Il dottor Giuseppe Quarto, fondatore di Urocenter, pratica una medicina che mette al centro l’umano senza rinunciare alla tecnologia. Attraverso un approccio che unisce empatia e strumenti di precisione, affronta le patologie maschili più complesse, offrendo ai pazienti un percorso di cura calibrato sulle loro esigenze specifiche. Nel dialogo con lui emerge la passione per la diagnosi approfondita e la capacità di ascoltare, elementi che rendono ogni paziente unico e mai riducibile a un semplice protocollo.
Empatia e problem solving: la filosofia che guida il lavoro del dottor quarto
Il dottor Quarto definisce il suo lavoro con due parole chiave: empatia e problem solving. In un’epoca in cui la medicina spinge verso automatismi e procedure standardizzate, lui privilegia la dimensione personale e la comprensione profonda. I pazienti che arrivano da lui spesso hanno già incontrato molti specialisti, senza trovare risposte soddisfacenti. In questi casi, spiega, “non basta aggiungere esami o trattamenti: serve scavare più a fondo, leggere insieme i sintomi, riconoscere anche le emozioni dietro il disagio.”
Questo metodo richiede attenzione intensa e un atteggiamento curioso ma rispettoso verso ogni persona che si siede davanti a lui. Per il dottore, la cura comincia dall’ascolto vero e dalla voglia di mettere insieme indizi spesso trascurati dalla medicina tradizionale. Il problema non è solo clinico, ma coinvolge aspetti psicologici e relazionali, che richiedono un approccio complessivo e puntuale.
Relazioni solide tra medico e paziente: la base di ogni percorso terapeutico
Il punto di forza di Urocenter risiede nella capacità di creare un rapporto di fiducia con chi si rivolge. Il dottor Quarto sottolinea come la buona medicina passi necessariamente da una comunicazione chiara e sincera. Il paziente deve sentirsi accolto, senza giudizi o fretta, per affrontare insieme il percorso di cura.
Quando l’empatia entra nella relazione, le terapie trovano un terreno più fertile: chi si sente ascoltato segue meglio le indicazioni, si sente più coinvolto nei propri miglioramenti. Il medico diventa così una guida, ma soprattutto una presenza attenta alle paure, ai dubbi, ai bisogni del paziente, anche quando si tratta di temi delicati come la salute sessuale.
Questa strategia umana viene considerata dal dottore una parte imprescindibile del lavoro: “senza empatia la cura perde gran parte del suo senso e della sua efficacia.”
L’uso della tecnologia avanzata al servizio del paziente a Urocenter
Urocenter si distingue per l’applicazione di tecnologie mediche particolarmente innovative dedicate alla diagnosi e alla terapia urologica e andrologica. Alcune di queste sono la biopsia fusion guidata da PET-PSMA, una tecnica che consente di individuare con precisione i tumori prostatici, e la chirurgia robotica, che riduce l’invasività degli interventi tradizionali.
Tra i trattamenti presenti ci sono anche quelli per la disfunzione erettile, con onde d’urto e infiltrazioni di plasma ricco di piastrine , che permettono di affrontare il problema senza ricorrere subito a interventi invasivi. La diagnostica mini-invasiva rende più semplici e meno invasive le procedure di controllo.
Il dottor Quarto spiega che la tecnologia è un mezzo per migliorare il lavoro del medico, non per sostituirlo. “Serve a potenziare la precisione, a anticipare diagnosi e risposte terapeutiche, ma il ruolo del medico resta quello di integrare questi strumenti in un percorso personalizzato.” La tecnologia qui non semplifica le scelte, le rende più calibrate e adatte al singolo caso.
Un caso clinico che rimane impresso nella carriera del dottore
Una delle esperienze più significative per il dottor Quarto riguarda un giovane paziente con problemi sessuali persistenti da anni, senza diagnosi né miglioramenti. Dopo aver escluso le cause più comuni, il medico ha scoperto un dolore pelvico cronico sottovalutato, che alterava profondamente la qualità di vita.
Il percorso di cura combinava terapie fisiche mirate e una gestione farmacologica specifica, con un’attenzione costante al dialogo e alla fiducia reciproca. Questo caso ha portato il paziente a riprendere il controllo della propria esistenza quotidiana, con sensibili miglioramenti nelle relazioni e nella sfera intima. Per il dottore momenti come questi rappresentano “la conferma del valore del suo metodo e della sua scelta professionale.”
Un messaggio per i giovani medici: ascolto e umanità sopra tutto
Guardando al futuro, il dottor Quarto si rivolge ai giovani colleghi con un consiglio semplice ma fondamentale: dare peso all’ascolto e alla comunicazione. Le nuove tecnologie sono importanti e costituiscono un aiuto reale, ma “non possono sostituire la relazione umana, quel contatto diretto che permette di intervenire con efficacia.”
Ad ogni visita, dice, va riconosciuto il paziente prima ancora del problema clinico. Solo così la medicina torna ad essere qualcosa di vero, capace di andare oltre i numeri e le analisi, per recuperare la fiducia e la partecipazione di chi si affida al medico. Questo approccio, più autentico e umano, segna la differenza nella pratica quotidiana e nella cura della salute maschile.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Davide Galli