Incidente mortale a pinarella di cervia: lerry gnoli investe ed uccide una donna con una ruspa durante lavori di livellamento
Tragedia a Pinarella di Cervia: Lerry Gnoli è indagato per omicidio colposo dopo la morte di Elisa Spadavecchia, sollevando interrogativi sulla sicurezza nell’uso di mezzi pesanti in aree pubbliche.

La tragedia a Pinarella di Cervia ha causato la morte di Elisa Spadavecchia durante lavori con una ruspa, con l’imprenditore Lerry Gnoli indagato per omicidio colposo e aperto un dibattito sulla sicurezza nei cantieri pubblici. - Unita.tv
La tragedia sulla spiaggia di Pinarella di Cervia ha fermato la comunità locale e acceso il dibattito sulla sicurezza nell’uso di mezzi pesanti in zone pubbliche. Lerry Gnoli, un imprenditore con una lunga esperienza, è indagato per l’incidente che ha causato la morte di Elisa Spadavecchia, una donna di 66 anni. L’episodio, avvenuto durante un’operazione di manutenzione della spiaggia, ha sollevato questioni legate alle responsabilità, ai controlli sul lavoro e alle condizioni in cui si svolgevano le attività.
Chi è lerry gnoli e quale ruolo aveva all’interno dei lavori sulla spiaggia
Lerry Gnoli, 54 anni, è un imprenditore originario di Cesena, residente a Montaletto di Cervia. Da più di 35 anni gestisce una ditta specializzata nell’utilizzo di macchinari per il movimento terra, come le ruspe. Per conto della cooperativa Bagnini di Cervia e delle colonie di Pinarella, Gnoli si occupava regolarmente del livellamento e della manutenzione della spiaggia, attività indispensabili per mantenere le concessioni demaniali in ordine. Durante l’operazione in cui si è verificata la tragedia, stava utilizzando una ruspa per sistemare e lisciare la sabbia.
Nonostante la sua lunga esperienza, Gnoli è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. L’episodio ha riaperto il dibattito sul suo profilo professionale e sui protocolli di sicurezza adottati durante questi lavori. La sua storia contiene inoltre riferimenti a un precedente simile, che ha aggravato l’opinione pubblica e la fiducia della comunità.
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Dinamica dell’incidente e primo intervento sul luogo
L’incidente si è verificato il 24 maggio 2025, mentre Gnoli era impegnato nel rincalzo di una torretta di salvataggio posta sulla battigia. Dopo aver posizionato la ruspa, l’uomo ha imboccato una manovra di retromarcia con l’obiettivo di lisciare la sabbia appena lavorata. In quel momento, Elisa Spadavecchia si trovava davanti a lui, con lo sguardo rivolto al mare, intenta a utilizzare il cellulare e quindi non visibile.
Gnoli ha riferito che “non si è accorto della sua presenza fino al momento dell’impatto”. La donna era chinata e fuori dalla sua visuale diretta. Subito dopo l’impatto, l’imprenditore ha chiamato i soccorsi e ha prestato assistenza, manifestando grande dispiacere per l’accaduto. Purtroppo, le condizioni di Elisa Spadavecchia sono risultate incompatibili con la sopravvivenza e la tragedia si è consumata poco dopo.
Sicurezza sul lavoro e controversie emerse dopo l’incidente
La vicenda ha fatto emergere dubbi sulla formazione e sulle autorizzazioni necessarie per chi opera con mezzi come la ruspa. Gnoli ha sottolineato di “non avere bisogno di patente specifica per condurre quel tipo di macchina”, in quanto considerata idonea all’uso senza licenza in ambito lavorativo. Questa affermazione ha riaperto il dibattito su quali regole debbano essere applicate nella manutenzione di aree accessibili al pubblico.
I familiari e la comunità hanno espresso preoccupazioni sull’effettiva sicurezza durante questi lavori, in particolare per la presenza di pedoni o turisti nelle zone di attività. La rivelazione di un precedente incidente simile, in cui Gnoli aveva causato un’altra morte, ha ulteriormente agitato gli animi. Il confronto si è spostato sulle modalità di controllo di questi operatori e sulla necessità di regolamentazioni più stringenti, per limitare simili tragedie.
Risposte legali e indagini in corso coordinate dalla procura di ravenna
La difesa di Gnoli, affidata all’avvocato Vittorio Manes, ha descritto l’incidente come “un evento drammatico, senza intenzioni criminali”, e ha spiegato che il suo assistito è sconvolto per ciò che è successo. Nonostante l’accusa di omicidio colposo, Gnoli ha ottenuto il rilascio senza misure cautelari, con una denuncia a piede libero.
La procura di Ravenna ha affidato il coordinamento delle indagini ai carabinieri della compagnia di Cervia, sotto la guida del pubblico ministero Lucrezia Ciriello. L’inchiesta si concentra nella ricostruzione dettagliata della dinamica e nella verifica delle condizioni di sicurezza adottate durante l’attività. Viene anche esaminato il profilo professionale di Gnoli e le eventuali responsabilità derivanti da precedenti eventi.
Impatto sulla comunità di cervia e reazioni della famiglia della vittima
La spiaggia di Pinarella rappresenta uno dei principali luoghi turistici della zona e la tragedia ha scosso profondamente le persone che frequentano il litorale. L’evento ha messo in evidenza la necessità di garantire condizioni più sicure nelle aree dove operano macchinari pesanti, specie se accessibili ai cittadini e ai vacanzieri.
La famiglia di Elisa Spadavecchia ha ricevuto le condoglianze ufficiali da parte di Gnoli e della comunità locale, ma parallelamente si sono levate richieste molto precise di chiarezza e di responsabilità. Molti hanno chiesto alla cooperativa e agli enti coinvolti di rivedere i protocolli di sicurezza e di rafforzare i controlli per evitare incidenti simili. L’episodio ha riflessi anche al livello nazionale, dove si discute della sicurezza sul lavoro e delle procedure per i lavori in ambienti aperti al pubblico.
Le norme giuridiche e le responsabilità nelle attività con macchine operatrici
Ai sensi della legge italiana, chi guida macchinari pesanti deve rispettare una serie di disposizioni volte a tutelare la sicurezza sia degli operatori che delle persone nelle vicinanze. L’utilizzo di ruspe e simili richiede protocolli rigorosi, come aree delimitate e segnalate, percorsi protetti e formazione adeguata. Non basta l’assenza dell’obbligo di patente per esentare l’operatore da ogni responsabilità.
L’inchiesta prende anche in esame la congruità degli strumenti di prevenzione previsti dal datore di lavoro e dai committenti. La presenza di incidenti precedenti nel curriculum dell’operatore alimenta l’esigenza di verifiche più severe e di eventuali limiti in chi deve condurre i mezzi. La vicenda mette in luce la delicatezza di combinare attività industriali con la frequentazione di spazi pubblici e richiama l’attenzione sulle misure necessarie a salvaguardare la vita umana.
L’indagine andrà avanti per chiarire i fatti e stabilire le responsabilità, con l’obiettivo di evitare che episodi così drammatici si ripetano nel futuro.