
I festival musicali europei, in particolare in Regno Unito e Francia, adottano sempre più pratiche ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale, con esempi innovativi come il festival parigino We Love Green, che integra musica e impegno ambientale. - Unita.tv
I grandi eventi musicali stanno cambiando volto per ridurre l’impatto ambientale. In Europa cresce il numero di festival che adottano pratiche ecosostenibili, con misure concrete contro lo spreco, l’inquinamento e l’uso di energia non rinnovabile. Il fenomeno coinvolge soprattutto Regno Unito e Francia, dove aumenta la presenza di responsabili di sostenibilità e cresce la disponibilità dei partecipanti a sostenere festival “verdi”. Tra i modelli più avanzati emerge il festival francese We Love Green, che combina grandi nomi della musica a un approccio ambientale rigoroso e innovativo.
L’espansione dei festival musicali con gestione ambientale e impatto misurato
Secondo il rapporto “Festival Insights 2024” di A Greener Festival, quasi la metà dei festival britannici oggi attiva piani precisi per la gestione ambientale, rispetto a pochi anni fa quando l’attenzione era meno diffusa. Il dato francese mostra un 35% degli eventi con un responsabile per la responsabilità sociale d’impresa e un coinvolgimento diretto degli spettatori, con più del 70% disposto a pagare un biglietto più caro per un festival ecologico. L’impatto di queste scelte si manifesta in una consistente riduzione dei rifiuti, ridotti del 29% dal 2018 al 2024. Tra le alternative all’ordinario ci sono raccolta differenziata, trasporti a basso impatto, alimentazione vegana e fonti energetiche rinnovabili. Il festival non è più solo una piazza per la musica, ma un terreno dove si intrecciano cultura, economia e rispetto per il territorio.
Questo cambiamento fa emergere un nuovo modello organizzativo, dove la sostenibilità è parte integrante delle attività. I festival si trasformano in laboratori in cui sperimentare soluzioni ambientali e tradurre in pratica politiche di riduzione dell’inquinamento. Questo approccio coinvolge non solo gli organizzatori ma anche artisti, sponsor e pubblico.
We love green: un festival che unisce musica e impegno ambientale a parigi
We Love Green, nato a Parigi nel 2011 da Marie Sabot e Manuel X, rappresenta una delle realtà più significative di questo movimento. Fin dall’inizio, ha puntato a dimostrare che l’organizzazione di un grande evento musicale può convivere con un basso impatto ambientale. Il festival, che si svolge a giugno, ospita artisti come Air, Fka Twigs, Charli XCX, LCD Soundsystem e Clara Luciani, combinando nomi internazionali e innovazione ecologica.
Il festival non utilizza generatori a diesel, ma ha sperimentato biocarburanti, pannelli solari, batterie alternative e persino il coinvolgimento dell’idrogeno per alimentare le proprie attività. Il progetto si estende oltre l’energia, includendo iniziative per la biodiversità come l’installazione di nidi per uccelli e la realizzazione di studi scientifici sul territorio circostante. Questo lavoro ha portato a riconoscimenti come il Green Operations Award agli European Festival Awards, segno del valore delle pratiche adottate.
We Love Green non si limita a organizzare concerti: include conferenze, dibattiti e momenti educativi per sensibilizzare il pubblico su temi ambientali e sociali. La combinazione tra musica e cultura ambientale ha contribuito a creare un evento in cui la qualità artistica si accompagna a contenuti di riflessione e azione pratica.
Le strategie e le innovazioni adottate per ridurre l’impatto ambientale del festival
Tra gli interventi strutturali presi per limitare le emissioni, uno dei più importanti è stato il divieto di veicoli a motore sull’area verde destinata al festival. Il trasporto interno si svolge grazie a biciclette e mezzi leggeri, utilizzando percorsi protetti per la logistica. Questo consente di preservare il suolo e mantenere l’ambiente il più possibile intatto durante e dopo l’evento.
Nel rapporto con gli artisti, il festival inserisce clausole di eco-responsabilità nei contratti. Gli spettacoli devono rispettare limiti precisi sull’uso dell’energia, riducendo consumi di luci e dispositivi audio-video. La collaborazione con i gruppi musicali mira a sensibilizzare anche i loro team sulle tematiche ecologiche, spingendo a scelte più sobrie e sostenibili.
Iniziative culturali e pratiche circolari
Un’altra innovazione riguarda la scena delle conferenze, avviata nel 2014 e cresciuta fino ad ospitare oltre mille spettatori. Si alternano interventi di esperti scientifici e spettacoli più leggeri, come il Greenwashing Comedy Club, che in modo ironico affronta le contraddizioni legate all’industria delle pratiche “green”. Anche gli allestimenti seguono criteri circolari: ogni elemento scenografico viene registrato, conservato e riutilizzato nelle edizioni successive, riducendo sprechi e costi.
L’impegno degli artisti e la risposta del pubblico alle iniziative ambientali
Molti artisti mostrano interesse verso la filosofia green del festival. Alcuni di loro, come Björk e Pomme, sono già noti per la loro attenzione ai temi ambientali. Dal 2023 l’intero menù del festival, sia per il pubblico che per il backstage, è esclusivamente vegano. L’iniziale scetticismo verso questa scelta è stato superato grazie alla qualità delle proposte, che ha convinto anche i più dubbiosi.
Il festival invita gli artisti a partecipare a momenti specifici di sensibilizzazione prima dei concerti. Si tratta di brevi interventi, spesso in collaborazione con attivisti o esperti, che vogliono coinvolgere il pubblico su temi ambientali e sociali. Non tutti gli artisti accettano questa pratica, a volte per timori legati alla percezione pubblica, ma le iniziative trovano comunque ascolto tra chi partecipa.
Il coinvolgimento del pubblico si rafforza se supportato dall’impegno degli artisti, che diventano un elemento chiave per diffondere consapevolezza. Il festival limita gli effetti speciali per gli spettacoli, privilegiando contenuti più essenziali e meno energivori. L’impegno ecosostenibile però richiede risorse economiche e rimane una sfida mantenere finanziamenti adeguati nel lungo periodo, nonostante la presenza di sponsor interessati.
La diffusione internazionale dei festival musicali green e i loro riferimenti principali
Questo tipo di organizzazioni ha un seguito crescente in Europa e non solo. Tra i punti di riferimento del movimento ci sono festival come Shambala nel Regno Unito, noto per la sua offerta vegana; Roskilde in Danimarca, che punta con decisione a una mobilità a basso impatto; e eventi digitali a tema veganistica nelle città di Amsterdam e Anversa. La Francia ospita anche manifestazioni come La Pluie de Juillet in Normandia e Cabaret Vert, che seguono linee simili di tutela ambientale.
Il contesto normativo e politico ha contribuito a spingere il settore verso pratiche più sostenibili. Le regolamentazioni in materia ambientale rendono necessarie soluzioni che abbiano risultati concreti, spingendo gli organizzatori a sperimentare e a migliorare costantemente metodi e strumenti. Anche la relazione con pubblico e artisti si evolve, spinta dall’idea che la musica possa diventare uno strumento non solo di divertimento, ma anche di informazione e impegno civico.