Gerri su rai 1 batte maria corleone su canale 5: un confronto tra due protagonisti della fiction italiana
Il confronto tra Gerri, poliziotto rom in Rai 1, e Maria Corleone, figlia di un boss mafioso su Canale 5, evidenzia differenze nella scrittura e nell’autenticità dei personaggi.

L'articolo confronta due fiction italiane recenti, mettendo in luce la scrittura autentica e profonda di "Gerri" (Rai 1) rispetto ai cliché e alla ripetitività di "Maria Corleone" (Canale 5), evidenziando come la prima offra un ritratto più umano e coinvolgente. - Unita.tv
Negli ultimi mesi la fiction italiana ha visto scontrarsi due racconti molto diversi, con protagonisti che incarnano storie e universi lontani per ambientazione e temi. Da un lato Gerri, poliziotto di origini rom in una serie di Rai 1, dall’altro Maria Corleone, donna di sangue mafioso in una fiction targata Canale 5. Entrambi hanno attirato attenzione e pubblico, ma questo confronto mette in luce come il valore drammaturgico e la scrittura abbiano fatto emergere un chiaro vincitore al di là degli ascolti.
La scrittura di gerri: un ritratto di fragilità e umanità nella fiction crime italiana
Gerri è il nome del protagonista di una nuova serie crime andata in onda su Rai 1. Il personaggio è un poliziotto cresciuto in una casa famiglia con origini rom, che affronta un delicato equilibrio tra passato e presente. La serie evita di inseguire colpi di scena esagerati o effetti speciali e si concentra su aspetti reali, umani e sfaccettati del protagonista.
Il cuore della narrazione
Il suo conflitto interiore è il cuore della narrazione. Gerri lotta con traumi dell’infanzia mai risolti e desiderio di stabilità. Non si presenta come il classico poliziotto duro, anzi spesso dimostra fragilità emotive. Ne sono un esempio i casi che lo colpiscono particolarmente, come quelli che coinvolgono minori o persone vulnerabili, nei quali si vede il suo lato più sensibile.
La scrittura della serie fa affidamento su una narrazione pacata e delicata. Le dinamiche tra Gerri e la collega Lea Coen si costruiscono su gesti misurati, silenzi e sguardi eloquenti. Le emozioni emergono senza esagerazioni melodrammatiche, raccontando un’intimità verosimile e coinvolgente.
Questa attenzione ai dettagli e alla profondità psicologica ha trovato riscontro non solo nel pubblico, con oltre il 20% di share alla prima puntata e una buona risposta sui social, ma anche nella critica che ha riconosciuto la qualità della sceneggiatura e della caratterizzazione del personaggio.
Maria corleone su canale 5: una trama familiare che non riesce a sorprendere
Maria Corleone affonda le radici in un immaginario mafioso forte e ben noto. Il personaggio è la figlia di un boss, nata a Palermo e diventata stilista a Milano. Dopo la morte del fratello gemello, la protagonista si riavvicina al mondo criminale per una ricerca di vendetta e per rispetto dei legami familiari.
Premesse forti ma trama ripetitiva
La serie parte da premesse forti, tese a intrecciare tensione e conflitti interni al personaggio. Tuttavia, la narrazione tende a utilizzare percorsi già battuti: una donna che sceglie il crimine come forma di protezione dei suoi affetti, il confronto tra potere e amore, la matrice melodrammatica che prende spesso il sopravvento.
Questo ha creato un senso di ripetitività nella trama e una difficoltà a rendere maria corleone un personaggio che evolve o sorprende. Il ricorso a stereotipi del genere mafioso ha limitato la costruzione di sfumature e complessità.
Lo confermano i dati degli ascolti, con un calo significativo nel corso della seconda stagione, arrivando all’11% di share, segnalando una perdita di interesse da parte del pubblico. Anche la critica ha sottolineato la poca profondità e la pochezza della scrittura rispetto alle aspettative.
Confronto tra i protagonisti: autenticità contro cliché nella fiction italiana contemporanea
Il confronto tra Gerri e Maria Corleone mette in evidenza le differenze nella costruzione dei personaggi e nel modo di raccontare storie a tema crime e drammatico.
Gerri nasce da una scrittura attenta che valorizza le fragilità e le emozioni reali, mostrando piccoli dettagli che rendono la sua figura credibile e vicina allo spettatore. La serie si concentra sulla verità dei conflitti interiori, senza ricorrere a forzature o facili cliffhanger.
Maria Corleone ha invece il pregio di un personaggio carismatico, ma resta intrappolata in un modello narrativo già visto, con pochi nuovi accenti di originalità. La scelta di rifacersi a un immaginario mafioso ormai consueto, unita a un uso frequente di melodramma, riduce la sua forza narrativa.
Questo spiega come gerri, nonostante non abbia dominato solo sugli ascolti, sia uscito vincitore sul piano della scrittura e dell’ambiente emotivo proposto. La fiction Rai 1 dimostra che un racconto che parte da storie umane può catturare l’attenzione in modo diverso e duraturo.
Quel che emerge è la necessità di puntare su personaggi che mostrino uno spettro emotivo ampio e autentico, non solo contrasti forti e stereotipi consolidati. Una strada che Gerri ha intrapreso con risultati evidenti, segnando un passo importante nella narrazione televisiva italiana del 2025.