Superman si prepara a sorprendere il pubblico con una scena dopo i titoli di coda che rifiuta gli schemi tipici del Marvel Cinematic Universe. James Gunn, regista noto per i Guardiani della galassia, ha chiarito come intende evitare gli errori fatti in passato, offrendo un approccio nuovo e più mirato a questo tipo di sequenze.
James gunn e la riflessione sulle scene dopo i titoli di coda
Gunn ha spiegato in un’intervista rilasciata a Entertainment Weekly che la sua esperienza con Marvel lo ha portato a ripensare l’uso delle scene post-credits. In particolare, cita un esempio preciso tratto da Avengers: Endgame: la scena in cui Thor, interpretato da Chris Hemsworth, sale a bordo della nave Milano per unirsi ai Guardiani della galassia, un’idea che lui stesso aveva fortemente osteggiato nelle note di sceneggiatura. Gunn ha sottolineato di non aver mai sentito il personaggio di Thor come adatto a quel contesto e ha rivelato la sua perplessità nel dover integrare quel suo ruolo in una squadra così diversa.
La riflessione nasce proprio dal tentativo di evitare imposizioni che limitano la libertà narrativa. Il regista desidera evitare scene post-credits che sembrano costruite solo per creare collegamenti futuri a tutti i costi, a scapito della coerenza della storia e dei personaggi coinvolti.
Il peso delle scene post-credits nel modello marvel
Le scene dopo i titoli di coda nel mondo Marvel sono ormai diventate un marchio di fabbrica, spesso utilizzate per lanciare nuovi personaggi o anticipare sviluppi futuri nel franchise. Questo tipo di finali obbliga a una certa rigidità nelle trame, perché presto diventa necessario giustificare e costruire intorno a quei ganci per non deludere le aspettative del pubblico.
James Gunn ha in proposito ammesso di aver fatto qualche errore che ha pagato in termini narrativi, come l’introduzione di Adam Warlock in Guardiani della galassia Vol. 2 attraverso una scena post-credits non completamente progettata in origine. Il personaggio, interpretato da Will Poulter, era stato anticipato solo in quella sequenza breve, ma ha avuto un ruolo molto più approfondito solo in Guardiani della galassia Vol. 3.
Questa strategia poco pianificata ha creato difficoltà nel riuscire a incastrare con naturalezza Adam Warlock nella linea narrativa principale, come racconta il regista: sentirsi obbligato a inserire elementi solo per mantenere le promesse fatte al pubblico, come in una scena finale, può diventare un vincolo più che un’opportunità.
L’esempio della scena divertente e meno impegnativa nei guardiani
Tra tutte le scene post-credits firmate da Gunn, quella più apprezzata resta quella del primo Guardiani della galassia, che introduce humor e leggerezza con il personaggio di Howard il papero. Qui il finale non cerca di costruire collegamenti strategici per il futuro, ma offre un momento di sorpresa e divertimento che arricchisce il film senza soffocare la storia.
Proprio questo modello sarà seguito dal regista nel caso della scena post-credits di Superman. Gunn ha dichiarato di non voler inserire un finale rivolto solo a creare tensione per il sequel, a meno che non riesca a farlo con efficacia e coerenza con la storia raccontata.
Cosa aspettarsi dalla scena post-credits di superman
Il film di Superman, in uscita nelle sale italiane il 9 luglio, conterrà dunque una scena dopo i titoli di coda che promette di differenziarsi nettamente dai modelli Marvel. Non sarà un gancio indiretto per il prossimo capitolo, ma una sequenza pensata per completare l’esperienza del film, senza pressioni esterne o eccessive premesse per il seguito.
Gunn invita il pubblico a scoprire direttamente in sala come ha scelto di gestire questa particolare componente del film, svelando così anche il suo tentativo di rinnovare un formato diventato, negli ultimi anni, un vero standard ma spesso abusato. Questa scelta segna un passo importante per il tipo di narrazione che il regista vuole proporre, meno legata a spin-off obbligati, più libera.
Tra qualche mese, dopo l’uscita nelle sale, si potrà finalmente valutare se questa nuova visione avrà convinto o meno il pubblico abituato a scene post-credits piene di colpi di scena e promesse future. Gunn ha scelto di cambiare registro, e farà vedere cosa si può fare con una scena finale pensata prima di tutto per il presente del film, non per il suo futuro.