L’imprenditore milanese Federico Monzino, 29 anni, è finito sotto la lente degli inquirenti per un presunto tentativo di ricatto ai danni dell’attore romano Raoul Bova. La vicenda ruota attorno a messaggi inviati a luglio, in cui Monzino avrebbe minacciato di diffondere contenuti compromettenti legati a Bova e alla sua compagna, Martina Cerretti. Questa indagine sta scuotendo il mondo dello spettacolo, poiché coinvolge personaggi noti e questioni legate alla privacy e all’immagine pubblica.
Il messaggio di ricatto: contenuti e modalità della comunicazione
L’11 luglio scorso, Federico Monzino ha inviato un messaggio a Raoul Bova tramite un numero telefonico spagnolo, che secondo gli investigatori potrebbe essere collegato a un prestanome. Nel testo Monzino spiegava che avrebbe potuto far scattare uno scandalo mediatico riguardo a contenuti riservati che, se pubblicati, avrebbero danneggiato non solo la vita privata di Bova ma anche la sua carriera. Nel messaggio si fa riferimento a un possibile coinvolgimento di Fabrizio Corona, sottolineando che, se quei materiali fossero finiti nelle mani di Corona, si sarebbe trattato di una vera esplosione pubblica di problemi. Monzino invita Bova a un “incontro” per fermare la diffusione di tutto questo, chiedendo anche quello che definisce un “regalo” in cambio del silenzio, un chiaro riferimento a una somma di denaro. Gli investigatori lo contestano per aver cercato di ottenere un vantaggio patrimoniale in modo illecito, anche se il tentativo non sarebbe andato a buon fine per cause indipendenti dalla sua volontà.
Coinvolgimento e reazioni della famiglia di Bova e avvocati
La diffusione degli audio e dei messaggi ha generato tensioni anche fra Raoul Bova e la sua compagna Rocío Morales. Quest’ultima ha scelto di rivolgersi all’avvocato Antonio Conte, un passaggio che sottolinea come sia aumentata la complicazione del quadro tra i due. Raoul, invece, si è affidato all’avvocato David Lecci, dello studio Tognozzi, per tutelarsi legalmente. Prima di intraprendere azioni legali, Bova ha sporto denuncia alla polizia postale di Roma, dando così via all’indagine guidata dal pubblico ministero Eliana Dolce. Gli investigatori stanno ora valutando i contenuti dei messaggi, almeno dieci, che l’attore avrebbe letto senza rispondere. La vicenda ha anticipato la diffusione della notizia sui media di dieci giorni, confermando un clima delicato e riservato attorno ai fatti.
Dubbi sul possesso dei file audio e sequestro degli strumenti elettronici
Uno degli aspetti più delicati riguarda il modo in cui Federico Monzino avrebbe ottenuto le registrazioni audio compromettenti conservate sul telefono di Martina Cerretti. Quest’ultima, compagna di Bova, non risulta finora indagata ma, in relazione all’inchiesta, le autorità hanno disposto il sequestro del suo smartphone. Misure analoghe sono state prese anche nei confronti di Monzino e di Fabrizio Corona. Quest’ultimo, ex volto noto dello spettacolo e già condannato a cinque anni di carcere nel 2013 per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali, al momento figura come persona informata sui fatti ma non è indagato. La questione sull’origine degli audio rimane un nodo cruciale, perché determina l’entità della violazione della privacy e la gravità delle accuse. Questa fase dell’indagine punta a chiarire come queste registrazioni siano circolate e chi ne abbia approfittato.
Implicazioni legali e prospettive sull’esito dell’inchiesta
L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Eliana Dolce e vede la polizia postale di Roma impegnata nelle indagini. Il capo d’accusa contro Monzino è quello di tentata estorsione, con l’aggravante di aver cercato di ottenere un guadagno tramite la minaccia di divulgare materiali delicati. Nonostante l’azione di Monzino non sia andata a buon fine, la sua posizione rimane sotto stretto controllo giudiziario. La vicenda presenta elementi complessi, legati sia alla tutela della privacy sia al rispetto del diritto d’immagine di personaggi pubblici. Il coinvolgimento di Raoul Bova, attore di lunga carriera e noto al grande pubblico, rende questa storia particolarmente rilevante nel panorama mediatico. La direzione dell’indagine sta procedendo verso una ricostruzione dettagliata degli eventi, anche grazie all’analisi dei dispositivi sequestrati e dei messaggi scambiati.
La vicenda, ancora in divenire, mette nuovamente sotto i riflettori i rischi legati alla diffusione di informazioni private e il peso delle pressioni che possono subire figure pubbliche. Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno decisivi per chiarire i ruoli di tutti gli attori coinvolti e l’effettiva natura del materiale finito al centro del caso.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Andrea Ricci