Home Eurovision 2025 a basilea tra sorprese, polemiche e momenti insoliti che scuotono la scena musicale

Eurovision 2025 a basilea tra sorprese, polemiche e momenti insoliti che scuotono la scena musicale

La semifinale dell’Eurovision 2025 a Basilea ha messo in luce esibizioni contrastanti, con artisti come Gabry Ponte e Lucio Corsi che hanno suscitato emozioni e dibattiti tra il pubblico.

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L'Eurovision 2025 a Basilea ha offerto una semifinale ricca di sorprese, con esibizioni intense e momenti controversi, tra cui le performance italiane di Gabry Ponte per San Marino e Lucio Corsi, che ha emozionato con un’armonica dal vivo. - Unita.tv

L’edizione 2025 dell’eurovision ha aperto a basilea una finestra su spettacolari e inattesi eventi che animano la gara canora più seguita d’europa. La prima semifinale ha mescolato esibizioni coreografiche di grande impatto, momenti di forte emozione e qualche dissenso che ha acceso discussioni tra i fan e gli addetti ai lavori. Tra gli esclusi e i finalisti, non mancano situazioni che incarnano il clima variegato e talvolta surreale tipico della manifestazione.

La semifinale tra conferme e piccole rivoluzioni

Nella prima semifinale si sono sfidati artisti di diversi paesi, con dieci di loro promossi alla finalissima del 17 maggio 2025: norvegia, albania, svezia, islanda, paesi bassi, polonia, estonia, portogallo, ucraina e san marino. L’italia, pur partecipando tra i big five e già ammessa di diritto, si è fatta notare anche indirettamente, accompagnando la gara in modo inconsueto. Quella di questa sera a basilea è stata una semifinale ricca di contrasti: esibizioni energetiche si sono alternate a momenti quasi intimi, sorprendendo il pubblico.

Tra le performance più seguite c’è stata sicuramente quella di gabry ponte, noto volto della musica dance italiana, che ha portato sul palco san marino con il brano “tutta l’italia”. Lo spettacolo si è caratterizzato da coreografie e atmosfere fortemente evocative delle tradizioni tricolori, ma la paradossale rappresentazione di un’italia che canta per un altro stato ha fatto discutere.

Non solo energia e colori, però. L’esibizione di lucio corsi ha dato invece un taglio completamente diverso alla serata. Questo cantautore italiano ha saputo attirare l’attenzione semplicemente con un’armonica, uno strumento vietato sul palco, ma suonato in modo che rispettasse il regolamento e commuovesse il pubblico.

Lucio corsi e l’armonica che ha cambiato l’atmosfera

Lucio corsi si è presentato con “volevo essere un duro”, un brano fuori dai canoni e lontano dall’impatto visivo che domina l’eurovision. Ha saputo catturare l’attenzione usando un’armonica dal vivo, gesto che spesso risulta proibito perché estraneo alla traccia preregistrata. Questa volta però ha aggirato le norme senza infrangerle, suonando lo strumento non collegato all’impianto, con il suono raccolto da un microfono ambientale.

Questo piccolo trucco ha creato una sensazione di autenticità ed ha fatto emergere una performance fatta di delicatezza e profondità. In una competizione dominata da effetti visivi e basi ritmiche, quel momento è apparso come un sospiro sincero. I sottotitoli, proiettati con traduzione fedele in inglese, hanno trasmesso l’ironia e la vulnerabilità del testo, spettacoli all’apparenza semplici capaci di lanciare un messaggio contro gli stereotipi legati alla mascolinità.

Le reazioni sono state immediate: lacrime, molti applausi e grande attenzione mediatica. La stampa internazionale, the guardian su tutti, ha definito l’intervento di corsi “disarmante e necessario”. Un’esibizione che ha scomposto la formula tradizionale dell’eurovision e ha fatto discutere per la sua trasparenza.

Gabry ponte canta tutta l’italia per san marino tra applausi e dubbi

L’esibizione di gabry ponte con “tutta l’italia” ha staccato un momento di spettacolo puro. Sul palco, l’atmosfera era carica di simboli nazionali, dai cori da stadio alle bandiere, come se la musica diventasse un inno collettivo. Eppure, dietro questa manifestazione di orgoglio tricolore, c’è la rappresentanza di san marino, che si affida a un artista italiano per approdare alla finale.

