I dati economici pubblicati dall’istat nel primo trimestre del 2025 mostrano un aumento della pressione fiscale in italia. Matteo Renzi, senatore di Italia Viva ed ex premier, ha commentato con durezza questi numeri durante un’intervista a la stampa. Secondo lui, le famiglie italiane stanno attraversando una fase critica e la presunta ripresa economica raccontata dal governo meloni non rispecchia la realtà vissuta dai cittadini.
Aumento della pressione fiscale e critiche al governo meloni
Il rapporto istat evidenzia che nel primo trimestre del 2025 la pressione fiscale è cresciuta rispetto ai periodi precedenti. Matteo Renzi ha definito questa crescita “una tendenza ormai strutturale” e ha puntato il dito contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni per aver manipolato i dati sulla ripresa economica. L’ex presidente del consiglio ha sottolineato che il merito dell’aumento dei contribuenti non va attribuito all’attuale governo ma alle riforme introdotte nel 2015 come la fatturazione elettronica e la dichiarazione precompilata, misure che allora venivano osteggiate proprio dalla leader di Fratelli d’Italia.
Un peso crescente sulle famiglie italiane
Renzi ha evidenziato come l’incremento delle tasse sia un peso crescente sulle spalle delle famiglie italiane senza alcun miglioramento tangibile nella qualità della vita o nei redditi disponibili. Il senatore parla di una situazione lontana da quella dipinta dalle istituzioni governative, dove invece si enfatizza una crescita economica che per molti resta solo teorica.
Potere d’acquisto in calo: analisi sulle scelte di spesa pubblica
Un altro punto centrale dell’intervento di renzi riguarda il potere d’acquisto delle famiglie italiane che secondo lui non è migliorato rispetto al 2022, anno in cui Giorgia Meloni è diventata presidente del consiglio. La crisi inflazionistica avrebbe eroso gran parte dei guadagni reali dei cittadini comuni mentre le politiche di spesa adottate dal governo risultano sbilanciate.
Critiche alle spese pubbliche
Renzi critica duramente alcune decisioni come gli stanziamenti destinati al Cnel , a Palazzo Chigi stesso e ai bonus ministeriali considerandoli sprechi ingiustificati in un momento così delicato per l’economia domestica degli italiani. Allo stesso tempo denuncia aumenti fiscali su prodotti essenziali come i pannolini per bambini mentre vengono ridotti tributi su beni legati all’arte o ad altri settori meno urgenti per le necessità quotidiane delle famiglie medie.
Queste scelte hanno alimentato secondo lui uno squilibrio nella distribuzione delle risorse pubbliche penalizzando chi più fatica ad arrivare a fine mese.
Temi sociali: imu sulla prima casa ed emigrazione italiana
Matteo Renzi si è soffermato anche su altri aspetti simbolici legati alla situazione sociale italiana attuale partendo dall’Imu sulla prima casa: tassa controversa che pesa direttamente sul bilancio familiare soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione. L’ex premier ricorda inoltre il bonus da ottanta euro introdotto durante il suo mandato come esempio concreto di sostegno diretto alle fasce meno abbienti ma oggi assente o insufficiente nell’agenda politica dell’esecutivo attuale.
Un segnale chiaro oltre i dati ufficiali
Il senatore richiama infine i numeri riguardanti l’emigrazione italiana registrata nel corso del 2024: circa duecentomila persone hanno lasciato il paese cercando opportunità altrove a causa delle difficoltà crescenti legate alla crisi economica interna. Questo fenomeno rappresenta secondo lui un segnale chiaro dello stato reale della società italiana oltre ogni dato statistico ufficiale proclamato dalle autorità governative.
La discussione aperta da queste dichiarazioni mette sotto osservazione le politiche fiscali e sociali adottate dall’attuale esecutivo mettendo al centro le condizioni concrete vissute quotidianamente dalle famiglie italiane nel contesto difficile del nuovo anno appena iniziato.
Ultimo aggiornamento il 2 Luglio 2025 da Elisa Romano