Il conclave al vaticano prende il via tra riti solenni e clausura nella cappella sistina

Nel 2025, il conclave a Roma segna l’inizio delle votazioni per il nuovo papa, con oltre centotrenta cardinali riuniti nella cappella sistina in un’atmosfera di riservatezza e spiritualità.
Nel 2025 a Roma, oltre 130 cardinali si sono riuniti nella Cappella Sistina per il conclave che eleggerà il nuovo papa, tra riti solenni, rigorose misure di sicurezza e grande attenzione mediatica globale. - Unita.tv

Nel cuore di Roma, nel 2025, è iniziato il conclave che designa il nuovo papa, un evento che attira l’attenzione globale. La giornata ha avuto un significato profondo per la chiesa cattolica, con riti e momenti cruciali che hanno segnato l’avvio delle operazioni nel segreto della cappella sistina. Oltre centotrenta cardinali si sono riuniti per stabilire chi guiderà la chiesa nei prossimi anni.

La messa “pro eligendo pontifice” e l’avvio dei riti

La giornata ha preso il via nella basilica di san pietro, dove si è celebrata la messa “pro eligendo pontifice”. Questo rito, partecipato da oltre cinquemila fedeli, è dedicato alla scelta del pontefice. La cerimonia è durata fino alle 11:23, momento in cui si è conclusa la funzione religiosa che ha preparato i presenti all’inizio formale delle votazioni.

Il carattere solenne della messa trasmette il peso del ruolo che spetta al futuro papa. Durante la funzione si è percepita una forte tensione reverenziale, evidente nei volti dei partecipanti e nei rituali antichi che ancora scandiscono il tempo di questa scelta. Questo passaggio rappresenta un atto sacro, un invito a invocare la guida divina prima di passare allo svolgimento materiale delle votazioni.

La chiesa, in questa occasione, si mostra in tutta la sua dimensione spirituale e storica. Il rito nella basilica san pietro è il primo passo formale che inevitabilmente porta dentro alla cappella sistina i cardinali chiamati a votare.

La processione e l’ingresso dei cardinali nella cappella sistina

Nel pomeriggio i 133 cardinali elettori si sono mossi dalla cappella paolina, dove si erano raccolti per una breve preghiera collettiva. Questa sosta iniziale serve a raccogliere la concentrazione e a preparare spiritualmente chi deve scegliere il nuovo capo della chiesa cattolica.

Successivamente il corteo si è diretto verso la cappella sistina. Qui, sotto gli affreschi di Michelangelo, si sono preparati ad entrare in clausura, uno spazio e un tempo che rimarranno sigillati fino alla conclusione del voto. Prima di chiudersi, i cardinali hanno intonato il canto “veni creator spiritus”, un inno tradizionale che evoca la presenza dello spirito santo, essenziale in momenti di responsabilità così grandi.

Questo passaggio è simbolico e concreto al tempo stesso. Rappresenta infatti l’inizio vero e proprio delle operazioni elettorali e il distacco dal mondo esterno, un modo per concentrare ogni energia nel voto. La clausura nella cappella sistina impone riservatezza e isolamento totale.

Il rituale “extra omnes” e le misure di sicurezza intorno al conclave

Appena entrati nella cappella sistina, i cardinali si sono trovati immersi in una forte atmosfera di riservatezza. Monsignor Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche, ha pronunciato il tradizionale annuncio “extra omnes” per invitare tutte le persone estranee a lasciare la stanza. Questo segna l’inizio ufficiale della fase di votazione dove non è ammessa nessuna presenza esterna.

Per garantire che la segretezza sia rispettata fino alla fine, ogni comunicazione verso l’esterno è stata bloccata. Si tratta di una sicurezza massima che isola i partecipanti per evitare influenze esterne o perdite di informazioni. L’attesa per la prima fumata, che indicherà il risultato del primo scrutinio, è prevista non prima delle ore 19.

Il questore di Roma, Roberto Massucci, ha sottolineato il livello di impegno e tensione richiesti da questo periodo, affermando che l’organizzazione si sta muovendo con grande attenzione per evitare ogni imprevisto. La sicurezza attorno al conclave comprende misure rigide che proteggono la città e soprattutto il Vaticano, così da tutelare l’evento.

Momenti di scambio tra i cardinali e la guida del conclave

Prima che iniziasse la chiusura nella cappella sistina, si è registrato un gesto di rilievo tra i cardinali. Il decano, Giovanni Battista Re, ha scambiato un caloroso abbraccio con il cardinale Pietro Parolin, accompagnato da un augurio particolare: “auguri… e doppi”. Questo segnale indica il passaggio di responsabilità nella gestione materiale del conclave.

Re, a novantuno anni, non parteciperà al voto e lascia a Parolin la guida dell’organizzazione interna delle votazioni. Questo passaggio appare come un momento di continuità e di rispetto delle gerarchie all’interno della comunità ecclesiastica in un contesto così delicato.

Non a caso, la figura di Parolin assume un ruolo centrale nei giorni che seguiranno, garantendo il corretto svolgimento dei lavori e il rispetto del protocollo antico. Il momento dell’abbraccio è più di una semplice formalità liturgica, assume valore simbolico e pratico.

L’attenzione globale e le aspettative attorno al conclave

L’evento ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo. I canali ufficiali vaticani hanno preparato la copertura in undici lingue, con inclusione di tre lingue dei segni per rendere la comunicazione accessibile. Questa decisione amplia il pubblico, arrivando a catturare fedeli e osservatori in diverse aree del pianeta.

Il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo, ha indicato che il conclave non dovrebbe prolungarsi troppo. Secondo le sue previsioni, l’elezione del nuovo papa potrebbe avvenire già dopo la quinta o sesta votazione, segno di una possibile convergenza rapida tra i partecipanti.

Sul piano politico, il ministro degli esteri Antonio Tajani ha espresso la speranza che il nuovo papa sia un punto di riferimento per pace e riconciliazione. Tajani ha insistito su un ruolo che guardi a unire la chiesa e favorire la risoluzione dei conflitti nel mondo, riflettendo le attese di stabilità e armonia legate alla carica papale.

Il conclave resta un momento di forte intensità spirituale e operativa. La chiesa, sotto gli occhi del mondo, si prepara a segnare un passaggio cruciale nella sua storia, con la scelta di una figura che inciderà sul cammino dei cattolici nei prossimi anni.