La miniserie Adolescence, recentemente approdata su Netflix, ha catturato l’attenzione del pubblico non solo per la sua trama avvincente, ma anche per la sua particolare tecnica di ripresa. La domanda che molti si pongono è se sia stata realmente girata in un unico piano sequenza. Questo articolo esplora i dettagli tecnici e creativi che hanno reso possibile questa scelta audace.
La tecnica del piano sequenza in Adolescence
Adolescence si distingue per la sua impressionante realizzazione tecnica, che si traduce in un lungo piano sequenza che accompagna lo spettatore attraverso le vicende di un ragazzo di 13 anni accusato dell’omicidio di una compagna di classe. La miniserie, composta da quattro episodi, offre un’esperienza immersiva che sembra non avere interruzioni. Tuttavia, la verità dietro questa apparente continuità è ben più complessa.
Il direttore della fotografia, Matthew Lewis, ha confermato che non ci sono stati tagli o montaggi tra le riprese. Ogni episodio è stato girato in un’unica sequenza, un’impresa che ha richiesto settimane di preparazione e prove. Ogni episodio ha richiesto tre settimane di lavoro, suddivise in fasi specifiche. Durante la prima settimana, gli attori hanno rivisitato ogni scena fino a memorizzarla. La seconda settimana è stata dedicata alla preparazione tecnica, dove la troupe ha lavorato come un puzzle per incastrare ogni elemento della produzione. La terza settimana ha visto la fusione di tutti gli aspetti artistici e tecnici per completare le riprese.
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La complessità della produzione
Il processo di produzione di Adolescence è stato caratterizzato da una pianificazione meticolosa. Non esisteva una lista di riprese da seguire, quindi il team ha mappato l’area di ripresa e studiato il movimento della telecamera. Lewis ha descritto il processo come una danza, evidenziando l’importanza della coordinazione tra attori e troupe.
Le scene sono state spesso riscritte per adattarsi alle location e alle esigenze tecniche, il che ha reso il lavoro ancora più complesso. Inizialmente, l’idea era di effettuare dieci riprese per episodio, ma la realtà ha imposto un approccio diverso. A volte, il team ha dovuto interrompere e ripartire, e in alcuni casi sono state necessarie fino a 16 riprese per completare un episodio. Netflix ha rivelato che i numeri delle riprese sono stati variabili: il primo episodio è stato girato durante la seconda ripresa, il secondo durante la tredicesima, e così via.
L’intento narrativo dietro il piano sequenza
La scelta di utilizzare un piano sequenza non è stata casuale. Il regista Philip Barantini ha spiegato che l’obiettivo era quello di creare un’esperienza immersiva per il pubblico, permettendo di vivere la storia in tempo reale, proprio come gli attori. Questa tecnica non solo aumenta la tensione, ma costringe lo spettatore a rimanere concentrato sulla narrazione, anche nei momenti di ansia o imbarazzo.
Barantini ha sottolineato che il piano sequenza non è adatto a tutti i generi, ma per Adolescence si è rivelato fondamentale per coinvolgere il pubblico in un’ora di pura immersione. La narrazione può saltare nel tempo, portando lo spettatore a dover interpretare gli eventi senza una guida esplicita.
Per gli attori, recitare in Adolescence ha rappresentato un’esperienza simile a quella teatrale, unendo le dinamiche del palcoscenico con quelle della televisione. Stephen Graham, co-ideatore e co-sceneggiatore della serie, ha descritto questo approccio come un matrimonio tra TV e teatro, evidenziando l’unicità di questa produzione.
Adolescence si conferma così un’opera innovativa, capace di fondere narrazione e tecnica in un’esperienza unica per gli spettatori.