Home Dark lines, la serie rai che unisce fumetto e live action per raccontare cold case italiani

Dark lines, la serie rai che unisce fumetto e live action per raccontare cold case italiani

RaiPlay presenta “Dark Lines – Delitti a matita”, una serie innovativa che unisce fumetto animato e live action per esplorare otto cold case italiani, sensibilizzando su femminicidi e violenza di genere.

Dark_lines%2C_la_serie_rai_che_u

"Dark Lines - Delitti a matita" è una serie di otto episodi su RaiPlay che racconta cold case italiani combinando fumetto animato e live action, con una narrazione emotiva e rispettosa affidata a Valentina Romani e Tito Faraci. - Unita.tv

La narrazione del true crime continua a dominare i media, ma difficilmente si trovano modi nuovi per raccontare storie già largamente trattate. RaiPlay rompe gli schemi presentando un hybrid project che combina il fumetto animato con immagini dal vivo per affrontare otto cold case italiani. Il risultato è una serie di otto episodi da circa trenta minuti ciascuno, usciti a maggio 2025, che raccontano delitti irrisolti con un approccio visivo e narrativo particolare, affidato a Tito Faraci e Valentina Romani.

Un progetto che mescola fumetto, animazione e live action nel racconto di cold case

Dark Lines – Delitti a matita parla di otto fatti di cronaca nera irrisolti, come i casi di Simonetta Cesaroni, Meredith Kercher, Chiara Poggi, Marta Russo, Serena Mollicone, Elisa Claps, Nada Cella e Melania Rea. La serie è divisa in due tranche di quattro episodi: i primi sono disponibili dal 22 maggio 2025 su RaiPlay, mentre gli altri dal 29 maggio. Dal 19 luglio, i capitoli verranno trasmessi anche in seconda serata su Rai2.

Questa serie nasce dall’idea di superare il modo convenzionale di raccontare i delitti. Si tratta di un mix tra live action e graphic novel animata. Il disegno entra in scena con l’intento di alleggerire la narrazione e introdurre un punto di vista che sfugge alla mera fotografia documentaria. Gli spettatori possono così vedere le ricostruzioni dei luoghi del delitto, le scene con le vittime disegnate, mantenendo allo stesso tempo un rigore nel rispetto dei fatti. L’uso del fumetto aiuta a contenere l’impatto emotivo delle scene più crude ma senza banalizzarle.

Il ruolo di valentina romani nella narrazione emotiva dei casi

Valentina Romani si incarica di dare voce a questo racconto, interpretando la narratrice che guida lo spettatore attraverso le storie complicate di donne vittime di violenza. Romani ha espresso quanto il lavoro sul set sia stato emotivamente impegnativo, tanto da dover fermare le riprese più volte per assorbire il coinvolgimento. La scelta è stata motivata dal desiderio di non lasciare le vittime in silenzio, anzi: il progetto punta a sensibilizzare soprattutto il pubblico giovane su temi attuali come i femminicidi e la violenza di genere.

L’attrice ha definito questa serie un punto di partenza, auspicando una seconda stagione e altri progetti che mischino generi diversi ma mantengano la stessa forza comunicativa. Nei dieci giorni di riprese, Valentina ha notato una maggiore attenzione anche tra gli uomini, segnando un possibile cambiamento culturale. Le sue parole sottolineano il peso che ha avuto interpretare donne che erano mogli, madri e sorelle, e l’importanza di far conoscere queste storie per ricordare che il silenzio non deve essere complice.

L’esperienza di tito faraci nella fusione tra graphic novel e racconto crime

Tito Faraci, autore e sceneggiatore del fumetto animato, spiega che il disegno è da sempre uno strumento nel mondo del crime. Dagli identikit alle ricostruzioni processuali, il disegno ha una precisione e un pudore che la fotografia spesso non ha. Il graphic novel ha permesso di introdurre un punto di vista soggettivo e riflessivo nel racconto, grazie alla collaborazione con il disegnatore Lelio Bonaccorso, che ha lavorato sulle inquadrature basandosi sulle indicazioni di Faraci.

Il progetto è stato in lavorazione per più di un anno. L’idea di fondere live action e fumetto animato è nata quasi per gioco, ma si è rivelata una formula efficace. Faraci ha sottolineato che la possibilità di cancellare visivamente i sospetti non più indagati ha dato al racconto una chiarezza che il solo video non permetterebbe.

Il lavoro ha richiesto una particolare attenzione alla scena del crimine, tenendo conto della difficoltà nell’affrontare racconti violenti mantenendo il rispetto per le vittime. Faraci ha raccontato che raccontare tutta la storia con una sola immagine è possibile e ogni episodio ha dovuto mettere a punto un ritmo preciso, soprattutto il primo, che doveva definire il tono per tutti gli altri.

Uno sguardo dietro le quinte: scrittura, regia e equilibrio tra linguaggi

Il team dietro Dark Lines si compone di Tito Faraci, Giovanni Filippetto e Ivan Russo, che hanno scritto la sceneggiatura. L’obiettivo è stato quello di costruire un racconto che unisse tradizione e modernità, distante dai classici programmi di cronaca nera. Qui non ci sono attori tradizionali nei ruoli delle vittime o dei sospetti, bensì la narrativa si muove su un confine tra documentario e interpretazione, facendo emergere contenuti emotivi senza rinunciare alla precisione dei fatti.

La durata breve degli episodi aiuta a concentrarsi su momenti chiave senza entrare nei dettagli troppo tecnici. Il regista Giacomo Talamini ha svolto il ruolo di collegamento tra le due anime dello show: la parte live action, guidata da Valentina Romani, e l’animazione del fumetto. Ha lavorato per mantenere un equilibrio tra i due linguaggi, evitando un registro didascalico e trasformando gli ambienti di scena in spazi tridimensionali ricchi di dettagli.

Le riprese e la post-produzione hanno richiesto un grande sforzo da parte di tutti, in particolare del disegnatore Lelio Bonaccorso, che ha lavorato a stretto contatto con la fotografia originale. La scelta di passare dal racconto fotografico al fumettistico si è rivelata decisiva per offrire un’interpretazione nuova e rispettosa dei casi, valorizzando gli aspetti emotivi senza banalizzare o spettacolarizzare il dolore.

Dark Lines si propone quindi come un esperimento narrativo che vuole mettere in luce storie tragiche italiane con un linguaggio visivo misto e una voce narrante che guida il pubblico tra ricostruzioni animate e immagini reali, puntando su sensibilità e rigore.