Il tecnico dell’autopsia di Liliana Resinovich ammette la rottura di una vertebra durante l’esame, scatenando nuove polemiche

La confessione di Giacomo Molinari sulla frattura vertebrale durante l’autopsia di Liliana Resinovich riapre il caso, spostando l’attenzione da un possibile suicidio a un omicidio.

Il_tecnico_dell%27autopsia_di_Li

Il tecnico Giacomo Molinari ha ammesso di aver causato durante l’autopsia la rottura di una vertebra nel corpo di Liliana Resinovich, alterando così le prove e complicando l’indagine sulla sua morte, con forti tensioni tra famiglia e inquirenti. - Unita.tv

Il caso di Liliana Resinovich, la donna scomparsa e ritrovata morta con circostanze ancora poco chiare, registra un nuovo importante sviluppo. Giacomo Molinari, il tecnico che ha eseguito la prima autopsia sul corpo di Liliana, ha confessato di aver provocato la rottura di una vertebra durante l’esame. Questo elemento ha giocato un ruolo cruciale nel ribaltare l’ipotesi iniziale di suicidio verso quella di un possibile omicidio. La rivelazione ha riacceso le tensioni tra i familiari e gli inquirenti, creando un clima carico di dubbi e sospetti.

La confessione di giacomo molinari e il peso della vertebra rotta sull’inchiesta

Il tecnico Giacomo Molinari si è assunto la responsabilità di aver causato la frattura vertebrale nel corso della prima autopsia eseguita sul corpo di Liliana Resinovich. Questa vertebra rotta assume particolare rilievo, perché era stata considerata una possibile prova di un’aggressione violenta, elemento che aveva spinto gli investigatori a rivedere la ricostruzione dei fatti. Prima della confessione, infatti, la rottura della vertebra aveva avvalorato la pista dell’omicidio, allontanando l’ipotesi del suicidio.

Dinamica e tempistiche dell’ammissione

La dinamica dei fatti durante l’autopsia non è stata mai completamente chiarita. Molinari ha spiegato che la manovra che ha provocato la lesione era involontaria, ma il dettaglio è stato tenuto nascosto per lungo tempo. Solo recentemente, dietro pressioni e richieste di chiarimento, il tecnico ha ammesso l’errore. Il gesto ha scosso profondamente gli equilibri dell’inchiesta, costringendo a riconsiderare i dati e spiegare il perché di questa omissione. L’errore ha fornito ad alcuni difensori nuovi argomenti per sollevare dubbi sulla correttezza dei rilievi effettuati.

La reazione furiosa di sergio resinovich, fratello della vittima, contro il tecnico

Sergio Resinovich non ha nascosto la sua rabbia dopo l’ammissione del tecnico Molinari. Il fratello di Liliana ha chiesto la rimozione immediata del professionista dalle funzioni investigative, definendolo “un fantoccio pericoloso”. Nel suo sfogo, Sergio ha accusato Molinari di condotta non trasparente: sostiene che l’errore avrebbe dovuto essere segnalato subito, soprattutto trattandosi di un’indagine su un possibile omicidio.

Sospetti e accuse di omertà

Sergio ha espresso anche sospetti sul momento in cui la confessione è arrivata: “Perché ha parlato solo dopo il mio esposto all’Ordine dei Medici?”. Da queste parole emerge una profonda sfiducia verso la gestione del caso, una sensazione che qualcuno stia cercando di proteggere interessi oscuri o ritardare la verità. Il fratello della vittima ha denunciato la presenza di un’omertà dietro alla vicenda, lamentando una mancanza di rispetto per la memoria di Liliana e per chi sta cercando giustizia.

L’impatto della rivelazione sull’indagine e i prossimi sviluppi attesi

La scoperta del danno causato durante l’autopsia modifica drasticamente il quadro di riferimento per gli inquirenti. Il nuovo elemento impone di rivedere tutti i rilievi scientifici raccolti fino a quel momento, per distinguere quali lesioni sono dovute al momento del decesso, e quali invece sono frutto di manovre successive. In pratica, la gran parte delle prove fisiche rischia di perdere affidabilità senza una chiara distinzione e questo complica il percorso investigativo.

Verifiche e richieste di trasparenza

Gli organi competenti hanno avviato verifiche supplementari sulla gestione dei rilievi e sul comportamento del tecnico Molinari, mentre l’autorità giudiziaria procede con l’esame delle responsabilità. Nel frattempo, la famiglia Resinovich continua a chiedere trasparenza e chiarezza, vigili su ogni sviluppo. Tutto questo mantiene alta l’attenzione mediatica sul caso, oscillando tra ricostruzioni dolorose e nuove possibili svolte. Sarà determinante capire se emergeranno ulteriori elementi che confermeranno o smentiranno la pista omicidiaria.