Nel cuore della Striscia di Gaza, la situazione umanitaria resta critica e i giornalisti locali affrontano condizioni estreme per mantenere acceso il flusso di notizie verso il mondo. Oltre ai rischi di guerra, le difficoltà quotidiane legate alla fame, alla mancanza di elettricità e ai problemi sanitari emergono negli scritti e nei racconti di chi vive e racconta questo conflitto sul campo. La vicenda di Sally Abdullah Thabit, corrispondente per Alkofiya TV, che ha perso i sensi in diretta, apre una finestra sulle difficoltà reali di questi giornalisti, costretti a resistere non solo per informare, ma anche per sopravvivere.
La fame come strumento di guerra nelle zone assediate di Gaza
A Gaza, la fame sta assumendo il ruolo di una minaccia invisibile che si aggiunge ai bombardamenti e alle distruzioni. Sally Abdullah Thabit spiega come la mancanza di cibo non sia solo un limite, ma una condizione che colpisce direttamente anche chi si occupa quotidianamente di raccontare questi eventi. Durante una diretta televisiva, mentre parlava di un attacco nel quartiere di Zekim, Sally è svenuta per via della stanchezza e della fame: non mangiava da giorni e il corpo ha ceduto a ritmi cardiaci alterati e nausea intensa.
Questo episodio non rappresenta un caso isolato. Molti giornalisti sono intrappolati nella stessa crisi, condividendo con la popolazione una quotidianità fatta di privazioni. Oltre a descrivere la sofferenza che vedono, ne fanno parte direttamente, vivono in una condizione di estrema fragilità fisica e mentale. La ricerca di cibo per sé e per le famiglie diventa una parte imprescindibile delle ore trascorse fuori dalla redazione, sotto la costante pressione dell’assedio e delle difficoltà logistiche.
Il blocco del valico di Karama Abu Salem e l’impatto sui soccorsi
Il continuo blocco del passaggio di Karam Abu Salem è centrale nel peggioramento delle condizioni di vita. Le forniture di aiuti umanitari, anche quelle gestite da agenzie internazionali come UNRWA, non riescono ad entrare. Questo blocco limita l’accesso a derrate alimentari, medicine e altri beni essenziali. Di conseguenza, i mercati interni di Gaza si svuotano e i prezzi delle poche risorse rimaste salgono a livelli proibitivi.
Le conseguenze ricadono pesantemente sulla popolazione civile, con un aumento dei casi di malnutrizione, soprattutto tra i bambini. I racconti dei giornalisti diventano un documento vivo della crisi: descrivono mercati desolati e famiglie che cercano disperatamente il minimo indispensabile per sopravvivere. La situazione sanitaria peggiora perché anche gli ospedali mancano di medicine e personale sufficiente, aggravando l’urgenza di interventi immediati e continuativi.
I giornalisti come testimoni diretti della crisi: tra informazione e sopravvivenza
Le testimonianze di chi lavora sulle linee del fronte narrano una doppia lotta. Da un lato, i cronisti devono portare avanti il loro ruolo di informatori, documentando ogni violenza e ogni difficoltà senza cedere al silenzio. Dall’altro, come nel caso di Sally, affrontano ogni giorno condizioni fisiche dure, segnate dalla fame e dalla paura. L’esperienza del blackout continuo, dei combattimenti e delle restrizioni incide sulla loro capacità di lavorare ma anche sulla sopravvivenza personale.
Molti affrontano la giornata cercando di assicurare anche la sopravvivenza dei propri figli, con scelte difficili e privazioni. La presenza in diretta di corrispondenti come Sally, nonostante un corpo che spesso chiede riposo, è testimonianza di una tenacia che si confronta con la realtà più cruda. Le loro parole diventano un collegamento diretto con il mondo esterno, un canale unico per far sapere cosa sta accadendo in quelle aree assediate.
Questa realtà sottolinea come la crisi non sia solo un conflitto militare ma una lotta per la vita quotidiana, dove ogni informazione trasmessa assume un peso molto più grande della semplice notizia. I giornalisti, oltre a raccontare, cercano di proteggere vite e storie che rischiano di scomparire sotto il peso dell’assedio e del silenzio imposto da restrizioni e bombardamenti.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Davide Galli