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dedalus di gianluca manzetti: un revenge movie che smaschera il mondo degli influencer senza però decollare

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Il cinema contemporaneo sembra concentrarsi sempre più su certi archetipi, specie quelli legati ai nuovi protagonisti della società digitale come influencer e content creator. Dedalus, il secondo film diretto da gianluca manzetti e scritto da un team composto da vincenzo alfieri, nicola barnaba, roberto cipullo e francesco maria dominedò, si inserisce in questo filone con l’intento di mettere a nudo le contraddizioni di questi personaggi. Uscito nelle sale italiane dal 10 luglio 2025, il film prova a raccontare una storia distopica in cui la realtà social si trasforma in un gioco crudele di vendetta.

La trama di dedalus: sei influencer rinchiusi in una sfida pericolosa

Dedalus racconta la vicenda di sei influencer – michele, tiziana, leo, antonella, filippo e belinda – che vengono convocati per partecipare a un contest organizzato da una misteriosa agenzia durante la notte di capodanno. I protagonisti sono interpretati rispettivamente da luka zunic, matilde gioli, francesco russo, giulio beranek, giulia elettra gorietti e stella pecollo. Questi personaggi vivono immersi nel mondo dei social network; seguono ogni tendenza con lo smartphone sempre tra le mani e misurano il loro valore attraverso i follower.

Vengono portati in un castello isolato dove devono affrontare una serie crescente di prove invadenti che mettono a dura prova i loro limiti personali e morali. A dirigere questi giochi c’è una figura enigmatica vestita come steve jobs , che guida il gruppo verso situazioni via via più intime e pericolose. Nel corso della notte emerge un piano vendicativo che ribalta le parti tra vittime e carnefici.

Critica sociale attraverso l’immagine degli influencer

Dedalus si concentra sulla demistificazione del ruolo dell’influencer nella società moderna. Il film mostra come queste figure siano spesso schiave delle aspettative altrui o dei messaggi preconfezionati dai loro committenti pubblicitari: comunicano seguendo schemi imposti piuttosto che esprimere autenticità personale.

La pellicola sottolinea come questo mondo apparentemente glamour nasconda fragilità profonde ed esponga gli stessi protagonisti all’ostilità del pubblico online – fatto questo evidente nel modo in cui i personaggi reagiscono alle sfide proposte dalla trama. Si evidenzia così uno scenario polarizzato dove odio e divisione sono alimentate proprio dalle dinamiche create sui social media.

Manzetti sceglie uno stile visivo ispirato a format già noti come squid game o the cube; ambientando tutto all’interno di quella sorta d’escape room simbolica rappresentata dal castello isolato dove nessuno è al sicuro realmente dalla propria immagine costruita digitalmente.

Elementi tecnici tra atmosfera tesa e cast convincente

Dal punto tecnico Dedalus riesce ad offrire una buona atmosfera grazie alla scenografia curata da alessandro bigni ed ai costumi firmati giorgia maggi; l’ambiente freddo del castello contribuisce ad aumentare la tensione costante sullo schermo.

Il cast funziona bene nell’insieme: francesco russo conferma ancora una volta capacità recitative solide mentre matilde gioli interpreta con credibilità quel senso di trasformazione interiore richiesto dal ruolo della sua tiziana.

Nonostante ciò manca quel guizzo narrativo capace davvero catturare lo spettatore fino alla fine senza lasciarlo sospeso tra cliché prevedibili o momenti troppo diluiti nello sviluppo della storia stessa.

Limiti narrativi nonostante l’idea originale

L’aspetto più interessante resta comunque il rovesciamento delle parti tra vittima e carnefice ma questa svolta narrativa non riesce mai ad acquisire piena forza drammatica; rimane quasi confinata a semplice intermezzo anziché diventare motore centrale dell’intero racconto.

La scelta registica cerca sì soluzioni originali ma non spinge mai abbastanza oltre nella costruzione psicologica dei personaggi né approfondisce abbastanza le dinamiche interne del gruppo protagonista così polarizzato dall’ambiente sociale circostante quanto fragile nei rapporti umani reali fuori dalla rete digitale.

In definitiva Dedalus appare come un esperimento ben confezionato sul piano visivo ma bloccato su livelli narrativi mediocri. Il risultato è un’opera oscura, compressa, incastrata dentro temi attuali quanto complessi ma incapace davvero d’incidere o lasciare traccia significativa nel panorama cinematografico italiano contemporaneo.

Written by
Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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