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Giovanni Esposito e Susy Del Giudice al BCT Festival di Benevento 2025 con il film nero

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Il BCT Festival del Cinema e della Televisione di Benevento 2025 ha ospitato la seconda giornata una coppia d’attori molto apprezzata: Giovanni Esposito e Susy Del Giudice. I due hanno presentato “Nero”, il film che segna l’esordio alla regia di Esposito, portando sullo schermo un rapporto familiare reale tra marito e moglie. La pellicola, uscita nelle sale a maggio 2025 dopo l’anteprima al Torino Film Festival 2024, racconta una storia intensa ambientata nel napoletano che unisce dramma e commedia in modo originale.

La presentazione di nero al bct festival: atmosfera e primi incontri

Nel giardino dell’Antum Hotel a Benevento, Giovanni Esposito e Susy Del Giudice si sono concessi a una chiacchierata informale dopo aver accolto fan e fotografi durante il photocall del festival. L’affiatamento tra i due è subito apparso evidente non solo per il loro legame nella vita privata ma anche per la passione con cui hanno parlato del progetto cinematografico appena concluso. Hanno condiviso dettagli sul dietro le quinte, mostrando entusiasmo nel raccontare come si è sviluppato “Nero” dall’idea alla realizzazione.

La coppia ha spiegato quanto questo film rappresenti un momento importante per entrambi: non solo perché segna il debutto registico di Giovanni Esposito ma anche perché li vede recitare insieme in ruoli strettamente intrecciati con le loro vite reali. Questo aspetto ha dato profondità alla narrazione, rendendo ogni scena carica di emozioni autentiche.

Trama di nero: tra dramma familiare e poteri sovrannaturali nel napoletano

“Nero” segue Paride detto Nero , un uomo segnato dalla vita difficile nei quartieri tra Castel Volturno e Mondragone, in provincia di Napoli. Nero vive alla giornata dedicandosi soprattutto a sua sorella Imma , ragazza autistica che rappresenta per lui un punto fermo nella sua esistenza complicata.

La svolta arriva quando durante una rapina finita male Nero scopre casualmente un dono particolare: può guarire le persone da malattie o ferite semplicemente toccandole. Questo potere però comporta una perdita dolorosa; ogni volta che lo usa perde uno dei suoi cinque sensi in modo permanente fino a quando non riesce a recuperarlo.

Questa condizione crea tensione emotiva nel racconto mettendo in luce i sacrifici personali del protagonista mentre cerca di proteggere Imma dal mondo esterno ostile ma anche da sé stesso.

Mescolare commedia e dramma senza perdere credibilità secondo gli attori

Durante l’incontro con i giornalisti al BCT Festival è emersa una riflessione interessante sulla capacità del film “Nero” di fondere elementi comici con situazioni drammatiche profonde senza cadere nell’incoerenza narrativa o emotiva. Giovanni Esposito ha sottolineato come sia possibile superare qualsiasi confine fra questi generi se si mantiene sempre viva la credibilità dei personaggi agli occhi dello spettatore.

Secondo lui lo spettatore deve sentirsi coinvolto ed emozionato sia nelle scene più leggere sia in quelle più intense perché ciò rende naturale quel passaggio continuo fra risate amare ed episodi struggenti presenti nel racconto visivo.

Susy Del Giudice ha confermato questa idea paragonando lei stessa ai due poli opposti della commedia – concavo – convesso – capaci però se ben combinati dare origine ad qualcosa che funziona su diversi livelli narrativi contemporaneamente mantenendo equilibrio perfetto lungo tutta la durata della pellicola.

Sceneggiatura solida come base fondamentale per “nero”

Giovanni Esposito ha messo l’accento sull’importanza cruciale della sceneggiatura scritta insieme a Francesco Prisco e Valentina Farinaccio. Il lavoro durò mesi intensissimi dove nulla venne lasciato al caso proprio per garantire coerenza interna ai personaggi, alle dinamiche familiari, così come all’inserimento degli elementi fantastici legati ai poteri soprannaturali.

Il cast scelto poi fu determinante: attori capaci trasmettere emozioni vere sostenendo situazioni delicate. Tra loro Anbeta Toromani, Peppe Lanzetta, Roberto De Francesco oltre agli altri nomi notabili. Questa squadra permise ad ogni interprete d’entrare completamente nei propri ruoli dando spessore umano alle figure rappresentate.

Susy del giudice interpreta imma: costruire un ruolo complesso sull’autismo

Imma è uno dei personaggi chiave interpretati da Susy Del Giudice. La sorella autistica diventa simbolo d’amore puro nella vita turbolenta di Nero/Paride ma era difficile darle voce essendo priva quasi completamente dialoghi verbali tradizionali.

L’attrice racconta quanto abbia affrontato questo ruolo con rispetto profondo temendo inizialmente difficoltà dovute all’approccio insolito fatto principalmente attraverso suoni vocalizzati piuttosto che parole scritte nelle didascalie originali.

Un supporto decisivo arrivò dalla collaborazione col marito regista ma soprattutto dalla dottoressa Alessandra Borghese esperta nello studio dell’autismo: grazie ai suoi consigli riuscì ad avvicinarsi realisticamente alle sfumature comportamentali necessarie rendendo Imma credibile senza stereotipi o semplificazioni superficiali.

Giovanni Esposito aveva pensato fin dall’inizio proprio a Susy per questo ruolo; lei però superò ogni aspettativa regalando nuove dimensione inattese offrendo libertà creativa sul set adattando continuamente alcune parti della sceneggiatura durante le riprese stesse sotto guida diretta dello stesso regista/attore.

Relazione fraterna trasformata anche in rapporto padre-figlia dentro nero

Il cuore pulsante della storia sta nell’intenso legame fra Paride/Nero ed Imma, fratello/sorella ma anche padre/figlia nei momenti più delicati dove emerge tutta la tenerezza nascosta dietro gestualità semplicissime fatte d’affetto reciproco quotidiano.

Le scene più toccanti mostrano questa doppia natura affettiva caratterizzata dall’impegno costante nell’accudimento reciproco: infatti Nero assume responsabilità paterne verso Imma mentre lei mantiene quell’innocenza infantile capace allo stesso tempo far emergere fragilità profonde dentro entrambi.

Questo intreccio rende unico il racconto facendo emergere sentimenti veri radicati nella realtà contemporanea delle famiglie specialmente quando coinvolgono disabilità spesso poco conosciute dal grande pubblico cinefilo italiano.

L’intervista si conclude sulle note scherzose lanciate da Susy riguardo alla doppia veste personale-professionale assunta accanto al marito-regista definendolo ideale seppur “ibrido” compagno dentro casa come sul set cinematografico.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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