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Gary oldman e la svolta dai ruoli da cattivo alla ricerca di nuove sfide attoriali

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L’attore britannico gary oldman, celebre per aver interpretato numerosi antieroi e villain nel corso della sua carriera, ha deciso di prendere una pausa da questo tipo di ruoli. Dopo anni in cui è stato spesso identificato come il “cattivo di turno” nei film, oldman ha parlato apertamente del momento in cui ha cominciato a sentirsi limitato. Tra personaggi iconici e una carriera ricca di interpretazioni, l’attore ha scelto di allontanarsi da certi stereotipi per esplorare nuove dimensioni professionali.

La saturazione dei ruoli da villain nella carriera di gary oldman

Fino a un certo punto, gary oldman ha abbracciato con piacere i personaggi negativi che gli venivano proposti. Tuttavia, in un’intervista rilasciata a variety, ha spiegato che la sua immagine si è inceppata in un cliché: veniva visto quasi esclusivamente come la scelta perfetta per il ruolo del cattivo. Oldman ha raccontato come in breve tempo tutti lo associassero a questa figura: «per un po’ sono stato etichettato, sono diventato il testimonial del ‘cattivo in affitto’», ha detto. Nel corso degli anni, questo tipo di partiture hanno perso per lui il fascino originario. Ha ammesso che recitare villain può essere divertente, ma alla lunga ha cominciato a trovare la ripetitività frustrante. Quando si inizia a prevedere tutte le mosse del personaggio, l’interpretazione rischia di svuotarsi di significato. È proprio in questo momento che oldman ha deciso che era arrivato il momento di cambiare direzione e staccare da quei ruoli.

I villain più celebri interpretati da gary oldman e il loro carattere

In molti ricordano con attenzione i personaggi negativi creati da gary oldman nel tempo. Tra questi spiccano il dottor zachary smith del film “lost in space”, e l’industriale senza scrupoli jean-baptiste emanuel zorg nel cult “il quinto elemento”. Oldman ha sottolineato come alcuni dei suoi villain abbiano un tratto particolare, non solo malvagio ma anche capace di ironia. Sul dottor smith, per esempio, ha detto: «è stato divertente da interpretare perché è un cattivo con un tocco di ironia, possiede un luccichio negli occhi». Questi antagonisti mostrano una vena comica, non sono statici o solo crudeli. Nel caso di “lost in space”, il cast era molto solido e la storia impegnativa, ma il personaggio si distingueva proprio per questo mix di cattiveria e umorismo. Questi ruoli hanno segnato una fase importante per oldman, mantenendo viva la sua voglia di sperimentare, anche se con tempi limitati.

La trasformazione con batman e l’ingresso in nuovi territori attoriali

La svolta definitiva nella carriera di gary oldman è arrivata grazie al franchise di batman, diretto da christopher nolan. Qui ha vestito i panni di jim gordon, il commissario di polizia, una figura che si distacca dai villain tradizionali. Il ruolo ha segnato un cambiamento significativo nel suo percorso artistico e ha dimostrato la capacità di oldman di muoversi su registri completamente diversi. David s. goyer, sceneggiatore delle pellicole “batman begins” e “il cavaliere oscuro”, ha raccontato in un’intervista come fosse rimasto sorpreso dall’arrivo di oldman nel cast proprio per via della sua fama di interprete di cattivi. Goyer ha sottolineato il valore di affidare ruoli introspettivi e positivi a un attore noto per i villain: «ora che sono un regista più esperto, ho capito quanto sia entusiasmante scegliere attori diversi da quelli che si conoscono». Questa scelta ha aperto per oldman nuove opportunità e dimostra come i volti più noti possano trasformarsi in figure differenti sullo schermo senza perdere la forza espressiva. Di fatto, batman ha segnato l’inizio di una fase in cui oldman ha potuto liberarsi da certi vincoli e mostrare altri lati del suo talento.

Gary oldman, dopo anni trascorsi in ruoli simili, ha rielaborato la sua carriera scegliendo con cura ogni nuovo progetto. Lontano dall’essere confinate nel ruolo del cattivo, continua a cercare personaggi con sfumature più complesse. Sullo sfondo di progetti come slow horses e altri ancora, oldman si conferma un artista in grado di reinventarsi in un panorama cinematografico che cambia velocemente.

Written by
Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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