L’incidente del volo Air India partito da Ahmedabad e diretto a Londra ha causato oltre 240 morti. Un mayday lanciato dalla cabina pochi istanti prima dell’impatto, poi il silenzio. In questo articolo scopriamo chi erano il comandante e il copilota, come si è svolto il decollo anomalo e perché questo Boeing 787 Dreamliner ha sorpreso gli esperti.
Pochi secondi prima di schiantarsi, la cabina di pilotaggio ha lanciato un segnale di emergenza: un mayday disperato. È stato l’ultimo messaggio ricevuto dalla torre di controllo dell’aeroporto di Ahmedabad. Dopo quel grido d’aiuto, nessuna risposta è arrivata più dalla cabina.
Secondo le prime ricostruzioni, uno dei due piloti avrebbe afferrato il microfono proprio in quei momenti finali per tentare una comunicazione urgente. Ma non c’è stata spiegazione né chiarimento sul motivo del disastro imminente.
La dinamica del decollo insolito del boeing 787 dreamliner
Il volo aveva appena iniziato la sua corsa quando qualcosa è andato storto. Il Boeing 787 Dreamliner ha impiegato circa quattro secondi per staccarsi dalla pista, un tempo normale per un aereo di quella categoria.
Ma subito dopo la situazione è cambiata: nei sette secondi successivi il jet ha rallentato la salita e invece di guadagnare quota ha mantenuto una traiettoria orizzontale. Per altri dodici secondi è rimasto sospeso a bassa quota senza salire come previsto.
Poi, improvvisamente, l’aereo ha perso altitudine ed è precipitato contro alcuni edifici a meno di due chilometri dall’aeroporto. L’impatto è avvenuto a oltre 300 km/h ed è stato devastante.
Gli esperti hanno diviso la dinamica dell’incidente in cinque fasi principali per capire cosa sia successo davvero durante quei drammatici momenti.
Al centro delle indagini ci sono le condizioni tecniche del velivolo, possibili malfunzionamenti ai motori e anche fattori ambientali come il caldo estremo che può influire sulle prestazioni dell’aereo durante il decollo.
Prime inquietudini su un modello fino ad ora ritenuto sicuro
Questo incidente segna una tragica novità: è infatti il primo caso mortale registrato con un Boeing 787 Dreamliner dal suo ingresso in servizio nel 2011.
Fino ad ora questo modello era considerato tra i più affidabili al mondo con oltre cinque milioni di decolli senza incidenti fatali. L’aereo coinvolto aveva accumulato più di 41 mila ore di volo e circa ottomila cicli tra decollo e atterraggio, con circa settecento voli solo nell’ultimo anno.
Un video esaminato dagli investigatori mostra l’aereo con il muso rivolto verso l’alto ma che comunque scendeva in quota: un comportamento aerodinamico anomalo che non torna con le procedure standard.
Inoltre i flap posteriori sembravano non essere estesi correttamente nei minuti immediatamente successivi al decollo. Due comandanti hanno anche notato che il carrello non era stato retratto come dovrebbe accadere subito dopo aver lasciato terra la pista.
Questi dettagli alimentano dubbi su possibili problemi tecnici o errori umani nella gestione del velivolo durante i primi istanti del volo.
Ipotesi aperte: perdita di potenza o altro?
La teoria più discussa finora riguarda una possibile perdita improvvisa della potenza dei motori. Tuttavia appare difficile pensare che entrambi i motori si siano guastati contemporaneamente senza alcun preavviso o allarme evidente in cabina.
Gli investigatori stanno valutando anche altre piste legate alla configurazione errata del decollo o condizioni ambientali estreme come temperature molto alte che possono ridurre efficienza dei motori e portanza delle ali se non considerate correttamente nelle procedure pre-volo.
Il mistero attorno all’incidente Air India ad Ahmedabad resta fitto mentre emergono nuovi dettagli sulla figura dei piloti e sulle condizioni tecniche dell’aereo negli ultimi drammatici istanti prima dello schianto fatale. Le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto e capire cosa abbia causato questa tragedia senza precedenti per un Boeing 787 Dreamliner.
