Home Festival di Cannes 78 tra musica, grandi ritorni e impegno sociale al centro della 78esima edizione

Festival di Cannes 78 tra musica, grandi ritorni e impegno sociale al centro della 78esima edizione

Il festival di Cannes 2025 presenta una selezione variegata di film, tra cui opere prime e nomi noti, affrontando temi attuali come la crisi in Medio Oriente e l’impegno per la pace.

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Il Festival di Cannes 2025 unisce scelte audaci, grandi autori e nuovi talenti, con un impegno storico verso temi attuali come la crisi in Medio Oriente, segnando un momento di forte coscienza sociale e innovazione cinematografica. - Unita.tv

Il festival di Cannes torna nel 2025 con una nuova edizione che mescola scelte controverse, grandi nomi del cinema e un impegno inedito verso temi attuali. Thierry Frémaux, storico delegato generale del festival, ha voluto aprire con una commedia musicale firmata da un’esordiente, mentre la selezione ufficiale offre un panorama ricco di autori affermati e giovani registi. Allo stesso tempo, si fa sentire la voce del cinema sulla crisi in Medio Oriente, con una lettera firmata da numerosi artisti internazionali contro le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza.

L’apertura musicale e la scommessa del festival sul cinema in sala

Thierry Frémaux, volto ormai storico del festival di Cannes, ha voluto rompere gli schemi tradizionali scegliendo come film d’apertura Partir un jour, una commedia musicale diretta da Amélie Bonnin. La regista, finora nota soprattutto per un cortometraggio premiato nel 2021, ha portato il suo progetto al lungometraggio con una scelta audace. Il film, incentrato su una storia leggera e scandita da numeri musicali, mira a coinvolgere anche un pubblico più ampio, lontano dal solo cinema d’autore.

L’ingresso in sala del pubblico viene enfatizzato dalla nuova tecnologia Dolby Atmos, adottata per l’occasione nella sala Lumière, segno che l’esperienza sonora sarà un elemento chiave. A seguire, l’attenzione si sposta su una presenza ancora più significativa: Tom Cruise con Mission Impossible prepara il terreno a uno spettacolo sonoro senza precedenti.

Non mancano però le critiche, alcune testate come Libération definiscono il film d’apertura quasi come un “film karaoke”, puntando soprattutto il dito su Frémaux per aver voluto questa scelta. La mancanza di una biografia online di Bonnin viene interpretata più come segnale della sua inesperienza che come merito. In realtà, la volontà di preservare il cinema nelle sale e condividerlo dal vivo porta a un festival che insiste sulla ritualità dello spettatore in sala.

Una selezione che guarda a molteplici generi e voci

Quest’anno la selezione ufficiale del festival di Cannes è composta da 70 titoli, scelti tra circa 2900 opere visionate dal comitato. Spiccano nomi come Kelly Reichardt, Jafar Panahi, e Kleber Mendonça Filho, tutti registi da sempre associati a una certa idea di cinema d’autore. Non mancano i fratelli Dardenne, protagonisti della sezione ufficiale con Jeunes mères, che testimoniano la loro lunga carriera attraverso film intensi e ragionati.

Interessante è il numero di opere prime incluse cosi come i lavori firmati da registe donne. Pur essendo aumentata la loro presenza rispetto agli anni scorsi, il traguardo di una parità tra uomini e donne non viene ancora raggiunto. Cannes resta un luogo dove protagonisti sono grandi produzioni ma accoglie anche storie fuori dai canoni più tradizionali.

Una delle produzioni più attese, oltre a Mission Impossible, è la masterclass programmata con Christopher McQuarrie, sceneggiatore de I soliti sospetti, capace di narrare aneddoti di un percorso iniziato circa trent’anni fa.

Attese e debutti: film e registi da tenere d’occhio

Tra le pellicole che attirano l’attenzione spiccano alcune opere particolari e registi emergenti. Hafsia Herzi, attrice e ora regista, è presente con La petite dernière, adattamento del romanzo di Fatima Daas. Herzi è conosciuta per la sua performance in Cous cous, dove una lunga scena di danza ha raccontato molto di lei, e la sua nuova prova dietro la macchina da presa è particolarmente attesa.

Ari Aster, regista di culto per molti, porta Eddington, un film ambientato durante una campagna elettorale in una piccola cittadina americana. Thierry Frémaux ha sottolineato come questa opera potrebbe riflettere alcune tensioni anche europee, suggerendo un legame più ampio con le inquietudini globali.

Da segnalare anche Die, My Love di Lynne Ramsay, autrice con una carriera volta a raccontare storie complesse, ora con protagonisti Jennifer Lawrence e Robert Pattinson. Il film narra la lotta di una giovane madre in un’America rurale, tra incubi e realtà.

In apertura della sezione Un certain regard ci sono esordi come Urchin di Harris Dickinson, dove si racconta la vita di un senzatetto londinese che vorrebbe cambiare la sua esistenza. La stessa sezione accoglie Eleanor the Great, diretto da Scarlett Johansson, con la presenza dell’attrice novantenne June Squibb.

La Quinzaine des réalisateurs presenta Enzo di Laurence Cantet, progetto portato a termine dopo la morte del regista ad aprile 2024. Il film segue la storia di un giovane che rinuncia alla borghesia per un lavoro manuale, un racconto di scelta e identità sociale.

Il peso del cinema davanti alle tragedie contemporanee: la voce di fatma hassouna e la lettera contro israel a gaza

Il festival di Cannes non si limita al solo aspetto artistico. Tra i titoli più attesi c’è Put Your Soul on Your Hand and Walk, un documentario su Fatma Hassouna, giornalista palestinese uccisa in un attacco aereo israeliano nel 2024. Il documentario è stato inserito nella selezione Acid, e la sua presenza rappresenta un monito sulla drammaticità dei conflitti in corso.

Parallelamente, oltre 350 figure del cinema mondiale hanno firmato una lettera aperta per condannare le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. Tra i firmatari, artisti del calibro di Pedro Almodóvar, Ralph Fiennes, Susan Sarandon, Javier Bardem, Viggo Mortensen, Alfonso Cuarón e molti altri. La mobilitazione contiene una forte richiesta di pace e un richiamo alla responsabilità delle istituzioni internazionali.

Questa presa di posizione segna un momento inedito di impegno collettivo nella storia del festival e mette in luce come Cannes si confermi anche un luogo da cui partono segnali di attenzione verso drammi globali.

Il festival di Cannes 78 si muove tra cinema e realtà, raccontando storie, promuovendo volti nuovi e vecchie glorie e non dimenticando i fili che legano il racconto cinematografico alle tensioni del mondo.