il film The Mastermind di Kelly Reichardt in gara a Cannes con un heist movie anni ’70 interpretato da Josh O’Connor
Il film “The Mastermind” di Kelly Reichardt, atteso al Festival di Cannes 2025, esplora il furto d’arte nel Massachusetts degli anni ’70 attraverso la storia complessa di JB Mooney.

"The Mastermind" di Kelly Reichardt, in concorso a Cannes 2025, è un thriller ambientato nel Massachusetts anni ’70 che esplora il furto d’arte attraverso la storia di un carpentiere alle prese con scelte difficili, unendo tensione e riflessione sociale con un approccio intimista e psicologico. - Unita.tv
Tra i titoli più attesi del Festival di Cannes 2025 c’è “The Mastermind“, un film diretto da Kelly Reichardt che si spinge nel territorio del thriller e del ladrocinio d’arte. La pellicola racconta una storia ambientata nel Massachusetts dei primi anni ’70, con un cast di attori noti e apprezzati, tra cui Josh O’Connor e Alana Haim. Questa nuova opera segna un passaggio insolito nella carriera della regista, nota soprattutto per i suoi racconti incentrati su vite e relazioni semplici, ma raccontate con un linguaggio filmico essenziale e diretto.
Ambientazione e trama di “the mastermind”
“The Mastermind” si svolge nel 1970, in una zona apparentemente tranquilla del Massachusetts. La storia è incentrata su JB Mooney , un carpentiere che si ritrova senza lavoro e decide di farsi strada nel mondo del furto d’arte. Il film segue le sue mosse mentre pianifica un colpo importante, ma la sua impresa prende una piega imprevista che mette in crisi la sua vita e le persone che gli stanno intorno.
La narrazione mette in luce un periodo storico complesso, segnato da cambiamenti sociali e difficoltà economiche. La crisi che il protagonista vive rappresenta bene un momento in cui molti hanno dovuto reinventarsi, affrontando incertezze personali e sociali. In questo contesto, la figura di JB diventa simbolo di persone costrette a scelte drastiche per sopravvivere o per trovare un nuovo senso alla propria esistenza. Il film usa il genere heist movie come cornice per una storia che vuole essere anche una riflessione su identità e fallimento.
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Il segno di kelly Reichardt nella regia
Kelly Reichardt è una regista americana con una sensibilità particolare per le storie marginali, spesso ambientate in spazi liminali tra natura e società. I suoi precedenti lavori, come “Old Joy” o “Wendy and Lucy“, mostrano un cinema fatto di lentezza e introspezione, con una cura quasi maniacale per i dettagli quotidiani. Con “The Mastermind” la regista cambia genere, avvicinandosi al thriller, ma cerca comunque di mantenere quella sua attenzione ai personaggi e al contesto che la contraddistingue.
Reichardt ha anche scritto la sceneggiatura, segno del suo controllo totale sul progetto. La sua presenza dietro la macchina da presa si percepisce nella gestione della tensione e nella rappresentazione di un protagonista complesso e vulnerabile. Non si tratta di un semplice film di rapina, ma di una storia dove la psicologia e le relazioni prendono voce, anche grazie a una regia che non indulgente al sensazionalismo ma si concentra sul dramma interno dei personaggi.
Il cast di attori al centro della scena
Il film punta su un cast ristretto ma di peso. Josh O’Connor, noto soprattutto per il ruolo nel telefilm “The Crown“, interpreta il protagonista JB Mooney con la sua consueta intensità. Accanto a lui ci sono Alana Haim, tornata sul grande schermo dopo il successo di “Licorice Pizza“, e John Magaro, insieme a Gaby Hoffmann, Hope Davis e Bill Camp. Ognuno di questi attori porta al film una presenza riconoscibile, capace di dare profondità ai personaggi secondari.
Le interpretazioni sono attese come uno degli aspetti di forza di “The Mastermind“. La composizione del gruppo riflette la volontà di puntare sulla qualità della recitazione per sostenere una storia che si basa molto sulla psicologia e meno sugli effetti spettacolari. I ruoli, spesso complessi e sfumati, richiedono capacità di trasformazione e una recitazione dai toni contenuti ma efficaci.
Produzione e distribuzione del film
“The Mastermind” è prodotto da Filmscience, con Neil Kopp, Anish Savjani e Vincent Savino alla guida del progetto. La società di distribuzione MUBI ha finanziato il film e si occupa della sua uscita in Nord America e altre zone, mentre The Match Factory gestisce le vendite internazionali. Questa collaborazione mette in luce l’interesse verso un cinema indipendente e d’autore, destinato a un pubblico attento e selettivo.
L’impegno di MUBI e The Match Factory indica una strategia che punta a valorizzare il film su scala globale, portandolo nei festival e su piattaforme con un pubblico aperto a titoli pensati piu per una fruizione riflessiva che per il grande botteghino. L’investimento in una regista come Reichardt mostra fiducia nelle sue capacità di raccontare storie con uno sguardo originale e personale.
La prima clip e l’attesa per la proiezione a cannes
Pochi giorni prima della presentazione ufficiale al Festival di Cannes 2025, MUBI ha diffuso una clip che presenta una scena chiave di “The Mastermind”. Si vede Josh O’Connor nel ruolo di JB Mooney mentre prova a mettere alla prova le proprie abilità di ladro, agendo con discrezione per non farsi scoprire. L’estratto sottolinea un clima di suspence sottile, senza cadere in scene d’azione esagerate.
La scelta di togliere le prime immagini sottolinea la volontà di mantenere viva la curiosità e il senso di mistero. La partecipazione al concorso di Cannes mostra come la giuria e la selezione ufficiale abbiano riconosciuto la qualità artistica del film. Proiettare un heist movie in uno dei festival piu prestigiosi implica una sfida ma anche una possibile apertura verso un pubblico più ampio e internazionale.
Aspettative e riflessioni sul film
“The Mastermind” è considerato dai critici esperti come uno dei candidati piu interessanti del Festival di Cannes 2025. Aspetti principali riguardano la capacità di mescolare il dramma e la tensione con uno sguardo storico che vuole raccontare una fase difficile della società americana. Attraverso la vicenda di JB Mooney si riflette sulle difficoltà economiche, sui sogni infranti e sul tentativo di trovare un nuovo posto in un mondo in rapido cambiamento.
Il film potrebbe aprire nuovi scenari per Kelly Reichardt, mostrando un lato diverso della sua arte. Al pubblico si prospetta un racconto che unisce immagini d’epoca e spirito di sfida, privo delle soluzioni facili e dei cliché classici dell’heist movie. Il tempo che trascorrerà dopo Cannes dirà se questo progetto porterà nuova linfa a un genere spesso sfruttato ma rivisto attraverso un filtro personale e non convenzionale.
Nessuna polemica attuale sul film ma attesa per i giudizi
Al momento del festival, non sono emerse polemiche o critiche forti legate a “The Mastermind”. Questa assenza di controversie lascia spazio a un confronto più puro tra il film e il suo pubblico. La reputazione di Reichardt come regista attenta e sensibile lascia pensare che il racconto, pur trattando un tema come il furto, eviti banalizzazioni o glamorizzazioni. Ci si aspetta invece un approccio più riflessivo.
Dalle prime reazioni si intuisce che la rappresentazione della criminalità non sarà quella classica del divertissement hollywoodiano. Invece, la storia riflette su una realtà complessa, fatta di sogni infranti e di persone comuni spinte al limite. Il giudizio di pubblico e critica dopo la proiezione sarà decisivo per capire l’impatto della pellicola e la sua collocazione nel cinema contemporaneo.