Il compositore di le bizzarre avventure di JoJo sotto accusa per colonna sonora generata con intelligenza artificiale
Il film live-action “At A Confessional”, ispirato a “Così parlò Rohan Kishibe”, solleva polemiche per la colonna sonora creata da un’intelligenza artificiale, suscitando reazioni contrastanti tra fan e autore Hirohiko Araki.

La colonna sonora del nuovo film live-action di *Le bizzarre avventure di JoJo*, realizzata interamente con intelligenza artificiale, ha scatenato un acceso dibattito tra fan, creatori e l’autore Hirohiko Araki, che ne critica fortemente l’uso in ambito artistico. - Unita.tv
Il mondo di Le bizzarre avventure di JoJo si trova al centro di una forte polemica dopo che la colonna sonora del nuovo film live-action At A Confessional è stata interamente creata da un’intelligenza artificiale. Il progetto, ispirato allo spin-off Così parlò Rohan Kishibe, ha suscitato reazioni contrastanti tra fan, addetti ai lavori e lo stesso autore Hirohiko Araki. La vicenda apre un dibattito acceso sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito artistico, soprattutto in opere che nascono da creatività personale e originale.
La genesi del film e la scelta della colonna sonora
At A Confessional, adattamento cinematografico tratto dal primo capitolo di Così parlò Rohan Kishibe, è stato presentato come un nuovo capitolo che amplia l’universo narrativo di Le bizzarre avventure di JoJo. Il progetto si pregia della presenza del compositore Naruyoshi Kikuchi, noto per i suoi lavori precedenti in ambito musicale. Tuttavia, per questa pellicola ha fatto una scelta insospettata: ha affidato la creazione dell’intera colonna sonora a un’intelligenza artificiale, scatenando subito scalpore.
Le parole di Naruyoshi Kikuchi
Kikuchi, infatti, ha ammesso apertamente di non aver composto alcuna traccia personalmente, definendo la musica prodotta dall’AI “veramente terrificante” per il suo effetto disturbante e quasi alieno. In un opuscolo distribuito nelle sale cinematografiche giapponesi ha parlato di un risultato che va oltre la capacità umana “tanto che ci si chiede se un essere umano possa davvero cantare certe note”. L’idea è di inserire nella trama un senso di inquietudine e straniamento consoni al tono “nuovo cyberpunk” del film.
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Reazioni della community e contrasti con il pensiero di Araki
Nonostante la spiegazione e la difesa del compositore, la reazione del pubblico è stata negativa. Su X, ex Twitter, numerosi fan hanno espresso il loro disappunto per questa decisione, ritenendo che la musica creata dall’intelligenza artificiale tradisca lo spirito autentico e fatto a mano della saga di JoJo. Molti hanno sottolineato che, proprio il personaggio principale del film, Rohan Kishibe, è un artista che rappresenta il valore dell’espressione umana genuina.
Il pensiero di Hirohiko Araki
La critica più pesante arriva però dallo stesso Hirohiko Araki. Il celebre mangaka ha manifestato più volte la sua contrarietà all’uso dell’intelligenza artificiale nel campo artistico. Lo ha definito un “nemico” per chi vuole lavorare con la propria mente e la propria sensibilità. Araki ha persino etichettato gli artisti che si appoggiano all’AI come “imbroglioni”, sottolineando come questa pratica possa diluire il valore e l’autenticità dell’arte. Questa critica ha alimentato un dibattito acceso tra sostenitori della tradizione artistica e chi invece vede nella tecnologia un possibile strumento nuovo di espressione.
L’impatto del caso sulla ricezione del film e prospettive future
La vicenda ha portato a un clima di tensione intorno a At A Confessional già prima dell’uscita o immediatamente dopo la visione nelle sale. L’uso di una colonna sonora generata dall’intelligenza artificiale rischia di compromettere l’accoglienza della pellicola in un pubblico molto legato ai valori originari della serie. In effetti, le opinioni divise stanno spostando l’attenzione dal contenuto narrativo a una sorta di dibattito morale e professionale.
Le difese di Naruyoshi Kikuchi sui social
Naruyoshi Kikuchi, presente sui social, ha continuato a difendere la sua scelta, accusando chi critica di avviare una “caccia alle streghe”. Ma questa dinamica mostra quanto grande sia la sfida di conciliare sperimentazioni tecnologiche e rispetto delle radici culturali di produzioni iconiche. Non si tratta solo di musica o tecniche nuove, ma di cosa il pubblico e gli autori considerano patrimonio prezioso e inalienabile.
L’evoluzione di queste discussioni potrebbe influenzare il modo in cui in futuro si realizzeranno prodotti artistici legati a franchise amati, valutando con attenzione limiti e opportunità di strumenti come l’intelligenza artificiale. Le reazioni a At A Confessional rappresentano un indicatore rilevante sulla sensibilità crescente verso queste tematiche nel panorama culturale contemporaneo.