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I fratelli dardenne presentano “jeunes mères” a cannes, cinque madri adolescenti al centro del racconto corale

Il film “jeunes mères” dei fratelli Dardenne, presentato al Festival di Cannes, esplora le sfide delle madri adolescenti attraverso storie intrecciate e un linguaggio visivo minimalista.

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"Jeunes mères" dei fratelli Dardenne, presentato a Cannes 2025, racconta con sensibilità le vite di cinque giovani madri in un centro per madri single, esplorando temi sociali complessi come la maternità precoce e l’autonomia. - Unita.tv

Il nuovo film “jeunes mères” di Jean-Pierre e Luc Dardenne ha debuttato alla 78esima edizione del Festival di Cannes, confermando la presenza dei due registi belgi nella scena cinematografica internazionale. La pellicola segue le vicende di cinque ragazze adolescenti madri, che vivono in un centro per madri single mentre cercano di costruire un futuro diverso. Attraverso questo dramma corale, i fratelli Dardenne tornano a esplorare temi sociali difficili, ponendo l’attenzione su esperienze di vita spesso trascurate.

Accoglienza della critica e prime reazioni a cannes

Dopo la proiezione a Cannes, “jeunes mères” ha raccolto reazioni per lo più favorevoli, con apprezzamenti per il ritorno dei fratelli Dardenne a tematiche sociali forti e per la capacità di raccontare tante storie intrecciate con sensibilità. Alcuni critici hanno però osservato che il film non raggiunge la forza di capolavori precedenti come “rosetta” o “il figlio”.

I commenti hanno sottolineato la delicatezza del lavoro sul tema delle madri giovani, riconoscendo la funzione sociale delle storie ma registrando una certa prudenza sugli esiti narrativi complessivi. Benché non manchino alcune riserve, il film entra nel circuito dei titoli di rilievo del cinema d’essai europeo, offrendo uno sguardo attento su una realtà contemporanea poco rappresentata.

Il ruolo del cast nel costruire storie autentiche

Per dare corpo alle cinque protagoniste del film, i fratelli Dardenne hanno scelto un gruppo di attrici giovani e poco conosciute, con un cast che include Lucie Laruelle, Babette Verbeek, Elsa Houben, Janaïna Halloy Fokan e Samia Hilmi. Ognuna di queste attrici dà vita a un personaggio con una storia e una personalità distinte, offrendo volto e voce a esperienze spesso invisibili. A completare il gruppo, India Hair interpreta il ruolo di Morgane, aggiungendo un altro tassello alla narrazione complessiva.

Il cast è stato selezionato per la capacità di trasmettere realismo e un coinvolgimento emotivo diretto, senza enfatizzare eccessivamente o cadere in stereotipi. Il risultato è un insieme di interpretazioni che evidenziano le sfumature delle vite di queste madri adolescenti, mettendo a nudo non solo le difficoltà ma anche le speranze e i gesti di cura comuni.

Testimonianze dei fratelli dardenne sulle scelte narrative

Jean-Pierre Dardenne ha raccontato in un’intervista come la dimensione corale del film sia stata una decisione maturata durante le riprese, frutto della complessità incontrata nel rifugio. Questo ha permesso di spostare l’attenzione da una singola storia a un intreccio di vite, per dare voce alle diverse prospettive di maternità e crescita personale.

Con questo approccio, i registi hanno voluto valorizzare la varietà delle esperienze giovanili e la tenacia di chi, nonostante tutto, prova a restare in piedi. La scelta di raccontare un insieme di storie ha aperto opportunità per rappresentare sfumature e contraddizioni senza rinunciare a un minimo quadro comune.

Stile narrativo e temi al centro di “jeunes mères”

I fratelli Dardenne sono conosciuti per un linguaggio visivo minimalista e intenso, che punta sui dettagli quotidiani e sulle emozioni contenute. Anche in “jeunes mères” mantengono questo modello, scegliendo inquadrature asciutte e atmosfere che favoriscono l’immedesimazione con i personaggi. Rispetto ai film precedenti, questa volta introducono qualche elemento di luce e apertura, come ha spiegato Luc Dardenne, che ha definito la pellicola “più luminosa”.

