”, riconoscendola come una figura familiare.

Anche Rebecca Zlotowski ha espresso un’ammirazione sincera per l’attrice, raccontando di averla desiderata sin dal debutto nel suo cinema, ormai 15 anni fa. Questa collaborazione nasce da un rispetto reciproco e dalla volontà di raccontare storie personali e complesse. Foster si è detta entusiasta di lavorare con una giovane regista che crede nel valore di narrazioni intime e approfondite.

Nelle dichiarazioni emerse durante la conferenza stampa, emergesse anche il desiderio dell’attrice di ruoli meno centrati su di sé e più attenti alle storie degli altri. Questo cambia il suo approccio artistico: ora preferisce sostenere i colleghi e lasciar spazio ad altre voci, tenendo un ruolo che si fa da dietro le quinte. Un aspetto importante considerando una carriera tanto lunga.

Riflessioni personali sui cambiamenti della vita e della professione

Jodie Foster ha parlato anche delle difficoltà legate all’invecchiamento, un tema caro a molti attori e attrici di oggi. Ha spiegato che i cinquanta anni sono stati un momento difficile, con il confronto con una versione di sé percepita come meno attraente o meno brillante. A un certo punto, però, si è svegliata e ha deciso di guardare alle priorità in modo diverso.

Il cambiamento nelle relazioni con i figli, i genitori, e il divorzio, ha segnato una fase di grandi trasformazioni personali. Questi passaggi, per quanto duri, hanno portato anche una nuova forma di libertà. La perdita delle vecchie identità familiari ha lasciato spazio al “solo io”, una condizione di maggiore autonomia che Jodie Foster ha imparato a vivere senza rimpianti.

Con questo nuovo atteggiamento, ha trovato anche una diversa leggerezza nel suo modo di lavorare e di essere sul set. Questa prospettiva: una nuova mezza età scandita da riflessioni profonde e una maggiore accettazione, si riflette nei film che sceglie e nelle interpretazioni che offre. È un momento di passaggi, che sta raccontando con una onestà rarefatta.