Blackwater lane – La moglie imperfetta, disponibile su Prime Video, racconta la storia di Cass, una donna alle prese con rimorsi, amnesie e visioni inquietanti dopo non aver soccorso una donna trovata assassinata in un’auto. Il film, diretto da Jeff Celentano, si basa sul romanzo The Breakdown di B.A. Paris. Sebbene la trama parta da un romanzo con potenzialità , la trasposizione cinematografica fatica a tenere alta la tensione narrativa. L’ambientazione e alcune scene riescono a colpire, ma il racconto presenta numerose incongruenze che complicano la fruizione.
Trama e ambientazione: il punto di partenza della storia
La vicenda si svolge partendo da un evento drammatico: Cass, interpretata da Minka Kelly, percorre di notte un sentiero immerso nel bosco sotto un forte temporale quando nota un’automobile ferma. All’interno avverte la presenza di una donna, ma decide di non fermarsi. Il giorno seguente scopre che quella donna è stata assassinata e che lei la conosceva. Da quel momento in Cass crescono i sensi di colpa. Il film si ambienta principalmente in una grande dimora medievale chiamata Elsing Hall, situata nel Norfolk. La residenza, isolata e imponente, diventa il centro delle inquietudini di Cass. Le sue visioni, le telefonate anonime, e la sensazione di vulnerabilità si intrecciano agli sviluppi dell’indagine sull’omicidio.
Elsing hall e il suo ruolo nell’atmosfera
Elsing Hall esercita un fascino particolare sullo spettatore, grazie alla sua struttura antica e suggestiva che amplifica la sensazione di isolamento della protagonista. La scelta di questa location ha un ruolo centrale perché diventa quasi un personaggio aggiunto, riesce a evocare un’atmosfera cupa e a far emergere il tema della solitudine e della paura.
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Interpretazioni e sviluppo della protagonista
Minka Kelly mette in scena Cass con una progressiva discesa nell’insicurezza e nella paranoia. La donna è alle prese non solo con il senso di colpa per non aver soccorso la vittima, ma anche con strani vuoti di memoria che la spingono a sospettare di un’inizio di demenza prossa, patologia che ha colpito in gioventù anche sua madre. Le conversazioni di Cass con il marito Matthew, interpretato da Dermot Mulroney, e con l’amica Rachel rivelano le sue difficoltà a mantenere il controllo della realtà . Questo insieme di elementi fa emergere il suo stato mentale fragile e una crescente diffidenza verso chi le sta vicino.
Dinamiche relazionali nella trama
La relazione tra Cass e Matthew appare complicata. Il marito mantiene un atteggiamento distaccato e quasi insensibile, senza offrire conforto nei momenti di crisi della moglie. Questa freddezza aggiunge tensione e alimenta i dubbi sul ruolo che lui possa giocare all’interno della vicenda. Rachel, l’amica di Cass, entra in scena come un possibile punto di riferimento, ma anche lei non riesce a dissolvere i sospetti che circondano Cass.
Regia, fotografia e tentativi di tensione narrativa
Jeff Celentano prova a costruire un’atmosfera carica di suspense ricorrendo a riprese studiate, luci cupe e movimenti di macchina che cercano di aumentare la tensione. Le scene nel bosco, la pioggia incessante, e le omissioni narrativi dovrebbero tenere alta l’attenzione. A tratti compaiono anche elementi classici del thriller psicologico come ombre fugaci e improvvisi rumori, gli ormai consolidati jump scare. La scenografia, unita alla fotografia, mette in risalto il fascino e il mistero di Elsing Hall.
Nonostante questi sforzi tecnici la sceneggiatura mostra debolezze. Lo script si dimostra incerto e spesso confuso, con situazioni frammentate che non riescono ad amalgamarsi bene. Alcuni passaggi appaiono messi lì solo per disorientare lo spettatore, senza costruire un vero intreccio coerente o una suspense credibile. La narrazione tende a affastellare dettagli non chiariti, che finiscono per apparire superflui o poco funzionali alla comprensione del mistero.
Ritmo, sviluppi e difetti narrativi
La lunghezza del film risulta spesso eccessiva, soprattutto considerando alcuni passaggi molto ripetitivi e poco utili. Scene che avrebbero potuto essere accorciate o eliminate si protraggono senza aggiungere profondità ai personaggi o alla trama. Questo rallenta l’azione e spegne la curiosità verso quello che potrebbe accadere. La sensazione è quella di un racconto diluito e sfiancante.
Il finale prova a rimettere in moto lo sviluppo con colpi di scena, ma anche questi sono abbastanza prevedibili e poco incisivi. La scelta di far riassumere a Cass gli eventi chiave della storia attraverso un lungo monologo spiega troppe cose, diminuendo il coinvolgimento dello spettatore. Questa tecnica, ormai sfruttatissima in molti thriller, restituisce l’impressione che il regista non si sia fidato della capacità del pubblico di seguire la narrazione e cogliere da sé i dettagli.
Le interpretazioni, in particolare quella di Dermot Mulroney, soffrono di poca convinzione e mancano di spessore. Il suo personaggio appare poco definito e i momenti in cui è presente non danno nessun contributo significativo alla tensione o all’intrigo del film. Alla fine le fragilità principali stanno nello script e nella lentezza del ritmo, elementi che compromettono la riuscita complessiva del thriller.