Jeff Daniels, attore celebre per serie come The Newsroom, non ha trattenuto la sua critica verso chi ha sostenuto Donald Trump. In un’intervista al podcast “The Best People” condotto da Nicolle Wallace su MSNBC, Daniels ha puntato il dito contro gli elettori del presidente uscente, mettendo in luce le conseguenze economiche delle sue politiche.
Daniels attacca i fan di Trump: “Spero che paghino il prezzo dei dazi“
Parlando con Nicolle Wallace, Daniels si è detto apertamente deluso dai sostenitori di Trump. Ha detto loro, senza mezzi termini, che potrebbero ritrovarsi a perdere soldi per colpa delle politiche adottate durante il secondo mandato del presidente. Secondo l’attore, chi ha votato Trump dovrebbe fare i conti con i danni economici causati, soprattutto dai dazi imposti sull’importazione di beni.
Non si è limitato a parole di circostanza. Daniels ha citato l’aumento dei prezzi quotidiani, il caro spesa sui prodotti essenziali e l’incremento dei costi per articoli come le automobili. Tutto, a suo avviso, legato alle scelte tariffarie di Trump. Ha puntato il dito contro il presidente, ritenendolo il solo responsabile delle difficoltà che oggi pesano sulle famiglie, anche quelle tradizionalmente vicine al Partito Repubblicano.
Dazi, rincari e promesse mancate: il duro j’accuse di Daniels
L’attore ha spiegato che i dazi voluti da Trump si traducono in prezzi più alti per i cittadini. Ha portato esempi concreti, come il costo delle uova e di altri generi alimentari, che anziché diminuire sono saliti proprio dopo le politiche protezioniste. Definendo Trump un “venditore di olio di serpente“, Daniels ha messo sotto accusa le promesse non mantenute e l’illusione venduta a chi ha creduto nel suo programma economico.
Nel confronto con Wallace, si è parlato anche delle ricadute sociali di queste misure. L’aumento dei prezzi non pesa solo sulle tasche, ma coinvolge intere comunità. Per molte famiglie, ha sottolineato Daniels, è diventato difficile gestire il bilancio domestico. Questa situazione di disagio, secondo lui, dovrebbe spingere gli elettori a mettere in discussione le scelte fatte in passato.
Oltre l’economia: Daniels denuncia il declino dei valori in America
Non solo questioni economiche. Daniels ha parlato anche di un calo generale di decenza e rispetto nel Paese durante gli anni di Trump alla Casa Bianca. Ha rimarcato la scomparsa del rispetto per le istituzioni e la diffusione di comportamenti aggressivi e offensivi, soprattutto sui social. Per l’attore, il clima politico e sociale si è fatto più tossico, vanificando i progressi cercati dalle generazioni precedenti.
La sua delusione è palpabile: la politica americana ha normalizzato insulti e atteggiamenti da bullo verso avversari e cittadini comuni. In questa luce, Trump non sarebbe solo un problema politico, ma il simbolo di un degrado civile. Daniels ha ribadito la necessità di scegliere leader migliori, ma ha sottolineato come oggi si stia assistendo al peggio non solo dell’America, ma dell’essere umano in generale.
Il nuovo progetto di Daniels: Ronald Reagan e la Guerra Fredda in tv
Negli ultimi anni Daniels ha lavorato a progetti importanti, come la serie Netflix A Man in Full. Ora è sul set di Reykjavik, un dramma politico che lo vede nei panni di Ronald Reagan, il 40° presidente degli Stati Uniti. La serie racconta gli incontri storici tra Reagan e Mikhail Gorbachev in Islanda, un momento chiave durante la Guerra Fredda.
Accanto a lui, Jared Harris interpreta Gorbachev, mentre J.K. Simmons è George Shultz, segretario di Stato. Reykjavik mira a far rivivere l’atmosfera di quel fine settimana cruciale, con i confronti e le decisioni che hanno tenuto il mondo sul filo del rasoio nucleare. Per Daniels, questo ruolo segna un passo importante, aggiungendo una nuova sfumatura alla sua carriera come attore impegnato in ruoli storici e politici.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Elisa Romano