L’attesa per il primo episodio della terza stagione de “Il commissario Ricciardi” ha raggiunto livelli straordinari, tanto che il pubblico ha riempito ogni angolo del Bif&St, dove la serie è stata presentata in anteprima. La proiezione ha visto una tale affluenza che molti spettatori sono rimasti fuori, cercando di convincere il personale a farli entrare. Tra gli ospiti, Lino Guanciale, protagonista della serie, e Maurizio De Giovanni, autore dei romanzi da cui è tratta, hanno partecipato a un incontro con il pubblico subito dopo la visione.
La solitudine del commissario
Il personaggio di Ricciardi, dotato della capacità di vedere gli spiriti delle vittime di morte violenta e di ascoltarne gli ultimi pensieri, vive una condizione di solitudine profonda. Questo aspetto rende il commissario un personaggio con cui il pubblico può facilmente empatizzare. Maurizio De Giovanni ha commentato: “Tutti noi abbiamo fratture interiori. Se raccontiamo la storia dal punto di vista di ciascun personaggio, emerge la solitudine e la malinconia di ognuno”. La narrazione si concentra su come ogni personaggio affronti le proprie fragilità , rendendo la storia universale.
Lino Guanciale ha descritto il suo personaggio come un uomo che, pur essendo sovrasensibile, deve affrontare un forte decadimento emotivo. “Nella terza stagione, Ricciardi si trova a dover affrontare situazioni che mettono a dura prova la sua corazza emotiva”, ha spiegato l’attore. La sfida per Guanciale è quella di rappresentare un personaggio che, pur essendo forte, si trova a dover affrontare vulnerabilità inaspettate. La scrittura di De Giovanni riesce a rendere Ricciardi un personaggio con cui il pubblico può identificarsi, grazie alla sua complessità e alla sua lotta contro la solitudine.
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Un maschio alternativo
Ricciardi, spaventato dall’idea di condividere il suo segreto, mantiene le distanze da tutti, tranne che da pochi intimi come il brigadiere Maione e l’amata Enrica. Guanciale ha descritto il suo personaggio come una persona che trova difficile anche semplicemente camminare per strada, in una Napoli vivace e affollata. “La sua vita è un calvario quotidiano”, ha affermato. La condizione di marginalità che Ricciardi vive lo costringe a trovare strategie di sopravvivenza, tra cui il silenzio.
Il commissario è un esempio di un’idea di mascolinità alternativa. Nonostante la sua fragilità , non è meno coraggioso o forte. Guanciale ha sottolineato come Ricciardi rappresenti un modo diverso di essere uomo, in un contesto in cui la vulnerabilità è spesso vista come una debolezza. La relazione con Enrica diventa cruciale, poiché lei rappresenta la possibilità di un amore che, pur comportando rischi, può anche portare a una vita più piena e significativa.
Riflessioni sul contesto storico
La serie è ambientata negli anni dell’ascesa del fascismo, un periodo storico che continua a risuonare nel presente. Guanciale ha citato “La peste” di Albert Camus, evidenziando come il protagonista affronti una crisi enorme. “La peste è una metafora delle autocrazie che hanno segnato l’Europa”, ha spiegato l’attore. Nella serie, il personaggio di Bruno Modo rappresenta un antifascista che paga le conseguenze delle sue scelte. Ricciardi, pur non avendo una posizione esplicita, incarna un’opposizione silenziosa al regime.
Guanciale ha sottolineato l’importanza di mantenere la schiena dritta di fronte alle ingiustizie e di affrontare le responsabilità individuali. La serie esplora diverse strade di resistenza, mostrando come la lotta contro il fascismo possa manifestarsi in modi diversi. La narrazione invita a riflettere su come affrontare le sfide del presente, richiamando l’attenzione su figure storiche che hanno avuto il coraggio di dire no.
Il segreto del successo
“Il commissario Ricciardi” è una delle serie più apprezzate dal pubblico, grazie alla sua capacità di evolversi. De Giovanni ha osservato che, mentre molti personaggi rimangono statici, Ricciardi è in continua trasformazione. “Ogni episodio tiene conto della sua vita e delle esperienze che ha vissuto”, ha affermato. Questo cambiamento rende il personaggio più vicino al pubblico, che può riconoscersi nelle sue sfide quotidiane.
La serie ha dimostrato che è possibile costruire legami empatici con il pubblico attraverso una narrazione innovativa. Guanciale ha espresso la sua soddisfazione per aver interpretato un personaggio così complesso e significativo. “Ricciardi è entrato nella mia vita e continua a sorprendermi”, ha concluso l’attore, sottolineando l’importanza di portare avanti storie che possano risuonare con il pubblico in modo autentico.