Il cantautore napoletano racconta la sua timidezza e il legame con la musica prima dell’esibizione da silvia toffanin

Il cantautore napoletano racconta la sua crescita musicale, il ruolo del pianoforte nella sua vita e l’importanza della riservatezza, prima di presentare il nuovo singolo “Rosa e lacrime” a Silvia Toffanin.
Il cantautore napoletano racconta la sua crescita musicale, la timidezza, il legame con il pianoforte e la scrittura per altri artisti, presentando il nuovo singolo "Rosa e lacrime" nel programma di Silvia Toffanin. - Unita.tv

Il cantautore napoletano ha confidato alcuni momenti della sua crescita musicale prima di presentare il nuovo singolo “Rosa e lacrime” nel salotto televisivo di Silvia Toffanin. Ha parlato della sua esperienza con lo studio, della riservatezza durante l’infanzia e del ruolo protettivo che il pianoforte ha avuto nella sua vita, mostrando un lato intimo e poco conosciuto della sua carriera artistica.

La passione per lo studio e la musica nell’infanzia

Il cantante ha raccontato di aver dedicato molto tempo allo studio senza sentirne il peso, un aspetto sorprendente che gli ha permesso di coltivare parallelamente la sua passione per la musica. La disciplina nello studio non gli è mai sembrata un ostacolo, ma piuttosto un elemento naturale della sua routine quotidiana. La musica si è sviluppata in modo parallelo a questa abitudine, senza creare conflitti o difficoltà. In questo contesto, il cantautore ha sperimentato senza forzature, imparando a conciliare impegni e voglia di esprimersi attraverso il canto e la composizione.

Scrivere canzoni per altri artisti con discrezione

Questo equilibrio gli ha dato modo di perfezionarsi soprattutto nello scrivere canzoni per altri artisti, un’attività che ha svolto con discrezione fin da giovane. La semplicità con cui ha affrontato questa fase dimostra come per lui la musica non fosse solo un passatempo, ma una parte integrante del suo percorso di crescita personale e artistica. Coltivare questa passione durante l’adolescenza ha sfidato ogni possibile difficoltà legata al rendimento scolastico o alla pressione esterna, confermando un talento naturale accompagnato da grande determinazione.

La timidezza e il rapporto con la mamma durante prime esibizioni

In una rivelazione sorprendente, il cantautore ha ammesso che sua madre non lo ha mai sentito cantare direttamente. In effetti, la sua timidezza lo rendeva poco incline a mostrarsi vocalmente davanti a chi conosceva. La madre, però, era presente e attenta: ascoltava le cassette con le registrazioni delle sue canzoni realizzate per altri artisti, usando il suo vecchio walkman. Questo gesto materno racconta un modo discreto e affettuoso di sostenere il figlio, lontano dalla pressione di un confronto diretto.

L’artista racconta un episodio particolare, quando la mamma, ascoltando una registrazione, gli disse “tu canti bene”. Era un complimento ricevuto quasi di nascosto, che però ha lasciato un segno profondo. Quel momento simboleggia la scoperta graduale della propria voce, anche in assenza di grandi conferme pubbliche. La timidezza si è manifestata come un limite da superare, ma con dolcezza e senza imposizioni. Questo rapporto fatto di piccoli gesti e di fiducia ha contribuito a definire un percorso personale autentico.

Il pianoforte come rifugio e fonte di sicurezza

Il pianoforte ha rappresentato per il cantante una vera e propria zona di conforto, uno scudo capace di proteggerlo dalla pressione di cantare in pubblico. Quando la timidezza si faceva sentire, poteva rifugiarsi dietro le note dello strumento, che diveniva una seconda voce e un mezzo per esprimersi senza svelare troppo di sé. Questa relazione con il pianoforte si è sviluppata fin da subito come un legame profondo e rassicurante.

Comporre e conoscere se stessi dietro il piano

Usare il pianoforte come strumento per comporre e suonare ha aiutato l’artista a conoscere se stesso e a consolidare la propria identità musicale, senza forzare tempi o situazioni. La comfort zone del pianoforte ha permesso di coltivare il talento in modo naturale, un passo dopo l’altro. Questa protezione ha reso possibile anche la scrittura di testi e melodie, un terreno dove mettere nero su bianco emozioni e pensieri, senza la paura del giudizio immediato.

L’esibizione nel programma di Silvia Toffanin, quindi, arriva dopo una lunga fase di preparazione dietro le quinte, fatta di lavoro silenzioso e crescita personale. “Rosa e lacrime” viene presentata come il frutto di questo cammino, un prodotto che parla anche di delicatezza e vulnerabilità, caratteristiche che l’artista ha imparato a gestire e mostrare davanti al pubblico.