Gwyneth paltrow e la candela al profumo di vagina: ritorno sulle critiche e difesa del prodotto
Gwyneth Paltrow discute la sua controversa candela “This Smells Like My Vagina”, rivelando il processo creativo e affrontando le critiche, sottolineando l’importanza di rompere i tabù sulla sessualità femminile.

Gwyneth Paltrow difende la sua candela provocatoria "This Smells Like My Vagina", sottolineandone il valore simbolico nella lotta contro i tabù sulla sessualità femminile nonostante le critiche. - Unita.tv
L’attrice e imprenditrice gwyneth paltrow torna a parlare del suo prodotto più discusso, la candela dal profumo insolito che ha creato scalpore fin dal lancio. tra battute e spiegazioni, paltrow ha riaffermato la sua posizione sul valore simbolico di un articolo che ha fatto molto discutere, raccontando i retroscena dietro la sua creazione e rispondendo alle polemiche ancora vive.
La nascita della candela “this smells like my vagina”: un’idea nata quasi per caso
Nel 2020 gwyneth paltrow ha scelto di presentare al pubblico un prodotto fuori dagli schemi: la candela chiamata this smells like my vagina in vendita a 75 dollari. La storia dietro questa scelta è emersa solo ora, durante un evento a los angeles: paltrow ha raccontato che tutto è iniziato mentre lei e il suo team stavano testando varie fragranze senza un’intenzione precisa. L’attrice ha detto di aver sentito un profumo particolare che le ha subito ricordato qualcosa di molto personale, dando così origine all’idea.
Nel momento in cui il suo collaboratore, l’esperto di profumi douglas little, ha suggerito di trasformare quella fragranza in una candela da vendere, paltrow ha pensato fosse uno scherzo. Invece la proposta è diventata realtà e la candela ha esordito sul sito web. Da quel momento il prodotto ha avuto un grande impatto, facendo letteralmente esplodere la rete con reazioni contrastanti tra curiosità, approvazione e molte critiche.
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La reazione del pubblico e le critiche ancora vive dopo anni
la candela ha attirato tanto interesse per via del nome provocatorio e della metafora che portava con sé. molto pubblico però non ha accolto bene l’idea, scatenando discussioni sulle reti social, articoli di stampa e commenti di vario tipo. questa volta gwyneth paltrow ha deciso di affrontare direttamente le critiche, ribadendo che il prodotto non è solo una trovata commerciale ma un messaggio dietro il quale si cela un tema delicato: la sessualità femminile.
l’attrice ha ammesso che dopo il lancio ci è voluto tempo prima che l’opinione pubblica dimenticasse la vicenda, proprio per l’impatto che ha avuto. tuttavia è rimasta soddisfatta della scelta di non ritirare la candela nonostante le polemiche, convinta che mantenere il prodotto in commercio abbia un significato più profondo rispetto a semplici reazioni di scherno o imbarazzo.
Il valore simbolico della candela e il messaggio sulla sessualità femminile
gwyneth paltrow ha espresso chiaramente la sua posizione riguardo il motivo per cui ha deciso di mantenere in vendita quella candela. per lei, il prodotto rappresenta la volontà di rompere tabù legati alla sessualità femminile che spesso viene vissuta con vergogna o imbarazzo. nel suo intervento all’evento di los angeles ha definito questa scelta come una sorta di dichiarazione “punk rock”, volta a valorizzare la bellezza e la forza delle donne.
Ha dichiarato che vuole sottolineare quanto sia importante parlare senza filtri di aspetti che normalmente restano nascosti o censurati, cercando così di offrire una prospettiva diversa sulla femminilità. per chi continua a criticare la candela gwyneth ha risposto in modo schietto, mostrando fermezza e chiara intenzione di non lasciarsi condizionare dalle critiche vissute come ingiuste.
Lo scandalo e le discussioni attorno a questo prodotto hanno mostrato come certi argomenti siano ancora sensibili nel pubblico. L’episodio di gwyneth paltrow mette in luce un confronto acceso tra chi vuole conservare la libertà di esprimersi senza censure e chi invece preferirebbe mantenere certi confini tradizionali nella comunicazione commerciale e culturale.