Una novità importante riguarda la musica, che torna a svolgere un ruolo dopo l’assenza negli ultimi due film dei fratelli. Questa scelta interviene con delicatezza per rinsaldare il tono di speranza senza appesantire la narrazione. La storia si muove intorno a temi come la maternità precoce, la responsabilità personale, il senso di isolamento, ma ritrae anche la ricerca di autonomia e affetto.

Possibili critiche e discussioni sul film

Non tutti gli spettatori hanno accolto “jeunes mères” senza riserve. Alcune critiche hanno sottolineato che l’ampiezza del cast e la scelta del racconto corale rischiano di frammentare le storie, riducendo la profondità delle singole esperienze. Altri hanno ritenuto che il film presenti un’immagine troppo ottimistica della condizione delle madri giovani, forse distante dalla durezza reale di certe situazioni.

Questi punti di vista alimentano un dibattito sulle modalità con cui raccontare la realtà e sulle responsabilità del cinema nel rappresentare nodi sociali complessi. Anche così, il film mantiene un valore rilevante per l’attenzione rivolta a temi spesso invisibili all’interno delle narrazioni più comuni.

Idee alla base di “jeunes mères” e processo creativo

Il progetto di “jeunes mères” è nato da una visita che i fratelli Dardenne hanno fatto in un rifugio dedicato alle madri giovani e sole. Inizialmente pensavano a una singola storia, quella di Jessica, una ragazza che non provava un legame affettivo con il proprio bambino. Ma strada facendo, hanno scoperto molte altre vite intrecciate nel luogo e hanno deciso di allargare il racconto, includendo cinque protagoniste diverse. Questa scelta ha permesso loro di offrire una visione più sfaccettata della maternità precoce e di come le ragazze affrontano le difficoltà di crescere figli senza il supporto tradizionale.

L’approccio scelto dai registi è quindi quello di un racconto corale e contemporaneamente individuale, che mette in luce la complessità delle situazioni e la varietà delle reazioni emotive. La creazione del film è passata da un lavoro sul campo, basato sull’osservazione e sull’ascolto attento delle esperienze reali delle madri nel centro, con un forte impegno nel mantenere fedele la rappresentazione.

Impatto sociale e riflessioni sull’attualità

“jeunes mères” non si limita a raccontare storie individuali. Il film apre finestre su questioni sociali concrete, come la povertà, le diseguaglianze e il peso che la maternità assume in età adolescenziale. Questi temi restano centrali anche nel contesto socioeconomico del 2025, dove le difficoltà economiche continuano a pesare sulle fasce più fragili della popolazione.

Attraverso la rappresentazione del centro per madri single, la pellicola mette in luce le sfide quotidiane di chi cerca di costruire un futuro migliore in situazioni complicate. Il film si situa così in un dibattito più ampio sulle responsabilità collettive verso i giovani e le madri sole, senza generalizzare o banalizzare le esperienze ma mantenendo il racconto ancorato alla concretezza.

Ritorno a cannes e rilievo internazionale

Il debutto di “jeunes mères” a Cannes, nel 2025, segna il ritorno dei fratelli Dardenne sulla Croisette dopo tre anni da “Tori e Lokita”. Il loro percorso nel festival è segnato da successi importanti, con due palme d’oro vinte in passato per “Rosetta” e “Il figlio”. Questa nuova partecipazione conferma l’interesse internazionale per i loro racconti, che restano legati a sguardi profondi sulla società.

L’attesa attorno a “jeunes mères” ha spinto la critica e il pubblico a interrogarsi sul futuro del cinema impegnato in Europa, soprattutto di fronte a temi come la maternità e l’adolescenza. I fratelli Dardenne mantengono così una posizione di rilievo, con un lavoro che stimola attenzione e riflessione.