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Jamie Lee Curtis racconta l’intervento di chirurgia plastica a 25 anni dopo il rifiuto sul set

Jamie Lee Curtis racconta il suo primo intervento di chirurgia plastica, scaturito da un rifiuto sul set di Perfect, e condivide le conseguenze emotive e la lotta contro la dipendenza da oppiacei.

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Jamie Lee Curtis racconta come un rifiuto sul set negli anni ’80 l’abbia spinta alla chirurgia plastica, un’esperienza che ha generato rimpianti e una lotta con la dipendenza da oppiacei, superata grazie a 26 anni di sobrietà e a un impegno attivo nel supporto sul lavoro. - Unita.tv

Jamie Lee Curtis ha condiviso dettagli sul momento in cui ha deciso di sottoporsi per la prima volta a un intervento di chirurgia plastica. L’attrice ha raccontato che tutto è iniziato quando un direttore della fotografia si è rifiutato di filmarla perché non gradiva il suo aspetto. Quella scelta, fatta in gioventù, le ha lasciato rimpianti che condivide ancora oggi. L’episodio si lega a un film degli anni ’80 e ha segnato un punto di svolta nella sua vita privata e professionale.

Il rifiuto sul set e i primi passi verso la chirurgia plastica

Nel 1985, durante le riprese di Perfect, film diretto da James Bridges e con John Travolta, Jamie Lee Curtis ha vissuto una situazione che l’ha profondamente colpita. Il direttore della fotografia le ha detto che non avrebbe potuto filmarla quel giorno a causa degli occhi gonfi. Curtis aveva 25 anni e quella frase l’ha imbarazzata molto. Quel rifiuto sul set ha spinto l’attrice a fare un intervento di chirurgia plastica, una decisione presa quasi d’impulso dopo la fine delle riprese.

L’impatto sull’immagine personale e professionale

Jamie Lee Curtis ha spiegato che per lei, come attrice, il suo aspetto era fondamentale e quel commento le è sembrato una ferita difficile da superare. Quel ruolo, in cui interpretava un’istruttrice di aerobica che si trova coinvolta nelle indagini di un giornalista, ha rappresentato un momento molto importante professionalmente. Ma l’esperienza dietro le quinte ha cambiato la sua visione di sé e del proprio corpo.

Le conseguenze dell’intervento e il pentimento duraturo

L’intervento a cui si è sottoposta Jamie Lee Curtis non è andato come sperava. Ha detto chiaramente che a quell’età, 25-26 anni, non sarebbe dovuto accadere. Quel ritocco non ha portato alcun beneficio duraturo, anzi, ha provocato un senso di rimpianto che l’attrice porta con sé ancora oggi. La sensazione di aver sbagliato si è intensificata specialmente negli anni successivi, quando è diventata una figura pubblica che sostiene fortemente le donne a accettarsi per come sono.

La lotta con la dipendenza da oppiacei

Ha poi raccontato di aver affrontato un momento complicato segnato dall’uso di antidolorifici dopo l’operazione. Questi farmaci l’hanno portata a diventare dipendente dagli oppiacei, con un impatto serio sulla sua vita privata. La sua riservatezza e la natura silenziosa si sono acuite in quel periodo difficile, svelando le ombre che possono nascondersi dietro la pressione dell’immagine pubblica.

Il percorso verso la sobrietà e l’impegno concreto

Dopo anni trascorsi in lotta con la dipendenza, Jamie Lee Curtis è diventata sobria da 26 anni. In diverse interviste ha condiviso senza reticenze il suo cammino verso la ripresa, sottolineando come la sobrietà le abbia permesso di affrontare meglio il suo lavoro e la vita quotidiana. Non a caso, negli ambienti cinematografici si è impegnata anche creando spazi di supporto per chi attraversa difficoltà simili.

Iniziative di supporto sul set

Nel 2019 ha dichiarato che portare con sé il sostegno alla sobrietà è diventato parte integrante dei suoi set. Ha raccontato di aver organizzato incontri quotidiani per la sua “riunione di recupero” direttamente nella roulotte vicino al catering, tenendo la porta aperta a chiunque volesse unirsi. Questa iniziativa ha rappresentato un modo per trasformare quel dolore passato in una rete di aiuto, dimostrando che anche dietro una carriera di successo può esserci un percorso fatto di sfide personali intense.