Isabella Ferrari, attrice di spicco nel panorama cinematografico e televisivo italiano, ha vissuto una carriera costellata di successi, ma anche di momenti di grande difficoltà . In un’intervista rilasciata a La Stampa, ha condiviso le sue esperienze, rivelando come il suo percorso professionale sia stato influenzato dal cambiamento della sua immagine e dalla percezione del pubblico. La sua storia è un esempio di resilienza e determinazione, che merita di essere raccontata.
Un momento di crisi professionale
Isabella Ferrari ha affrontato un periodo particolarmente complesso nella sua carriera, durante il quale le proposte di lavoro sembravano essersi esaurite. L’attrice ha descritto questa fase come dolorosa, sottolineando che il suo corpo stava cambiando e che non era più vista come la donna seducente di un tempo. “Non mi arrivavano più offerte, per un attore è complicato, si vive sempre in attesa della prossima parte”, ha dichiarato. Questo passaggio ha segnato un momento di riflessione per lei, che ha dovuto confrontarsi con l’idea di invecchiare e con il fatto che il cinema spesso penalizza le donne in base all’età .
Nonostante le difficoltà , Isabella ha cercato di distaccarsi dall’immagine di donna seducente che il pubblico si aspettava. Ha scelto ruoli che le permettessero di esplorare altre sfaccettature della sua personalità , affermando: “Noi donne in questo cinema dobbiamo sempre fare i conti con l’età ”. Questa consapevolezza l’ha portata a cercare opportunità che le consentissero di esprimere la sua versatilità artistica, allontanandosi dai cliché imposti dal settore.
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La decisione di lasciare “Distretto di Polizia”
Uno dei ruoli più iconici di Isabella Ferrari è stato quello di Giovanna Scalise in “Distretto di Polizia“, una serie che ha riscosso un enorme successo e l’ha resa famosa al grande pubblico. Tuttavia, la decisione di abbandonare il suo personaggio, nonostante il successo, ha sorpreso molti. “Se avessi continuato mi sarei arricchita, ma a quel punto avevo di nuovo voglia di un’altra pelle”, ha spiegato l’attrice.
Ferrari ha voluto evitare di diventare un’icona fissa, un “commissario d’Italia”, come lei stessa ha detto. Sebbene il lavoro nella serie le avesse dato molte soddisfazioni, la sua necessità di esplorare nuovi orizzonti artistici l’ha spinta a lasciare il set. “Magari un altro anno avrei potuto pure farlo”, ha aggiunto, ma il desiderio di provare nuove esperienze era più forte.
Incontri significativi e crescita personale
Isabella Ferrari ha avuto la fortuna di lavorare con registi di grande talento, che hanno contribuito a formare la sua carriera. Tra questi, Ettore Scola, con il quale ha recitato in “Romanzo di un giovane povero“. Ricorda con affetto un momento particolare sul set, quando Scola le disse di partire da se stessa e di pensare a sua madre prima di affrontare un lungo monologo. Questo consiglio ha avuto un impatto significativo sulla sua interpretazione e sulla sua crescita come attrice.
Dino Risi, un altro grande regista, ha avuto un approccio più diretto e provocatorio, come testimonia Isabella: “Urlava con il megafono ‘sei la più cagna’ e poi, un attimo dopo, ‘sei la più bella’”. Queste esperienze, sebbene difficili, hanno rappresentato per lei un’opportunità di apprendimento e di crescita. Oggi, riflettendo su quel periodo, Isabella si sente una sopravvissuta, grata per le sfide affrontate e per i registi che hanno reso la sua carriera così prestigiosa.
La sua storia è un esempio di come, nonostante le difficoltà e le pressioni del settore, sia possibile reinventarsi e continuare a brillare nel mondo dello spettacolo.