Il nuovo capitolo della saga sugli zombie britannici, diretto da Danny Boyle, ha scatenato una vivace discussione tra gli spettatori. Il film 28 anni dopo, che riprende la storia a distanza di quasi vent’anni dal primo episodio, presenta un finale particolare che ha lasciato molti confusi e divisi. La scena conclusiva introduce elementi insoliti e un cambio netto di tono rispetto al resto del film. Questi aspetti hanno suscitato interpretazioni diverse soprattutto tra il pubblico americano e quello britannico.
Un finale inatteso che cambia radicalmente il tono del racconto
La conclusione di 28 anni dopo mostra Spike, un giovane sopravvissuto interpretato da Alfie Williams, confrontarsi con una setta misteriosa. I membri della setta indossano tute colorate e si chiamano tutti Jimmy. Usano mosse simili al karate per affrontare gli infetti e sono guidati da Sir Jimmy Crystal , personaggio dall’aspetto strano ma carismatico. Questo cambio improvviso nello stile narrativo ha spiazzato molti spettatori perché sembra staccarsi dal ritmo horror tipico della saga.
Molti utenti sui social media hanno sottolineato come l’atmosfera finale sia molto più leggera o addirittura bizzarra rispetto all’orrore viscerale mostrato in precedenza. Alcuni americani hanno interpretato questa scelta come un omaggio scherzoso ai Power Rangers: nel film Spike possiede infatti un giocattolo ispirato proprio a quella serie televisiva degli anni ’90. Questa lettura vede nel gruppo dei sopravvissuti vestiti a colori una sorta di richiamo ironico alla cultura pop americana.
Le reazioni contrastanti degli spettatori su twitter
Su X sono emerse diverse opinioni sul finale del film: Tony Johns ha postato una gif tratta dalla serie The Boys con la didascalia “Tutti quelli che guardano 28 anni dopo finire con una scena dei Power Rangers”. Questo commento esprime lo stupore per l’improvviso cambiamento nello stile narrativo.
Altri utenti hanno descritto questo passaggio come uno dei più strani mai visti in cinema horror recente; alcuni lo definiscono incredibile proprio per la sua incongruenza rispetto al resto della pellicola.
Ma non mancano pareri contrari: Mauricio La Plante ha pubblicato due immagini affiancate del personaggio Mr Incredible —una luminosa prima dell’identificazione di Jimmy Savile, l’altra scura dopo— indicando così come la comprensione del riferimento culturale renda diverso l’impatto emotivo sulla visione.
Commenti di altri spettatori
Robert Daniels è stato ancora più esplicito definendo quella sequenza “la scena più agghiacciante” dell’intero film per chi conosce certi dettagli nascosti nella cultura inglese.
Alex MacKay invece punta sull’equivoco culturale mostrando Giancarlo Esposito sorridente contro poi serio mentre rappresenta le differenze fra pubblico americano e britannico nell’interpretazione del finale.
Infine Wajahat Ali suggerisce agli spettatori attenzione alle prime scene dove i bambini guardano i Teletubbies mentre gli infetti attaccano casa loro; questo potrebbe aiutare a cogliere meglio alcuni simbolismi presenti nel climax conclusivo.
Sir jimmy crystal come allegoria inquietante nella cultura pop britannica
Dietro i colori sgargianti delle tute e le mosse marziali si nasconde probabilmente qualcosa di molto meno innocente.
Sir Jimmy Crystal ricorda infatti Jimmy Savile, figura televisiva inglese ormai nota non solo per la carriera ma soprattutto per gravi accuse di abusi sessuali emerse postume.
Il nome scelto dagli autori non appare casuale così come certi tratti estetici adottati dal personaggio sembrano voler richiamare quell’immagine controversa.
Danny Boyle stesso in passato si è mostrato cauto nell’ammettere riferimenti diretti ma durante interviste recenti ha spiegato che Sir Jimmy rappresenta “una torsione” distorta dai ricordi parziali legati alla figura reale.
Questo mix comprende elementi riconducibili anche ai Teletubbies o ai Power Rangers accostati ad altri simbolismi propri della memoria collettiva inglese negli ultimi decenni.
Gli autori lasciano quindi aperta l’interpretazione senza dichiararla esplicitamente ma puntando su suggestioni forti capaci di colpire chi conosce bene quei contesti culturali specifici.
In ogni caso quel gruppo dai nomi identici segna probabilmente la nuova direzione narrativa verso cui si muoverà il sequel già girato sotto regia Nia DaCosta intitolata 28 Years Later: The Bone Temple.