
Fabri Fibra torna con il singolo "Che gusto c’è", anticipazione del suo nuovo album atteso nel 2025, affrontando temi di competizione, autenticità e successo nel rap italiano, con la collaborazione di Tredici Pietro e produttori di rilievo. - Unita.tv
Da Milano, in uno studio di registrazione e sul set del nuovo videoclip arriva il ritorno di Fabri fibra, uno dei nomi più riconosciuti della scena rap italiana. A distanza di tre anni dal suo ultimo album, il rapper si confida con Wad nel servizio di “Le iene”. Tra aneddoti e riflessioni, Fibra svela come è nato il singolo che gusto c’è, traccia apripista di mentre los angeles brucia, disco atteso per sconvolgere la musica italiana del 2025.
Il nuovo singolo che gusto c’è e il suo messaggio sulla società contemporanea
Fabri fibra ha lanciato il singolo che gusto c’è proprio a mezzanotte, accompagnato da un mix di emozioni e leggerezza, citando la serie tv “Bin Laden” come distrazione nel momento del lancio. Il brano anticipa l’album mentre los angeles brucia e affronta il tema della competizione e dell’ossessione per il successo misurato in numeri e visibilità. Fibra racconta come l’ambiente musicale attuale spesso costringe a confronti continui: “un post che celebra un sold out viene subito oscurato da un altro migliore”, e i riconoscimenti sembrano un metro di giudizio spietato.
Il pezzo vuole mettere a nudo questa dinamica: il senso di inadeguatezza cresce vedendo traguardi altrui più grandi, anche se invece la propria carriera ha avuto soddisfazioni importanti. Le rime sono studiate per sostenere e rafforzare il ritornello, creando un filo narrativo coerente e incisivo che parla di invidia sociale e quel senso di essere “perdenti” in una gara che conta tutto, tranne ciò che serve davvero.
Il processo creativo e il lavoro in studio con collaborazioni di rilievo
Nel servizio, Fibra mostra i due luoghi chiave della creazione del pezzo: il suo studio personale, definito “la palestra”, dove scrive e prova le idee, e lo “studio dei campioni”, uno spazio più prestigioso al quale si rivolge quando un progetto diventa ufficiale. La volontà del rapper è di mescolare energie diverse: per che gusto c’è ha coinvolto Zef e Marz, due produttori richiesti dal mercato musicale italiano, noti per collaborazioni con artisti come Marracash e Marco Mengoni.
Il ritornello porta la firma di Davide Petrella, considerato da Fibra il migliore tra gli autori di canzoni italiane contemporanee. Petrella è celebre per aver contribuito a successi di nomi come Lazza, Cremonini e Jovanotti, riuscendo a creare ritornelli che rimangono nella testa e raccontano sensazioni forti. Per Fibra, la musica e il testo convergono in un equilibrio dove “prima nasce la base, poi arriva l’autore con parole capaci di dare quel ‘claim’ che guida tutto il pezzo, e infine lui inserisce le rime del rap per chiudere il quadro.”
Ispirazioni e spaccati di vita reale dietro le rime di fabri fibra
L’ispirazione per la prima strofa di che gusto c’è è nata da un incontro casuale con un tassista a Milano che ha incoraggiato Fibra a tornare sul palco con un pezzo che spaccasse davvero. Questo episodio ha acceso un’idea che ha preso forma nelle rime, partendo da situazioni concrete e quotidiane con riferimenti a bilanci personali, trasferimenti e difficoltà logistiche. Fabri parla apertamente dei frequenti traslochi che ha dovuto affrontare negli ultimi mesi, spesso a causa di conflitti con amministratori condominiali o vicini, un dettaglio che fa capire quanto rimane ancorato a una realtà concreta, lontana da scene patinate.
Il brano rischiava di non vedere la luce, perché il ritornello originale occupava troppo spazio e non lasciava margine alle rime di Fibra di integrarsi bene. Per questo è stato tagliato e spostato alla fine del pezzo. Fibra continua a lavorare sulle idee musicali con una quantità di note salvate nel telefono che non riesce mai a sfruttare del tutto, dimostrando un processo di scrittura persistentemente aperto e in evoluzione.
Il valore dell’autenticità e la riflessione sul ruolo del rap nel raccontare la realtà
Per Fabri fibra la sincerità è fondamentale. Racconta di aver sempre bisogno di credere a ciò che dice. Riporta l’esempio di “Applausi per Fibra”, uno dei suoi pezzi storici, che continua a sentire autentico anche a distanza di quasi vent’anni. La coerenza tra quello che dici e quello che fai resta un valore imprescindibile per lui nell’ambito del rap.
Parlando delle nuove generazioni, Fibra osserva che “il desiderio di successo estremo e ricchezza è frutto di un sistema più ampio, una follia collettiva che va oltre la musica.” Il rap rimane un riflesso delle dinamiche sociali, non ne rappresenta la causa. Sfoggia anche una certa distanza dai cliché di chi si costruisce l’immagine in modo forzato: molti artisti raccontano vite criminali o di eccessi come se fossero reali, ma nella realtà “non reggono la pressione di quei ruoli.” Lui preferisce evitare questo percorso.
Nuovo singolo e collaborazione con tredici pietro: il dialogo tra generazioni e credibilità
Una delle scelte più significative di che gusto c’è è la partecipazione di Tredici Pietro, uno tra i rapper più promettenti della nuova leva. Pietro Morandi, classe 1997, porta al brano la voce del ritornello e incarna il contrasto tra l’aspirazione al successo e la dura realtà di chi vuole emergere. Fibra ha scelto proprio lui perché incarna “fame” e ambizione genuina, a differenza di chi raggiunge successi in modi più “facili” o costruiti.
Nel videoclip, Tredici Pietro rappresenta l’antitesi di un uomo di successo: un giovane che guarda a chi ce l’ha fatta con l’intenzione di arrivare a quei livelli, ma ancora lontano da quella realtà. Pietro racconta con entusiasmo come Fibra sia stato una fonte d’ispirazione nelle sue prime esperienze con il rap e ammette di aver faticato a credere davvero alla collaborazione quando è arrivata la proposta da Sony Music.
Fabri parla del suo approccio meticoloso, che richiede coerenza parola per parola. Il testo di che gusto c’è riflette fatti personali, impressioni e battaglie quotidiane, sempre con il gusto di lasciare un’autenticità che permetta all’ascoltatore di sentire ogni pezzo come un momento vero.
Gestione della fama, ambizione e rapporto con i colleghi del rap italiano
Fibra si sofferma su un aspetto meno noto: l’insicurezza che accompagna il successo. Pur ammettendo di vivere una doppia tensione tra un io ambizioso e un io che fatica a reggere il peso delle aspettative, il rapper non nasconde la fatica dietro alla carriera decennale. Il pensiero a volte va a chi riesce e lui vorrebbe essere a quei livelli, ma riconosce quanto sia complicato mantenere quella posizione.
Riguardo alla competizione con la nuova generazione, Fibra sostiene che la gara resta sul piano musicale, ma dal punto di vista umano conosce e accetta il proprio valore acquisito in vent’anni di lavoro. Dà per scontata la forza di chi arriva al miglior disco numero undici, e lascia intendere che sarà il tempo a decidere chi durerà davvero nella scena rap italiana.
Il suo modo di lavorare e vivere il rap tiene conto della semplicità, senza inseguire per forza la moda o il cambio d’immagine. Indossa sempre felpe scure, fa scelte di carriera defilate e non rincorre la popolarità a tutti i costi. Questo suo approccio, forse più riservato rispetto a molti colleghi, è una cifra distintiva del suo percorso artistico.