Un’ondata di caldo intenso e una siccità prolungata hanno scatenato una serie di incendi nel Mediterraneo, con la situazione più critica sull’isola greca di Chios. Qui un vasto incendio boschivo sta mettendo in ginocchio comunità, foreste e infrastrutture. Le autorità locali sono impegnate senza sosta per fermare le fiamme mentre gli abitanti affrontano paura e incertezza.
L’incendio che minaccia l’isola greca di chios
L’incendio è divampato domenica mattina in tre punti diversi dell’isola, alimentato da venti forti e temperature elevate. Le fiamme si sono rapidamente propagate lungo un fronte che copre tra i 30 e i 40 chilometri, partendo dalla periferia della città principale fino alla zona rurale di Vessa. Questa estensione ha reso molto difficile il contenimento del rogo.
Le condizioni meteo avverse complicano ulteriormente le operazioni antincendio: il terreno accidentato rallenta gli spostamenti dei mezzi pesanti mentre i venti spingono le fiamme verso nuove aree abitate. La popolazione locale è stata costretta ad abbandonare molte case per mettersi al sicuro dalle lingue di fuoco che avanzano rapidamente.
Evacuazioni preventive e danni ambientali
Nel corso delle prime 72 ore dall’inizio dell’emergenza, oltre 20 villaggi hanno ricevuto ordini d’evacuazione preventiva per evitare rischi maggiori alle persone. Nonostante la gravità della situazione non si registrano vittime finora ma i danni ambientali risultano ingenti: vaste zone boschive sono andate distrutte insieme a coltivazioni fondamentali per l’economia locale.
Intervento massiccio dei vigili del fuoco con supporto da altre regioni
Per contrastare l’incendio sulla grande isola del nord Egeo sono stati mobilitati più di 440 vigili del fuoco con circa ottanta veicoli specializzati tra autobotti e mezzi pesanti antincendio. A questi si aggiungono circa trenta volontari coordinati dalle autorità locali.
Le squadre provengono anche da altre città greche come Thessaloniki e Piraeus dove sono stati inviati rinforzi già all’alba nei giorni critici della crisi per sostenere le operazioni sul campo. Il lavoro continua giorno e notte nonostante la stanchezza fisica degli operatori coinvolti.
Dichiarazioni del sindaco ioannis malafis
Il sindaco Ioannis Malafis ha sottolineato come lo stato d’emergenza dichiarato sia necessario vista la portata dell’incendio che mette a rischio non solo case ma anche infrastrutture vitali come strade ed impianti agricoli essenziali per il sostentamento degli abitanti.
Cause sospette dietro il rogo divampato in più punti
L’origine simultanea delle fiamme in almeno tre zone distinte ha fatto sorgere dubbi su possibili cause dolose dietro questo disastro ambientale. Le autorità stanno indagando su eventuale responsabilità umane o attacchi intenzionali, escludendo al momento fenomeni naturali come scintille o fulmini.
Questa ipotesi rende ancora più urgente mettere sotto controllo rapidamente gli incendi prima che possano espandersi ulteriormente provocando danni irreparabili al patrimonio naturale ed economico dell’isola.
La popolazione resta sotto shock ma continua a collaborare nelle operazioni d’emergenza, offrendo aiuto ai soccorritori oppure lasciando temporaneamente le proprie abitazioni secondo quanto disposto dagli enti preposti.
Monitoraggio costante della situazione
La situazione rimane monitorata ora dopo ora dai servizi regionali, pronti ad intervenire nuovamente se dovessero riaccendersi nuovi fronti o peggiorare condizioni climatiche già sfavorevoli.
