La guida di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, iniziata nell’autunno del 2022, ha attraversato un periodo intenso e complesso. In questi due anni il governo ha affrontato tensioni politiche, sfide economiche e pressioni internazionali. La premier ha cercato di mantenere la sua promessa di mettere “prima gli italiani”, mentre ha dovuto negoziare con Bruxelles e confrontarsi con i grandi protagonisti della scena globale. Non mancano i malumori interni e le critiche, ma Meloni conserva a oggi un ruolo centrale nel panorama politico italiano.
Un cammino difficile fra promesse nazionali e vincoli europei
Dall’inizio del suo incarico, Giorgia Meloni ha puntato su un discorso nazionalista, promettendo una ritrovata centralità per l’Italia. Ha voluto manifestare una linea decisa verso le priorità del Paese e rivendicare autonomia sulle questioni chiave. Questo percorso però si è scontrato con le rigidità europee e le dinamiche internazionali che impongono una rete di collaborazioni complesse.
Bruxelles è rimasta una sfida costante, specialmente per quanto riguarda i vincoli di bilancio e le politiche comuni. La necessità di dialogare con altri leader europei e mondiali ha richiesto compromessi e adattamenti che non sempre sono stati accolti con favore dall’opinione pubblica interna. In questa cornice, Meloni ha dovuto mantenere un equilibrio delicato fra visione politica e pragmatismo.
Le pressioni internazionali sono cresciute anche per via degli scenari geopolitici in mutamento, dal fronte energetico alle crisi umanitarie. Questi fattori hanno contribuito a rendere più arduo il compito del governo, chiamato a presentare un’immagine di stabilità mentre l’ambiente globale si faceva più incerto. La premier si è mostrata determinata, ma a volte il confronto con la realtà ha messo in luce alcune difficoltà nell’attuazione del suo programma.
Le tensioni e i casi controversi all’interno di Fratelli d’Italia
Nonostante l’opposizione parlamentare non sia riuscita a erodere in modo significativo la leadership di Meloni, nel governo emergono segnali di tensione da considerare. Alcune figure chiave della maggioranza hanno catalizzato polemiche che hanno rischiato di compromettere l’immagine della stessa coalizione.
Ad esempio, il ministro della Cultura è finito sotto i riflettori a causa del cosiddetto “caso Boccia”, che ha acceso dibattiti sull’assegnazione di incarichi e la gestione dei fondi pubblici. Poi, un altro episodio che ha attirato l’attenzione è la vicenda del ministro Urso, coinvolto per l’utilizzo della scorta destinata alla moglie all’aeroporto. Situazioni come queste provocano malumori e chiedono una risposta forte da parte della leadership.
Tra i casi più delicati c’è quello di Daniela Santanché, ministra del Turismo, indagata in un’inchiesta giudiziaria. Il coinvolgimento in questa procedura ha generato tensioni all’interno della maggioranza, alimentando dibattiti e potenziali frizioni nell’agenda politica del governo.
Un ultimo punto di attrito riguarda la nomina di un esponente vicino a La Russa alla presidenza dell’ACI, passata con scarsa trasparenza secondo alcune opposizioni. Questi fatti segnalano la difficoltà di mantenere unito un gruppo di governo eterogeneo e di gestire situazioni delicate senza compromettere il consenso pubblico.
Il sondaggio YouTrend mette in evidenza il duplice volto del governo Meloni
Un’indagine recente di YouTrend per Sky TG24, datata 16 luglio 2025, mostra la complessità della situazione. Giorgia Meloni resta la politica più apprezzata dagli italiani, con un consenso che si attesta al 34%. Questo dato evidenzia una forte fiducia personale che resiste nonostante i contrasti.
Lo stesso sondaggio registra però un calo del gradimento verso il governo, sceso al 34% con una quota della popolazione che esprime giudizi negativi del 62%. Il distacco tra la stima verso la premier e il governo rivela un malcontento diffuso sull’efficacia dell’azione politica e sulle scelte adottate in vari ambiti.
Sul piano dei partiti, Fratelli d’Italia è ancora lo schieramento dominante, con il 28,1% delle preferenze. Tuttavia subisce una lieve diminuzione rispetto al mese precedente, segnale di qualche crepa nella base elettorale. Contestualmente aumentano i voti per Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, entrambi in crescita di qualche punto percentuale.
Il Partito Democratico conferma la sua posizione intorno al 22,1%, ma non riesce a capitalizzare abbastanza per rappresentare un’alternativa forte. L’opposizione nel suo insieme continua a oscillare, incapace di mettere insieme un progetto che attragga in modo convincente. Questo scenario politico rende più complicato immaginare cambiamenti imminenti nella leadership nazionale.
La figura di Giorgia Meloni rimane centrale e mantiene un sostegno personale solido mentre affronta pressioni sia dall’interno della sua coalizione che fuori, nel panorama politico. Le prossime mosse del governo e il modo in cui verranno gestite le tensioni interne e le richieste degli elettori saranno cruciali per il futuro dell’esecutivo.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Elisa Romano