L’incontro diplomatico che ha sancito la pace tra congo e ruanda si è svolto nella cornice dello studio ovale, un evento seguito da tutto il mondo. Dopo anni di conflitti e tensioni nella regione africana, le delegazioni dei due paesi hanno firmato un accordo che mira a porre fine alle ostilità. Tuttavia, durante la cerimonia ufficiale alla casa bianca, l’attenzione si è spostata su una dichiarazione fuori protocollo pronunciata dall’ex presidente degli stati uniti donald trump.
La firma dell’accordo di pace tra congo e ruanda nello studio ovale
Il 2025 ha visto uno dei momenti più significativi per l’africa centrale: la firma dell’accordo di pace tra congo e ruanda. L’evento si è tenuto nello studio ovale della casa bianca a washington dc, dove le delegazioni dei due paesi hanno sottoscritto un’intesa storica dopo decenni segnati da scontri armati e crisi umanitarie. La scelta della location rifletteva l’importanza strategica del patto sul piano internazionale.
Le tensioni fra congo e ruanda sono radicate in questioni etniche, politiche ed economiche che hanno alimentato conflitti ripetuti negli ultimi trent’anni. Questo accordo punta a stabilire una collaborazione duratura per garantire stabilità regionale attraverso il dialogo politico e iniziative comuni contro gruppi armati irregolari ancora attivi lungo i confini.
La cerimonia ha richiamato leader mondiali, diplomatici ed esperti internazionali oltre ai media globali. Il pubblico collegato in diretta aspettava segnali concreti sulla volontà delle parti coinvolte di rispettare gli impegni presi sul tavolo negoziale. La presenza della stampa internazionale testimoniava quanto fosse alta l’attenzione verso questo passo cruciale per la sicurezza africana.
Un commento fuori protocollo durante la cerimonia
Nel momento più formale della giornata dedicata alla firma dell’accordo, donald trump ha attirato tutte le telecamere su di sé pronunciando parole fuori luogo rispetto al contesto istituzionale. Rivolgendosi direttamente a hariana veras, giornalista originaria del congo presente all’evento come rappresentante dei media internazionali, trump ha detto:
“Lei è bellissima. Non dovrei dirlo, potrebbe finire la mia carriera politica. Ma lei è bellissima.”
Questa frase improvvisa ha rotto il silenzio protocollare tipico delle occasioni diplomatiche così delicate ed elaborate nei dettagli formali . Lo scambio non previsto dal copione ufficiale ha suscitato sorpresa fra i presenti ma anche discussioni sui limiti del linguaggio accettabile in eventi pubblici così importanti.
La reazione al commento di trump
Il commento diretto sull’aspetto fisico della giornalista non solo si discosta dalla neutralità richiesta nelle sedi istituzionali ma rischia anche d’essere interpretato come una distrazione rispetto al messaggio politico principale della giornata . Le reazioni online sono state immediate: alcuni utenti hanno criticato l’intervento ritenendolo poco rispettoso mentre altri lo hanno considerato semplicemente uno scivolone comunicativo senza conseguenze rilevanti.
Karoline leavitt interviene per smorzare ma accentua l’effetto mediatico
Poco dopo quel primo intervento inatteso , karoline leavitt , portavoce ufficiale della casa bianca all’epoca , ha preso parola aggiungendo un commento che avrebbe dovuto stemperare eventuali malintesi . Leavitt ha riportato quanto detto da trump su hariana veras:
“Karoline Leavitt mi aveva detto ‘è bellissima’… Ed è vero, è bellissima dentro e fuori.”
Con questa precisazione trump sembrava voler dare al complimento una dimensione più profonda , riferendosi non solo all’aspetto esteriore ma anche alle qualità personali percepite dalla portavoce stessa . Però questa aggiunta non ha calmierato gli animi ; anzi molti osservatori hanno interpretano queste parole come un tentativo maldestro di giustificare ciò che appare comunque come una violazione delle norme diplomatiche .
In effetti nel contesto delicatissimo dello studio ovale , dove ogni parola viene pesata attentamente prima d’essere pronunciata davanti ai leader mondiali , simili affermazioni creano inevitabilmente dibattito sulla professionalità richiesta agli ex presidenti quando partecipano ad eventi pubblici importanti .
La distinzione fra apprezzamento personale privato ed espressione pubblica resta sottile soprattutto se rivolta a figure femminili impegnate nel ruolo giornalistico durante manifestazioni politiche crucialI . Il caso dimostra quanto sia difficile mantenere sempre rigore comunicativo nelle situazioni altamente simboliche dove ogni dettaglio può assumere valenza politica immediata .
L’intera vicenda conferma ancora una volta quanto siano osservate attentamente tutte le dinamiche verbali nelle sedi istituzionali americane , specie quando coinvolgono personaggi notoriamente imprevedibili sotto i riflettori internazionali .