Donald Trump chiarisce: le tariffe sui film esteri non interesseranno james bond girati in inghilterra

Trump annuncia una tariffa del 100% sui film prodotti all’estero, escludendo il franchise di James Bond, mentre la Casa Bianca chiarisce che non ci sono decisioni definitive sulle misure da adottare.
Donald Trump ha proposto tariffe del 100% sui film prodotti all’estero per favorire le produzioni americane, escludendo però il franchise di James Bond per il suo legame con l’Inghilterra. La Casa Bianca ha poi chiarito che nessuna decisione definitiva è stata presa, valutando incentivi e accordi internazionali per sostenere l’industria cinematografica. - Unita.tv

La discussione sulle tariffe per i film prodotti all’estero ha acceso i riflettori sulla produzione cinematografica internazionale. Donald Trump, in una conferenza stampa risalente a marzo 2025, ha voluto fare chiarezza sulle sue intenzioni, specificando che il celebre franchise di James Bond non sarà coinvolto. Questo sviluppo interessa gli appassionati del cinema e l’industria, considerando la fama globale della saga girata principalmente in Inghilterra.

La proposta di tariffe sui film prodotti all’estero e la confusione iniziale

All’inizio del mese, Trump ha annunciato la volontà di imporre una tariffa del 100% sui film realizzati fuori dagli Stati Uniti, nel tentativo di riportare le produzioni su suolo americano. La dichiarazione ha preso molti di sorpresa, perché non era chiaro come e quando queste misure sarebbero state attuate. Trump ha detto che i produttori di film hanno spostato le loro lavorazioni all’estero anche se spesso i finanziamenti e i benefici economici derivano dagli Stati Uniti.

Il presidente ha sottolineato la necessità di recuperare questi investimenti, puntando a riportare le produzioni cinematografiche e televisive entro i confini nazionali. Tuttavia il senso del messaggio è stato percepito come confuso e poco chiaro, soprattutto dai soggetti coinvolti nell’industria.

La precisazione su james bond e il legame con l’inghilterra

In un passaggio della conferenza, Trump ha fatto un chiaro riferimento a James Bond, specificando che questo franchise, amatissimo a livello mondiale, non si vedrà penalizzato da alcuna tariffa. Il motivo è semplice: la saga si basa in Inghilterra, soprattutto negli storici Pinewood Studios, dove vengono girati gran parte dei film. Inoltre James Bond ha ambientazioni in tutto il mondo, ma con un legame forte con la casa madre inglese.

Trump ha anche condiviso un aneddoto personale legato a Sean Connery, icona del personaggio. Ha ricordato la loro amicizia e i rapporti avuti in Scozia, in particolare nella cittadina di Aberdeen, dove Connery gli diede sostegno nel progetto di costruzione di un campo da golf. Lo scambio ha confermato il legame umano e professionale tra il presidente e l’attore scozzese scomparso, rinforzando l’immagine di james bond come prodotto legato a mani soap e a territori europei.

La posizione della casa bianca dopo l’annuncio iniziale

Subito dopo il clamore suscitato dalle prime dichiarazioni di Trump, la Casa Bianca è intervenuta per moderare i toni e fare chiarezza su ciò che si stava delineando. È stato comunicato che nessuna decisione definitiva è stata ancora presa sulle tariffe da applicare ai film stranieri. Questo serve a calmare le preoccupazioni degli operatori del settore e degli alleati internazionali.

Un portavoce ha spiegato che l’amministrazione intende valutare una serie di misure per garantire sia la sicurezza nazionale che la solidità economica degli Stati Uniti. Tra queste ci sono incentivi federali per i processi produttivi e di post-produzione, ma anche accordi internazionali volti a favorire le coproduzioni con altri paesi. Si stanno inoltre prendendo in considerazione sovvenzioni rivolte alle infrastrutture di distribuzione e alle sale cinematografiche, così da sostenere tutto l’indotto legato al cinema.

Le implicazioni per l’industria cinematografica e i possibili sviluppi futuri

Le parole di Trump e la precisazione della Casa Bianca riflettono una tensione presente nel mondo della produzione cinematografica. I dazi annunciati potrebbero rendere più complesso il lavoro di chi realizza film con capitali statunitensi ma con riprese o collaborazioni estere. Questo soprattutto in una fase in cui produzioni come quelle di James Bond coinvolgono numerosi paesi e professionisti internazionali.

Tuttavia, l’impegno a incentivare i processi produttivi negli Stati Uniti testimonia la volontà di rafforzare il comparto nazionale senza danneggiare realtà consolidate. Gli accordi di coproduzione potrebbero diventare uno strumento chiave per mantenere legami con produzioni straniere e salvaguardare un mercato che da anni si muove su scala globale.

Gli sviluppi futuri dipenderanno da scelte politiche ancora da definire. Restano da vedere le reazioni dell’industria americana e internazionale, così come l’impatto pratico delle misure proposte rispetto a produzioni molto articolate e distribuite nel mondo.