Nella narrativa delle serie televisive, specialmente quelle di lunga durata, è comune imbattersi in episodi che si distaccano dalla trama principale, offrendo momenti di introspezione e approfondimento dei personaggi. Questo è il caso del sesto episodio di Gangs of Milano, che riporta in scena il personaggio di Snake, già conosciuto in Blocco 181. La serie, trasmessa su Sky e disponibile in streaming su NOW, ha saputo creare un’atmosfera unica, grazie anche alla presenza dell’attore Alessandro Borghi, che arricchisce ulteriormente la narrazione.
Un episodio monografico che esplora il mondo di Snake
Il sesto episodio di Gangs of Milano si distingue per la sua struttura monografica, che permette di immergersi completamente nel mondo di Snake. Questo personaggio, ricercato dalla polizia dopo l’omicidio di Lorenzo, si rifugia in una comunità cinese, modificando il proprio aspetto e nascondendo i suoi tatuaggi. La scelta di dedicare un intero episodio a Snake non è casuale; il regista Ciro Visco ha voluto creare un’atmosfera che si discosta dalle dinamiche abituali della serie, portando lo spettatore in un viaggio visivo e narrativo unico.
Visco ha spiegato che l’approccio utilizzato per questo episodio è stato radicalmente diverso rispetto al resto della serie. “Abbiamo cambiato il materiale, le ottiche e l’illuminazione”, ha dichiarato. Questo ha permesso di costruire un impianto narrativo più asciutto e sintetico, dando vita a una rappresentazione del personaggio che rispecchia il suo stato d’animo e le sue esperienze. La scelta di abbandonare le tecniche di ripresa precedentemente utilizzate ha contribuito a creare un’atmosfera distintiva, in grado di catturare l’attenzione del pubblico.
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Un linguaggio cinematografico per una narrazione innovativa
Ciro Visco ha descritto il sesto episodio di Gangs of Milano come un lavoro realizzato “come se fosse un film”. Questa scelta ha portato a un cambiamento significativo nel modo di girare le scene. “Invece di utilizzare 2 o 3 macchine da presa, abbiamo optato per una sola”, ha spiegato il regista. Inoltre, l’uso di ottiche anamorfiche ha conferito un tocco cinematografico all’episodio, allontanandosi dalle convenzioni televisive.
La messa in scena è stata ristrutturata: anziché utilizzare molte inquadrature per una singola scena, il team ha scelto di concentrarsi su un’unica inquadratura che racconta tutto. Questo ha permesso di dare vita a un linguaggio narrativo nuovo, in cui la storia di Snake si sviluppa in modo diverso rispetto agli altri episodi. L’atmosfera creata è stata fondamentale per rappresentare il personaggio in una luce nuova, cogliendo la sua evoluzione e il suo stato d’animo.
Salmo: un protagonista in un contesto unico
Nel sesto episodio, Salmo, al secolo Maurizio Pisciuttu, si è trovato a suo agio nel ruolo di Snake, grazie a un contesto che gli ha permesso di esplorare il personaggio in modo più profondo. “Abbiamo avuto molto più tempo per lavorare su questo personaggio”, ha affermato Salmo, sottolineando come l’episodio consenta di mostrare un Snake più tranquillo e rilassato. Le scene più lunghe e dilatate hanno contribuito a creare un ritmo narrativo che riflette la vita “slow” del personaggio.
Questa nuova interpretazione di Snake offre una visione più sfumata e complessa, permettendo al pubblico di comprendere meglio le sue motivazioni e il suo stato interiore. L’episodio riesce a funzionare anche come un’opera a sé stante, pur trovando il suo posto naturale all’interno della narrazione complessiva di Gangs of Milano. La capacità di spezzare il ritmo della serie principale per concentrarsi su un momento così suggestivo e intimo rappresenta un’ottima scelta narrativa, capace di catturare l’attenzione degli spettatori e di farli riflettere sul percorso del personaggio.
In definitiva, il sesto episodio di Gangs of Milano rappresenta un esempio di come la narrazione televisiva possa evolversi, offrendo momenti di grande intensità e profondità emotiva, in grado di arricchire l’intera esperienza della serie.