La recente pubblicazione dei decreti correttivi sulla tax credit nel settore cinematografico italiano segna una svolta dopo mesi di tensioni e blocchi. Le modifiche mirano a risolvere alcune storture che avevano escluso molte società e paralizzato le maestranze da giugno 2023. Tuttavia, il futuro resta incerto tra esigenze politiche, difficoltà economiche e la necessità di tutelare i lavoratori.
La crisi della tax credit: esclusioni e immobilismo nel cinema italiano
Da giugno 2023 il comparto cinematografico in Italia ha vissuto una fase critica legata alle modifiche introdotte dal ministero della Cultura guidato allora da Gennaro Sangiuliano. Le nuove regole per l’accesso ai fondi pubblici hanno eliminato diverse società dalla lista dei richiedenti, creando un clima di paura tra le maestranze del settore audiovisivo. Il blocco delle attività ha avuto ripercussioni immediate sulle produzioni indipendenti e su molti professionisti che vivono grazie a questo lavoro.
Il problema è esploso in un contesto politico molto acceso dove spesso si sono sovrapposte polemiche ideologiche che hanno distolto l’attenzione dalle reali criticità del sistema. La situazione era diventata insostenibile tanto da spingere il comitato “Siamo ai titoli di coda”, formato da lavoratori del cinema, a chiedere con urgenza un confronto diretto con il ministero per trovare soluzioni concrete.
L’incontro decisivo con il ministero della cultura: partecipanti ed esiti
Il 6 giugno 2025 si è svolto finalmente l’incontro richiesto tra rappresentanti delle maestranze, produttori indipendenti e istituzioni culturali insieme al ministro Alessandro Giuli, al sottosegretario Lucia Borgonzoni e al direttore generale Nicola Borrelli. Tra gli intervenuti anche Dario Indelicato di “Siamo ai titoli di coda”, Andrea Occhipinti , Simonetta Amenta , Vittoria Puccini , Stefano Massenzi, Corrado Azzolini, lo sceneggiatore Stefano Rulli oltre agli attori Beppe Fiorello e Claudio Santamaria.
L’incontro ha avuto carattere ampio rispetto alle aspettative iniziali ed è stato accompagnato dalla pubblicazione immediata dei decreti correttivi volti a sanare alcune problematiche emerse negli ultimi mesi. Indelicato ha definito la riunione come un primo passo importante pur mantenendo critico il giudizio complessivo sul percorso ancora lungo davanti al settore.
Cosa prevedono i decreti correttivi approvati dal ministero?
Le correzioni apportate riguardano diversi aspetti chiave per migliorare trasparenza ed equità nell’erogazione dei fondi pubblici destinati al cinema italiano. In primo luogo viene prevista l’assunzione di nuovo personale nella direzione cinema per gestire meglio le pratiche legate alla tax credit evitando ritardi o errori amministrativi.
Viene inoltre stabilito un obbligo più rigoroso sulla tracciabilità delle spese sostenute durante le produzioni così da garantire maggiore controllo sull’utilizzo effettivo delle risorse pubbliche erogate alle imprese cinematografiche.
Un altro punto fondamentale riguarda la richiesta che chi beneficia dei contributi reinvesta parte degli importi in progetti considerati “difficili” come cortometraggi o opere prime/seconde poco finanziabili autonomamente; questo mira a sostenere produzioni dal basso budget spesso escluse dai circuiti tradizionali.
Per quanto riguarda i lavoratori vengono previsti rimborsi contributivi arretrati relativi agli anni 2024-25 accompagnati da bonus aggiuntivi oltre alla revisione dei parametri minimi necessari per maturare tali diritti contributivi annualmente riconosciuti nel settore audiovisivo.
Infine vengono rafforzati i controlli sui criteri d’accesso ai fondi introducendo sanzioni più severe nei casi irregolari; questa misura nasce anche dall’esigenza evidenziata recentemente dopo alcuni scandali come quello collegato all’incidente avvenuto nella villa Pamphili a Roma dove erano emersi sospetti su irregolarità nelle assegnazioni degli incentivi statali.
Quali sfide attendono ora il mondo del cinema italiano?
Nonostante questi segnali positivi resta evidente che non basta una serie di decreti correttivi ad assicurare stabilità duratura nel settore audiovisivo nazionale. Il dialogo aperto fra istituzioni, produttori, artisti e tecnici deve trasformarsi rapidamente in azioni concrete senza lasciare spazio ad ulteriori polemiche politiche o ideologiche.
Dario Indelicato ha fatto appello affinché venga istituito un osservatorio permanente capace di fornire dati precisi sull’indotto reale generato dall’intera filiera cinematografica italiana. Questo strumento sarebbe utile soprattutto per chiarire percezioni contrastanti circa lo stato effettivo del mercato, visto che molti operatori rilevano una crisi mentre altri sembrano meno preoccupati.
Inoltre pesa molto sulle prospettive future la calo degli investimenti esteri inclusi le piattaforme digitali in grado finora di garantire importanti flussi finanziari. Senza nuove strategie capaci di coinvolgere tutti gli attori della produzione – dalle grandi case fino alle piccole imprese autoriali e indipendenti – sarà difficile superare l’attuale impasse economica.
La strada verso una nuova stagione per il nostro cinema passa quindi attraverso impegni concreti e costanti confronti tra tutte le parti coinvolte, tenendo ben presente che dietro ogni decisione c’è il destino professionale di migliaia di lavoratori e creativi del nostro Paese.