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Il film “Le assaggiatrici”: la storia di Margot Wölk e il suo legame con il regime nazista

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Il film "Le assaggiatrici": la storia di Margot Wölk e il suo legame con il regime nazista
Il film "Le assaggiatrici": la storia di Margot Wölk e il suo legame con il regime nazista - unita.tv
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La pellicola “Le assaggiatrici”, diretta da Silvio Soldini, trae ispirazione dal romanzo omonimo di Rosella Postorino, che racconta la drammatica esperienza di un gruppo di donne costrette a degustare i pasti destinati ad Adolf Hitler. La storia, che ha come protagonista Margot Wölk, offre uno spaccato inquietante della vita durante il regime nazista, mettendo in luce le paure e le speranze di chi viveva in un contesto di terrore e oppressione. Il film, in uscita nei cinema italiani il 27 marzo, si colloca in un periodo storico in cui le tensioni politiche e sociali sono nuovamente al centro del dibattito.

La storia di Margot Wölk e il contesto storico

Margot Wölk, che ha rivelato la sua storia nel 2012 poco prima di morire a 95 anni, è stata una delle poche sopravvissute a un gruppo di donne reclutate dalle SS per assaporare i cibi destinati al Führer. Questo avveniva nel 1943 a Gross Partsch, un villaggio dell’attuale Polonia, dove la paranoia di Hitler raggiungeva livelli estremi. Le donne, costrette a mangiare per garantire che il cibo non fosse avvelenato, vivevano in un costante stato di ansia, consapevoli che ogni pasto poteva essere l’ultimo. La narrazione di Postorino, vincitrice del Premio Campiello nel 2018, si basa su questi eventi storici, trasformando un fatto tragico in una riflessione profonda sulla colpa e sulla sopravvivenza.

Nel romanzo, le dieci donne che siedono a tavola rappresentano un microcosmo di emozioni e conflitti, mentre nel film di Soldini il numero è ridotto a sette, ma il messaggio rimane potente. La scelta di ambientare la storia in un periodo così buio della storia europea non è casuale: il regista e la scrittrice vogliono mettere in guardia il pubblico sulle conseguenze dei regimi totalitari e sull’umanità che si trova a dover affrontare dilemmi morali estremi.

La realizzazione del film: da idea a realtà

L’idea di portare “Le assaggiatrici” sul grande schermo è nata su un treno tra Roma e Milano, dove i produttori Cristiana Mainardi e Lionello Cerri hanno scoperto il romanzo di Postorino. La loro passione per la storia e il desiderio di trasformarla in un film hanno dato vita a un progetto che ha richiesto sette anni di lavoro. Oggi, in un’Italia politica e sociale profondamente cambiata, il film si presenta come un’opera di riflessione e analisi, in un contesto in cui i temi della paura e della divisione sono più attuali che mai.

Silvio Soldini, regista di 66 anni, ha dichiarato che la storia di Rosa Sauer, interpretata da Elisa Schlott, può essere vista come un monito per il presente. La sua visione del film è stata influenzata da un senso di allerta per le dinamiche politiche contemporanee, che sembrano riproporre schemi già visti nella storia. La narrazione, pur ambientata nel passato, risuona con le preoccupazioni attuali, rendendo il film non solo un’opera storica, ma anche un commento sociale.

Temi e riflessioni: un messaggio per il presente

Il film e il romanzo affrontano temi complessi come la colpa, la responsabilità e la fragilità umana. Rosella Postorino, parlando del suo lavoro, ha sottolineato che non scrive per impartire messaggi, ma per esplorare la condizione umana in situazioni estreme. La sua riflessione sulla possibilità di scivolare nella colpa senza scelta è centrale nella storia di Rosa Sauer, che si trova a dover affrontare il suo rapporto con il comandante SS Albert Ziegler, un personaggio complesso e contraddittorio.

Soldini ha evidenziato la potenza di alcune frasi pronunciate da Hitler, che risuonano inquietantemente con le dichiarazioni di leader contemporanei, suggerendo che la storia ha una tendenza a ripetersi. La paura per il futuro e la necessità di difendere i valori democratici emergono come temi cruciali, rendendo il film un’opera di grande attualità. La rappresentazione di un periodo storico così oscuro invita a una riflessione profonda su ciò che significa vivere in una società in cui il potere può facilmente degenerare in oppressione.

Un cast di talento e l’impatto visivo del film

Il film “Le assaggiatrici” si avvale di un cast di giovani attrici tedesche, scelte con cura per rendere credibili i loro ruoli. La preparazione del gruppo è stata meticolosa, con settimane di prove per lavorare sui dialoghi e costruire personaggi unici. Soldini ha voluto evitare il rischio di un film in costume che potesse sembrare superficiale, puntando invece a una rappresentazione autentica e coinvolgente.

La scenografia, curata da Paola Bizzarri, ha colpito profondamente Postorino, che ha apprezzato la ricostruzione dei luoghi in cui si svolge la storia. La scelta di Max Riemelt per il ruolo di Ziegler ha sorpreso la scrittrice, che ha trovato nell’attore la rappresentazione perfetta del personaggio complesso e sfaccettato che aveva immaginato. La sinergia tra regista e autrice ha dato vita a un’opera che non solo racconta una storia, ma invita anche a riflettere su temi universali e senza tempo.

Il film “Le assaggiatrici” si presenta come un’opera significativa, capace di stimolare il dibattito su questioni di grande rilevanza sociale e storica, portando sul grande schermo una narrazione che merita di essere vista e discussa.

 

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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