Home domenica in, puntata 18 maggio 2025: l’addio di mara venier tra copione e commozione scontata

domenica in, puntata 18 maggio 2025: l’addio di mara venier tra copione e commozione scontata

La puntata del 18 maggio di Domenica In, condotta da Mara Venier, ha riproposto un copione prevedibile e rituale, suscitando scetticismo tra il pubblico per la mancanza di novità.

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La puntata di "Domenica In" del 18 maggio 2025 ha confermato uno schema ripetitivo, con Mara Venier al centro di un addio rituale tra emozioni prevedibili, videomessaggi omologati e momenti nostalgici poco incisivi, suscitando scetticismo nel pubblico. - Unita.tv

Il 18 maggio 2025 è andata in onda su Rai la puntata di domenica in, che come ogni anno ha riacceso il dibattito attorno alla conduzione di mara venier. La stagione si è chiusa con scene prevedibili, un copione ripetuto e una commozione ormai rituale. Questo appuntamento ripropone da tempo uno schema consolidato, con una conduzione che oscilla tra l’emozione genuina e un copione troppo studiato. Tra ringraziamenti, lacrime spettacolari e videomessaggi, la trasmissione continua a essere percepita più come un monologo personale della conduttrice che come un programma televisivo. Vediamo i dettagli di questa puntata e i protagonisti coinvolti.

Mara venier e il copione di un’addio annunciato

La puntata del 18 maggio ha visto mara venier ripetere un copione ormai noto agli spettatori affezionati di domenica in. La conduttrice si è rivolta al marito nicola carraro con frasi cariche di emozione ma dal sapore prevedibile: “nicola, ti amo, sei la mia vita. ricominceremo e torneremo come prima”. Un dialogo che, più che suscitare sorpresa o coinvolgimento autentico, ha dato la sensazione di una sceneggiatura scritta a tavolino, quasi da telenovela. Il tutto condito con atmosfere in penombra, luci calde e un fazzoletto pronto, elementi ormai iconici di questi momenti ma che perdono efficacia per l’abitudine con cui sono proposti. La sequenza è parsa un rituale stagionale: parole d’addio che si trasformano presto in un arrivederci, lacrime e l’attesa di un ritorno annunciato da tempo.

Un rituale consolidato e una speranza trattenuta

La presenza di espressioni come “chi vivrà, vedrà” chiude la messinscena, lasciando intuire che il commiato non sarà definitivo e che la nuova stagione ci riserverà gli stessi toni. Non a caso, mara ha spesso utilizzato questa frase per calmare il pubblico e trattenere la speranza di una sua conferma in tv. Questo prologo di addio, ormai tradizione, sembra più una mossa per mantenere alta l’attenzione sui prossimi appuntamenti che un passo verso un reale distacco dal programma.

I videomessaggi e la sfilata di omaggi scontati

Un altro momento che ha catturato l’attenzione è stato quello dedicato ai videomessaggi degli ospiti vip. Nomi importanti come ranieri, arbore e mollica si sono alternati con parole di sostegno e inviti a restare al timone di domenica in. Tuttavia, queste testimonianze sono parse poco spontanee e molto uniformi nel tono. Le frasi “mara resta”, “mara torna” e “mara sei unica” si sono ripetute quasi come un copione parallelo. Questi messaggi, invece di arricchire il racconto con nuovi punti di vista, hanno contribuito a consolidare il cliché di una conduttrice insostituibile e al centro di un coro unanime di appoggio. Un coro che però rischia di isolare la trasmissione dal cambiamento, mantenendola ancorata a schemi già visti e talvolta criticati dagli spettatori.

Omaggi percepiti come rituale

Il pubblico ha manifestato un certo scetticismo verso questi omaggi, come se fossero parte di un rituale obbligato, più che di un affetto spontaneo. La sensazione è che ogni elemento sia stato calibrato per supportare mara venier nel suo ruolo, ribadendo una narrazione che fa della sua presenza l’asse portante del programma ormai ridotto a un seguito di emozioni ripetitive.

Il momento più criticato: jerry calà e la debolezza del varietà

La serata ha riservato anche un altro momento acceso di attenzione con l’intervento di jerry calà, ex marito di mara venier. Lo scambio di battute tra i due ha suscitato reazioni divise. Il dialogo ha osato spostarsi sul terreno dell’umorismo datato, con frecciatine che hanno inciso più sull’imbarazzo che sulla leggerezza. Mara ha ironizzato su generosità e “signorine”, mentre jerry ha risposto con battute sulle mance in ristoranti, una gag che ricordava qualche scena del passato televisivo ma senza la forza o la brillantezza di un copione ben scritto.

Uno siparietto poco riuscito

Questo siparietto, che molti hanno definito fuori luogo, è sembrato poco adatto all’odierna scena televisiva e lontano da un intrattenimento interessante. Invece di apportare freschezza, ha rafforzato l’idea di una trasmissione che si appoggia su momenti nostalgici e battute già sentite, con poco spazio per idee nuove o ospiti che portino realmente contenuti diversi. Per diversi spettatori, e questo si è riflettuto nelle reazioni sui social, questi segmenti hanno confermato un programma in stallo, schiavo di personaggi e meccanismi più adatti a un varietà di decenni fa.

Domenica in: un programma che si trasforma in un diario personale

La puntata ha chiuso una stagione con la conferma di una linea editoriale fortemente improntata sul racconto personale di mara venier. Domenica in sembra aver perso la sua identità originaria, diventando un contenitore sempre più simile a un diario in cui la conduttrice condivide emozioni, ricordi e scenari familiari. Questo ha diviso il pubblico tra chi continua a seguire per affetto e chi, invece, nutre crescente scetticismo.

Lo spazio dedicato a momenti di pianto o a confessioni intime ha assunto un peso tale da oscurare altre forme di intrattenimento o approfondimento, relegando il programma a una serie di esibizioni emotive spesso ripetitive. Il ritmo della trasmissione appare legato a puntelli strutturali fissi: la lacrima, il messaggio, lo scambio di battute nostalgiche. È difficile vedere, in questo contesto, nuove voci o iniziative che possano rinnovare il format e proporre contenuti più variegati.

La ripetizione come elemento chiave

La frase finale “chi vivrà, vedrà” sembra sintetizzare una situazione di stallo, con un futuro di domenica in che si annuncia sulla stessa linea. Il pubblico, infatti, osserva ormai con una certa consapevolezza che la trama di addii e ritorni proseguirà. E resta da capire se questa ripetizione sarà sufficiente a mantenere viva l’attenzione o rischierà di allontanare nuovi spettatori.