Il risultato è stato travolgente sul piano visivo e dal punto di vista dell’intrattenimento, con un brano moderno, orecchiabile, e una produzione curata nei dettagli. Il testo e la struttura musicale tuttavia restano di superficie, senza scavare in emozioni più profonde. L’esibizione ha diviso le opinioni: chi l’ha apprezzata per la forza scenica, chi ne ha criticato la mancanza di sostanza.

Il palco dell’eurovision, conosciuto per le sue stranezze e i suoi momenti surreali, ha così ospitato un paradosso: cantare l’italia rappresentando un altro stato, dentro una cornice che usualmente vede la nazionalità come elemento centrale delle performance. La semifinale ha evidenziato come questa manifestazione riesca a mescolare spettacolo e politica in modo singolare.

Enormi stereotipi italiani nel brano estone “espresso macchiato”

Un’altra performance che ha suscitato più di un commento è stata quella di tommy cash, rappresentante dell’estonia, con il brano “espresso macchiato”. L’artista ha cavalcato stereotipi italiani forti e riconoscibili: dalla mafia agli spaghetti, passando per la vespa, mandolini e camicie a pois. Il mix ha evitato l’innocenza di omaggiare e ha scelto una satira provocatoria e volutamente kitsch.

Questa scelta ha fatto reagire associazioni come il codacons, che hanno richiesto l’esclusione della proposta per i contenuti ritenuti offensivi. Tommy cash ha risposto con un’azione inaspettata, postando video di nonne pugliesi che ballano proprio il suo pezzo e invitandole a partecipare alla finale. Un modo di ribaltare la polemica trasformandola in promozione.

“espresso macchiato” rimane comunque in finale tra le 26 nazioni del 17 maggio, con un brano diventato tormentone in italia, ma oggi segnato da una certa saturazione nell’ascolto dopo mesi di diffusione.

Tra successi e delusioni: gli altri cantanti della semifinale

Tra i momenti più apprezzati della sera, si evidenziano gli islandesi væb con “roá” che hanno portato un ritmo anni ’90 intriso di sonorità celtiche, che ha saputo dare carattere a una scena spesso omologata. La polonia è salita sul palco con gaja, in un brano goth pop ben costruito, accompagnato da scenografie che sembravano prese da un film fantasy, a sottolineare l’impegno visivo e sonoro.

L’ucraina con ziferblat ha scelto una strada synth anni ’80, tra luci fredde e un sound inteso che ha colpito per la sua precisione. Claude, per i paesi bassi, ha proposto “c’est la vie”, una canzone che inizia sussurrata ma si apre a un ritornello leggero e scorrevole, un’espressione di pop essenziale e ben fatta.

Sul fronte negativo, la spagna con melody ha presentato “esa diva”, un brano giudicato banale, quasi da radio senza personalità. Il belgio con “strobe lights” è stato dimenticato già a metà esibizione, impalpabile e poco coinvolgente. Gli italiani mamagama hanno suscitato critiche severe, definiti i “the kolors dei poveri” per una proposta pop considerata scolastica, con una voce che imita michael jackson e una formula da boy band da talent show.

L’attesa per la finale si infiamma, l’italia già protagonista fuori gara

La finalissima dell’eurovision 2025 prenderà il via il 17 maggio a basilea, con 26 nazioni in gara. Tra queste, i big five , la svizzera che ospita e i 20 paesi qualificati dalle due semifinali. Sebbene l’italia sia presente come di consueto, il suo ruolo si fa sentire soprattutto negli spazi meno ufficiali della competizione.

Gabry ponte ha portato un pezzo che canta l’italia per san marino; lucio corsi ha conquistato i cuori con un’esibizione non in gara ma carica di significato e autenticità. Questi episodi dimostrano che in certi momenti la forza di un’interpretazione può superare l’impatto più rumoroso di coreografie e scenografie.

Il pubblico, la stampa e gli addetti ai lavori attendono di vedere come si svilupperà la serata finale, ma i segnali – già emersi nelle semifinali – raccontano una gara ricca di diversità e colpi d’effetto che mancano raramente nel grande spettacolo europeo.