Il gruppo legato al marchio di Chiara Ferragni affronta difficoltà finanziarie dopo il crollo delle vendite e il controverso episodio noto come “Pandoro Gate”. La società retail Fenice Retail Srl ha chiuso in perdita tra il 2023 e il 2024, con ricadute su tutta la holding Fenice Srl. Le recenti mosse aziendali includono la liquidazione della società retail e un consistente intervento finanziario della stessa Chiara Ferragni per tentare di fermare il declino.
Perdite accumulate da fenice retail srl e impatto dello scandalo pandoro gate
La società Fenice Retail Srl, che gestiva i negozi del brand di Chiara Ferragni, ha chiuso il biennio 2023-2024 con perdite che superano 1,21 milioni di euro. Nel 2023 il rosso ammontava a circa 530 mila euro, salito poi nel 2024 a 684 mila euro. Questo aumento coincide con gli effetti negativi del cosiddetto “Pandoro Gate”, uno scandalo che ha colpito il marchio durante il periodo natalizio. Le ripercussioni sulla reputazione hanno ridotto la domanda e influito significativamente sui risultati economici.
Il negozio di via del Babuino a Roma ha cessato l’attività a fine maggio 2025, dopo la chiusura precedente del punto vendita di Milano. La somma delle perdite ha portato a un patrimonio netto negativo e ha reso inevitabile la decisione di mettere Fenice Retail in liquidazione. Documenti interni ottenuti dall’agenzia Radiocor e riportati da Il Messaggero e La Repubblica fanno luce sulla portata del disastro economico per il ramo retail del gruppo.
Il bilancio negativo riflette una tensione forte sulla strategia aziendale, soprattutto considerando l’importanza che la presenza retail ha per un brand fortemente legato all’immagine pubblica e alla comunicazione social di Chiara Ferragni. Senza un ricambio rapido o una soluzione immediata, la società non ha potuto reggere l’impatto finanziario di queste perdite.
Dissidi tra soci e tensioni nell’assemblea della capogruppo fenice srl
Gli equilibri dentro la holding Fenice Srl hanno mostrato crepe significative durante l’assemblea dei soci tenutasi a marzo 2025. L’amministratore unico, Claudio Calabi, è entrato in conflitto con il socio di minoranza Pasquale Morgese riguardo alla trasparenza nella gestione dei documenti contabili. Morgese ha lamentato la mancanza del bilancio ufficiale di Fenice Retail e ha criticato l’opacità della comunicazione verso i soci.
Un rappresentante di Morgese ha evidenziato come i 1,6 milioni di euro di costi e svalutazioni legati al ramo retail siano difficili da valutare senza dati completi. La mancanza di un piano chiaro di chiusura o di rilancio, secondo questa parte, impedisce una valutazione corretta sulla sostenibilità finanziaria delle operazioni in corso.
Calabi ha difeso la direzione scelta, spiegando che la liquidazione di Fenice Retail si vuole effettuare “in bonis”, quindi in modo ordinato evitando danni ai creditori. Lo scontro interno rivela tuttavia una gestione piuttosto critica, dove mancano certezze e la fiducia tra soci appare compromessa.
Questa dinamica interna probabilmente ha rallentato decisioni più rapide e incisive, complicando una situazione già difficile per il gruppo che si trova a dover gestire una crisi economica estesa. La poca chiarezza rischia di indebolire ulteriormente la posizione commerciale e di mercato dell’intero complesso aziendale.
Maxi ricapitalizzazione di chiara ferragni e quadro economico del gruppo fenice srl
Nonostante il buco finanziario, Chiara Ferragni ha deciso di intervenire in prima persona con una ricapitalizzazione da 6,4 milioni di euro, sottoscritta interamente da lei. Questo aumento di capitale le ha permesso di riprendere in mano la maggioranza assoluta di Fenice Srl, la holding che controlla Fenice Retail e altre attività del gruppo.
I dati economici di Fenice Srl però evidenziano un quadro allarmante. Il biennio 2023-2024 si è chiuso con un passivo complessivo di circa 10,2 milioni di euro. Questa cifra supera di molto le perdite riportate solo dal ramo retail, a dimostrare problemi finanziari estesi ben oltre i negozi fisici.
Implicazioni per il futuro del gruppo fenice srl
Il risanamento appare quindi complicato e richiede più di un’iniezione di liquidità. La holding deve affrontare un contesto difficile sia sul piano operativo che su quello reputazionale, con implicazioni dirette sulle prospettive future del gruppo.
Gli interventi possono avere bisogno di tempi lunghi per mostrare risultati, mentre la pressione esterna, dagli investitori ai partner commerciali, resta alta. Una gestione attenta e misure mirate saranno fondamentali per stabilizzare il gruppo Fenice nei prossimi mesi.