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Gabriele Salvatores porta il noir di paolo maurensig a trieste con un film sulla variante di lüneburg

Gabriele Salvatores dirige un noir ambientato a Trieste, ispirato al romanzo di Paolo Maurensig, “La variante di Lüneburg”, esplorando rivalità e identità attraverso una storia di scacchi e conflitti culturali.

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Gabriele Salvatores prepara un noir ambientato a Trieste, ispirato al romanzo di Paolo Maurensig *La variante di Lüneburg*, raccontando la rivalità tra due maestri di scacchi in un contesto storico e culturale ricco, con un cast italo-tedesco e dialoghi bilingue. - Unita.tv

Il regista Gabriele Salvatores si prepara a cambiare ambientazione e genere nel suo prossimo progetto cinematografico. Dopo aver esplorato temi legati all’infanzia, all’immigrazione e alla comunità italoamericana, ora si concentra su un noir ispirato al romanzo di Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg. Il film prenderà vita in una Trieste riconoscibile, arricchendo il patrimonio culturale della città attraverso una storia intensa di rivalità e scacchi. Le riprese inizieranno a novembre 2025 e coinvolgeranno attori italiani e tedeschi, con dialoghi in due lingue.

La nuova sfida di salvatores e l’ambientazione triestina

Gabriele Salvatores ha scelto di tornare a Trieste, una città già protagonista di sue opere come Il ragazzo invisibile e Napoli – New York. Questa volta, però, il capoluogo giuliano sarà il fulcro principale della narrazione. Trieste ospita una delle comunità ebraiche più significative d’Italia, un dettaglio centrale per la storia che Salvatores intende raccontare. La decisione di ambientare la vicenda proprio qui segna una svolta rispetto al romanzo di Maurensig, originariamente ambientato tra Vienna e Monaco.

Le strade e i luoghi di Trieste, carichi di storia e di atmosfere uniche, faranno da sfondo alle riprese che inizieranno in autunno. Il regista punta a mostrare una città capace di accompagnare la tensione emotiva della storia, fatta di rivalità e di conflitti profondi. Il ritorno a Trieste conferma una continua attenzione di Salvatores verso luoghi di confine, territori ricchi di storie da raccontare, dove mondi diversi s’incontrano e si mescolano.

La lotta tra due maestri di scacchi come metafora esistenziale

La trama de La variante di Lüneburg ruota attorno a uno scontro continuo tra due maestri di scacchi: uno ebreo, l’altro ufficiale nazista. La loro rivalità attraversa decenni e luoghi, diventando una specie di duello eterno. Salvatores paragona questo confronto a I duellanti di Ridley Scott, sottolineando un legame più profondo tra i personaggi, che si affrontano ogni volta davanti alla scacchiera, quasi fuori dal tempo e dallo spazio.

Il romanzo di Maurensig pubblicato nel 1993, esplora terre complesse di odio e conflitto, ma il regista ha voluto spostare quel nucleo narrativo nel tessuto urbano e sociale di Trieste. Qui, l’intreccio di identità e storie personali acquista nuovi significati, soprattutto nell’incontro tra il mondo ebraico e la storia europea legata al nazismo. La sfida agli scacchi diventa una metafora della vita, degli incontri e degli scontri umani, una lotta senza fine che si riflette nei volti e nelle mosse dei due protagonisti.

La doppia lingua e il cast internazionale per un film di confine

Salvatores ha annunciato che il film sarà prodotto con attori italiani e tedeschi e girato in due lingue, una scelta che riflette l’anima stessa della storia. Questa dimensione bilingue valorizza le differenze culturali tra i personaggi e rende più realistica la rappresentazione di un’Europa fatta di confini mutevoli e legami profondi.

La presenza di attori di entrambe le nazionalità affianca all’aspetto narrativo anche quello simbolico: la sfida sugli scacchi assume il valore di uno scontro tra identità e memorie storiche differenti, che si confrontano e si intrecciano. Salvatores, presidente di giuria di Corti senza confine nel 2025, prosegue così un discorso artistico legato al confine italo-sloveno e alimenta un dialogo aperto sulle diversità e le complessità culturali di queste aree.

Dalla passione per il romanzo a un progetto cinematografico maturato nel tempo

Il regista aveva ricevuto il romanzo mentre lavorava a Il ragazzo invisibile, ma solo successivamente ha deciso di dedicarsi alla sua trasposizione. Spiegando il percorso creativo, Salvatores ha raccontato come la storia di supereroi lo tenesse prima distratto da questo racconto più oscuro e riflessivo. Quando è tornato a leggere La variante di Lüneburg, però, se ne è appassionato, soprattutto per la possibilità di ambientarla a Trieste e di mettere in scena un protagonista ebreo.

Questa scelta porta avanti un tema ricorrente in Salvatores, quello di storie di frontiera e di incontri difficili tra mondi diversi. Nel romanzo, i confini rappresentano barriere ostili, mentre nel film diventano il luogo di una sfida intima tra due persone lontane. L’interesse per queste dinamiche si riflette in un lavoro che, pur partendo da un libro da tempo noto, si arricchisce di prospettive nuove e personali.

Il viaggio come tema centrale nel cinema di salvatores

Gabriele Salvatores ha spesso parlato del viaggio come elemento narrativo chiave nelle sue opere. Anche in questo nuovo film sembra voler sottolineare l’importanza di un percorso che non si conclude con un traguardo, ma che lascia spazio ai cambiamenti continui della vita. La variante di Lüneburg, in questo senso, diventa un racconto di movimento, confronto e trasformazione.

Il regista si concentra sulla perenne sfida tra i protagonisti davanti agli scacchi, che somiglia a un viaggio senza meta apparente ma denso di significati profondi. La vita si mostra così come un percorso fatto di alti e bassi, dove ogni momento può aprire a nuove svolte. Salvatores lascia spazio proprio a questa visione, senza chiudere i racconti con fine nette, ma allargando lo sguardo all’esperienza e al tempo che passa. In questo modo conferma la sua attenzione verso storie complesse, offerte da un cinema che guarda tanto ai luoghi quanto agli uomini che li attraversano.