La lettura si sta diffondendo in italia come mezzo per affrontare difficoltà emotive e psicologiche. Da nord a sud si moltiplicano esperienze che propongono i libri non solo come svago, ma come aiuto concreto per chi vive momenti complicati. A partire da biblioteche ospedaliere fino a corsi universitari e gruppi di lettura tematici, la pratica della cosiddetta biblioterapia creativa si fa spazio anche nel nostro paese. Il suo utilizzo richiede però distinguere le occasioni in cui può essere utile da quelle in cui potrebbe dare effetti opposti.
Il caso di elizabeth russell e l’origine della biblioterapia creativa
La storia di elizabeth russell, americana del connecticut, spiega bene come la lettura mirata possa diventare un supporto psicologico efficace. Nel 2017, durante una crisi depressiva legata a un divorzio complicato, elizabeth ha scoperto l’attività di una biblioterapeuta britannica, ella berthoud. Dopo una consulenza personalizzata, le sono stati consigliati romanzi con protagonisti che affrontavano situazioni simili: divorzio, solitudine, scelte difficili. Queste letture non solo hanno aiutato elizabeth a riflettere su se stessa, ma soprattutto le hanno dato una sensazione di compagnia emotiva. La biblioterapia funziona infatti grazie alla capacità di immergersi nelle storie altrui e ritrovare un senso di condivisione e comprensione.
Leggere per affrontare il disagio: meccanismi e benefici
La base della biblioterapia è il collegamento emotivo con personaggi e situazioni narrate nei testi. Quando la lettura viene guidata, può stimolare processi interiori e aiutare a digerire esperienze difficili. Ricerche pubblicate dalla bbc confermano che immergersi nella grande letteratura può alleviare lo stress, risvegliare l’empatia e rafforzare il senso di appartenenza. Oltre a migliorare l’umore, la lettura riduce livelli di ansia e contribuisce ad allungare l’aspettativa di vita, secondo diversi studi clinici e testimonianze dirette. I gruppi di lettura e la lettura ad alta voce giocano un ruolo fondamentale nel potenziare questi effetti, offrendo anche un contesto sociale di supporto.
I limiti e i rischi della biblioterapia: quando la lettura può nuocere
Non tutti i libri e neppure tutti i lettori traggono benefici dalla biblioterapia. Il neuroscienziato james carney ha sottolineato che i risultati variano molto a seconda della personalità del lettore, del tipo di testo e del modo in cui ci si relaziona con la narrazione. Ci sono romanzi, specie quelli con temi delicati, che possono aggravare stati emotivi fragili o attivare ricordi dolorosi. Lo studio della ricercatrice emily troscianko dell’università di oxford, condotto su quasi 900 persone con disturbi alimentari, ha evidenziato che chi leggeva storie con protagonisti affetti dalle medesime difficoltà tendeva a peggiorare i propri sintomi. Alcuni soggetti cercavano consapevolmente questi testi che confermavano i loro problemi. Situazioni simili si riscontrano in chi convive con dipendenze o tendenze autodistruttive, dimostrando quanto sia importante affidarsi a professionisti per scegliere libri e percorsi adatti.
La biblioterapia nel regno unito: storia e applicazioni odierne
La biblioterapia nasce almeno dalla prima guerra mondiale, quando veniva usata per sostenere psicologicamente i soldati. Oggi ha forme più organizzate, specialmente nel regno unito. Il programma reading well, promosso da the reading agency, offre cataloghi di libri selezionati da specialisti per varie condizioni: ansia, depressione, disturbi alimentari, demenza. Le biblioteche pubbliche collaborano attivamente e il servizio ha superato i 3,9 milioni di prestiti in dieci anni. Anche il nhs, sistema sanitario nazionale inglese, integra la biblioterapia nelle sue linee guida cliniche, soprattutto per i disturbi alimentari, utilizzando testi di auto-aiuto valutati e approvati. Questa esperienza offre un modello consolidato di come si possa usare la narrativa in modo serio e strutturato.
L’uso della lettura in contesti clinici e sociali: dagli anziani ai malati cronici
La lettura può alleviare disturbi meno gravi e migliorare la qualità della vita. Gruppi di lettura ad alta voce dimostrano di migliorare l’umore dei pazienti con dolore cronico, mentre romanzi con trame prevedibili, come i gialli classici, offrono a chi soffre di ansia un senso di controllo e tranquillità. Una ricerca condotta dall’università di sussex su 94 anziani ha mostrato che chi ascoltava audiolibri coinvolgenti rilevava benefici duraturi sul benessere psicologico anche due settimane dopo l’ascolto. Questi risultati suggeriscono che la lettura può essere uno strumento utile anche al di fuori di ambienti specialistici, seppure sempre con criterio.
Iniziative italiane di biblioterapia tra ospedali e formazione universitaria
In italia la biblioterapia comincia a prendere piede attraverso alcune esperienze concrete. L’università di verona organizza un master dedicato a questo ambito; la biblioteca ospedaliera di reggio emilia distribuisce libri ai pazienti per alleggerire l’esperienza di degenza. Tra le personalità impegnate c’è anche rosa mininno, psicologa che ha introdotto la pratica in alcuni contesti italiani. L’associazione bipo promuove la “poesiaterapia” e incoraggia letture guidate come strumenti di crescita personale e cura. Sebbene questa pratica non sia ancora ufficialmente riconosciuta nel sistema sanitario nazionale italiano, cresce la collaborazione tra psicologi, bibliotecari e insegnanti per realizzare percorsi personalizzati.
La biblioterapia come pratica affidabile solo con esperti e attenzione
La lettura ha un potenziale terapeutico concreto, ma può funzionare solo se la scelta dei testi e la guida al percorso sono personalizzate e affidate a professionisti competenti. Non tutte le storie sono adatte a ogni lettore e non sempre la risposta emotiva è positiva. La biblioterapia ottiene risultati migliori quando i libri sono selezionati con attenzione, come abiti cuciti su misura per chi li usa. Biblioterapeuti e psicologi possono garantire un sostegno calibrato, evitando effetti indesiderati e offrendo un aiuto vero. La narrativa, in questo senso, diventa un mezzo prezioso per affrontare la sofferenza senza sentirsi soli.