
L'articolo racconta le tensioni interne all'Inter prima della finale di Champions League, causate dall'incontro segreto di Simone Inzaghi con il club saudita Al Hilal e il suo tentativo di coinvolgere giocatori chiave nel progetto, tutti rifiutati, che ha alimentato incertezze sul futuro dell'allenatore. - Unita.tv
Le settimane che hanno anticipato la sconfitta pesante contro il PSG nella finale di Champions League hanno mostrato un clima interno all’Inter tutt’altro che tranquillo. Voci insistenti su un possibile addio di Simone Inzaghi avevano già avuto spazio tra i corridoi del club. Questi segnali si sono trasformati in fatti concreti dentro lo spogliatoio e nelle strategie del tecnico.
L’incontro con il club saudita che ha scosso lo spogliatoio dell’inter
Il giorno prima della partita decisiva, Simone Inzaghi avrebbe parlato con emissari dell’Al Hilal, uno dei club più ricchi e ambiziosi dell’Arabia Saudita. La notizia è trapelata da fonti vicine alla società saudita e ha creato fermento tra i tifosi e all’interno dell’organico nerazzurro. Questo incontro ha alimentato il sospetto che Inzaghi stesse valutando un futuro lontano da Milano, un’eventualità che fino a quel momento si poteva solo immaginare.
Questa mossa ha sorpreso non solo chi segue le vicende esterne al club ma soprattutto i giocatori più esperti e i leader dello spogliatoio. In effetti, la gestione di Inzaghi nel corso di quelle ore intense sembra essere stata condizionata da un tentativo di preparare un nuovo progetto professionale.
La proposta di inzaghi ai senatori dell’inter: tentativo di portare bastoni e barella in arabia
Il passaggio più delicato riguarda il tentativo di coinvolgere alcuni dei protagonisti più rappresentativi dell’Inter nel progetto dell’Al Hilal. Inzaghi avrebbe parlato con Alessandro Bastoni e Nicolò Barella, due pilastri del centrocampo e della difesa nerazzurra. La prospettiva avanzata era quella di seguirlo in Arabia Saudita per costruire un gruppo forte e italiano anche fuori da Milano.
Bastoni ha risposto con un rifiuto netto e immediato. Barella ha declinato l’offerta con fermezza, mantenendo però un atteggiamento più composto e diplomatico. Anche Francesco Acerbi è stato coinvolto in queste discussioni, ma ha preferito restare fedele al club milanese. Il tentativo di Inzaghi si è quindi interrotto a causa del mancato consenso dei giocatori chiave, il che ha aumentato la tensione nell’ambiente della squadra.
Segnali di tensione prima della finale: le reazioni di barella e inzaghi
Il clima teso si è percepito anche nelle dichiarazioni prepartita. Nicolò Barella, quando ha risposto alle domande sul futuro dell’allenatore, ha mostrato un sorriso non semplice da interpretare, a metà strada tra imbarazzo e una certa rassegnazione. L’atteggiamento del centrocampista ha dato voce a quello che si respirava dietro le quinte.
Dal canto suo, Inzaghi si è mantenuto su un tono diplomatico, rimandando qualsiasi discussione futura alla conclusione della sfida contro il PSG. Ha anche ammesso di avere offerte importanti, compresa quella dall’Arabia Saudita, ma ha scelto di focalizzarsi sulla partita: “Parleremo dopo, come sempre, pensando al bene dell’Inter”. Questa dichiarazione ha lasciato intuire che la situazione fosse tutt’altro che definita, riflettendo la complessità del momento vissuto dal club.