Giorgia meloni alla conferenza di bologna: un appello per un’europa meno ideologica e più concreta
Giorgia Meloni, durante un intervento a Bologna, chiede una revisione delle politiche dell’Unione europea, puntando su pragmatismo e concretezza per affrontare le sfide economiche e sociali attuali.

Giorgia Meloni, a Bologna, ha chiesto un’Europa pragmatica che abbandoni ideologie superate, elimini ostacoli burocratici e dazi interni, e riveda la transizione energetica per favorire crescita, competitività e benessere reale. - Unita.tv
Giorgia Meloni ha voluto tracciare una linea netta rispetto alle scelte passate dell’Unione europea, durante un intervento svolto a Bologna. Le sue parole non si sono fermate a una semplice riflessione, ma hanno indicato la necessità di una svolta radicale, puntando a cambiare idee e pratiche ormai superate, in vista delle sfide economiche e sociali del nostro tempo.
Un’Europa che abbandoni le vecchie ideologie per concentrarsi sui fatti
Nel suo discorso pubblico, Meloni ha sottolineato soprattutto che l’Europa deve fare a meno delle grandi ideologie che hanno guidato molte politiche fino a oggi. Ha chiedono di passare a un approccio pragmatico, dove tornano al centro le cose che funzionano davvero e producono risultati concreti. Non più teorie o posizioni rigide imposte dall’alto, ma un confronto aperto che porti a un’Europa più competitiva, capace di stimolare la crescita industriale e occupazionale. La presidente del Consiglio ha puntato a convincere che l’Unione, allo stato attuale, è frenata da schemi non più validi, e rischia di restare indietro rispetto ai grandi cambiamenti globali.
Ha usato parole chiare per criticare una situazione che si prolunga da anni, facendo capire che senza una revisione decisa, l’Europa faticherà a reggere la pressione di competitor più agguerriti. Meloni non si è limitata a indicare le criticità, ma ha proposto un cambio di direzione che punti alla concretezza e all’efficienza, due qualità indispensabili per il rilancio.
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L’attacco ai dazi interni e alla burocrazia che rallenta il mercato unico
Nel corso dell’assemblea di Confindustria, tenuta a Bologna nel Teatro EuropAuditorium, la presidente del Consiglio ha denunciato una situazione paradossale: l’Unione europea stessa si auto impone barriere commerciali che limitano il libero scambio e frenano lo sviluppo. Con una frase diventata subito oggetto di dibattito, Meloni ha chiesto che si tolga il “coraggio” per eliminare i dazi interni. Questi ostacoli, secondo lei, mettono a rischio l’efficacia del mercato unico, impedendo all’Europa di proteggersi adeguatamente dalle azioni protezionistiche di altri Paesi.
L’intervento ha evidenziato come, secondo Meloni, il sistema comunitario sia vittima di meccanismi burocratici e regole incapaci di sostenere l’economia reale. La stessa struttura, dunque, bloccherebbe le proprie capacità di innovare e competere a livello globale. Eliminare questi vincoli diventerebbe perciò una priorità, non solo per favorire le imprese, ma anche per permettere un dialogo commerciale più libero e vantaggioso.
Le critiche non si fermano qui. Meloni ha ricordato a Bruxelles che occorre uno sforzo concreto per eliminare tutto ciò che rallenta le attività produttive, come procedure complesse e ostacoli inutili. Ha sottolineato che bisognerebbe mettere in campo strumenti snelli, snellezza amministrativa che renda più facile fare impresa e investire nel futuro.
La transizione energetica: un percorso da ripensare senza ideologia
Un tema centrale del discorso di Meloni è stato la transizione energetica, vista come un nodo cruciale per il futuro dell’industria europea. Ha detto chiaramente che il modo in cui Bruxelles sta gestendo questa fase è troppo spesso guidato da idee rigide, più ideologiche che pratiche. Ha accusato che queste scelte abbiano causato danni economici notevoli, compromettendo la sostenibilità sociale senza garantire i benefici ambientali promessi.
Un equilibrio più lungimirante tra economia e ambiente
L’attenzione si è concentrata sul bisogno concreto di correggere la rotta, superare posizioni fisse e valutare misure realistiche che aiutino davvero le imprese e la popolazione. Meloni ha richiamato l’Europa a un atteggiamento più lungimirante, meno dogmatico, capace di trovare un equilibrio tra esigenze economiche e ambientali senza sacrificare il benessere collettivo.
Ha spiegato che solo così, ripensando le politiche energetiche senza pregiudizi, si potrà costruire una competitività seria. L’industria europea deve potersi reggere su basi solide e pragmatiche, e non perdere terreno proprio mentre altri Paesi puntano su soluzioni più concrete e flessibili.
Gli interventi pronunciati in questa occasione testimoniano una volontà forte di cambiare le regole del gioco, con l’obiettivo di rendere l’Unione un attore più forte, capace di rispondere ai problemi reali dei cittadini e delle imprese. Non si tratta di respingere gli sforzi per il clima o la coesione, ma di richiedere un approccio che non penalizzi chi lavora e produce. Dalle parole di Meloni emerge un’idea di Europa dove contano meno ideologie e più risultati visibili nelle vite di tutti i giorni.