Il live dei Massive Attack a Milano ha preso una piega intensa e provocatoria sin dai primi minuti. Tra immagini forti, messaggi politici e riferimenti diretti ai grandi protagonisti della scena internazionale, la band ha intrecciato musica e denuncia sociale davanti a un pubblico attento. Il tema centrale si è spostato presto verso la guerra in corso a Gaza e i riflessi geopolitici globali. Un evento che ha superato il semplice intrattenimento per trasformarsi in un momento di forte impatto emotivo.
L’apertura del live con domande esistenziali e riferimenti alla cultura pop
L’esibizione è iniziata con la proiezione di uno spot dedicato a Medici senza Frontiere, che ha introdotto subito una nota umanitaria all’evento. Robert “3D” Del Naja e Grant “Daddy G” Marshall hanno quindi aperto il concerto ponendo al pubblico alcune domande fondamentali: “Chi sei?”, “Cos’è la realtà?”, “La natura è caotica o ordinata?”. Questi quesiti hanno creato un’atmosfera riflessiva prima dell’ingresso della musica vera.
Subito dopo sono comparsi sullo schermo nomi celebri legati alla musica o al cinema, ma non per celebrare le loro opere artistiche. Al contrario erano associati ad aneddoti personali o gossip recenti, corredati da lettere mescolate a simboli casuali che ne evidenziavano l’assoluta inconsistenza come notizie rilevanti. Questo passaggio sembrava voler smascherare l’ossessione mediatica per le vite private delle star piuttosto che i loro contributi culturali.
Attacchi diretti ai potenti mondiali e alle dinamiche finanziarie nascoste
Il tono del concerto si è fatto più duro quando sul palco sono stati citati esplicitamente alcuni leader politici come Donald Trump, Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu insieme all’imprenditore Elon Musk con i suoi esperimenti tecnologici su Neuralink. I Massive Attack hanno messo sotto accusa queste figure accusandole di manipolare poteri finanziari opachi tramite paradisi fiscali offshore.
Questa parte dello show si è concentrata sulle modalità con cui questi meccanismi economici influenzano direttamente la vita quotidiana delle persone spesso senza essere percepiti chiaramente dall’opinione pubblica comune. Sono stati sottolineati rischi concreti legati al controllo globale esercitato attraverso sistemi nascosti dietro sigilli bancari internazionali.
Lo schermo gigante racconta la tragedia umanitaria in gaza
La questione più pesante affrontata dal gruppo riguarda il conflitto nella Striscia di Gaza: uno spazio dello spettacolo occupato da una gigantesca bandiera palestinese proiettata su tutto lo sfondo del palco durante quasi tutta questa fase dell’esibizione.
Numerosi dati crudi sono apparsi rapidamente sugli schermi: numero delle vittime civili – compresi bambini –, scuole distrutte dagli attacchi militari così come ospedali ridotti in macerie; quantità impressionante di bombe sganciate nell’ultimo periodo; cifre astronomiche relative alle risorse economiche investite nelle operazioni belliche da parte dei governi britannico ed americano.
I numeri presentati non solo mostrano l’intensità devastante degli scontri ma anche quanto questa situazione sia ancora lontana da una possibile tregua o soluzione pacifica visto l’incremento continuo delle perdite umane ed infrastrutturali documentate nel corso della serata stessa.