Il mondo del cinema è spesso caratterizzato da connessioni sorprendenti tra generi e stili diversi. Un esempio emblematico è rappresentato dall’incontro tra Dario Argento, maestro dell’horror italiano, e Disney, simbolo delle fiabe per bambini. Nonostante le loro differenze, entrambi condividono una particolare fascinazione per le streghe, un tema che ha ispirato opere iconiche. In questo articolo, esploreremo come il film “Suspiria” del 1977, considerato un capolavoro dell’horror, sia stato influenzato dall’estetica di “Biancaneve e i sette nani“.
Suspiria: un capolavoro dell’horror italiano
“Suspiria” è un film che ha segnato un’epoca nel panorama cinematografico italiano. Diretto da Dario Argento, il film è diventato un punto di riferimento per gli amanti del genere horror grazie alla sua estetica unica e alla colonna sonora inquietante realizzata dai Goblin. La trama ruota attorno a Suzy Bannion, una giovane ballerina che si trasferisce a Friburgo per studiare danza in una prestigiosa accademia, solo per scoprire che il luogo nasconde segreti oscuri e una congrega di streghe. L’atmosfera onirica e psichedelica del film è stata realizzata attraverso l’uso di colori vivaci e luci straordinarie, creando una sensazione di sogno e incubo che pervade ogni fotogramma.
Argento e il suo direttore della fotografia, Luciano Tovoli, hanno voluto ricreare un’estetica che richiamasse i cartoni animati, in particolare quelli prodotti da Disney. La scelta di tonalità accese e innaturali, come il rosa, il rosso e il blu, ha contribuito a dare vita a un mondo visivo che si distacca dalla realtà, rendendo “Suspiria” un’esperienza visiva unica. Argento stesso ha affermato che il Technicolor, utilizzato nel film, mancava di sfumature tenui, il che lo ha spinto a cercare ispirazione nei cartoni animati, in particolare in “Biancaneve“.
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L’influenza delle fiabe nel film
L’ambientazione di “Suspiria” a Friburgo evoca le fiabe dei fratelli Grimm, creando un legame tra il film e le storie classiche che hanno segnato l’infanzia di molti. La trama di “Suspiria” presenta elementi simili a quelli di “Biancaneve“, dove una giovane ragazza si trova catapultata in un mondo incantato e pericoloso. Suzy Bannion, proprio come Biancaneve, si trova a dover affrontare forze oscure che si celano dietro una facciata elegante. La figura della strega è centrale in entrambe le narrazioni, ma con una differenza sostanziale: mentre Disney ha reso le streghe figure arcigne e temibili, Argento le ha rappresentate come creature affascinanti e mortali, privandole della loro aura di immortalità.
Nel film, Suzy non ha bisogno di un principe azzurro per salvarsi; la sua forza e determinazione la portano a scoprire la verità e a combattere contro le forze del male. Questa rappresentazione di una protagonista forte e indipendente è un elemento distintivo che differenzia “Suspiria” dalle tradizionali fiabe Disney, dove il salvataggio è spesso affidato a un eroe maschile.
La critica al remake di Luca Guadagnino
Dario Argento ha espresso il suo disappunto riguardo al remake di “Suspiria” realizzato da Luca Guadagnino. Inizialmente, il progetto si presentava come ambizioso, con l’intenzione di ambientare la storia in cinque epoche diverse. Tuttavia, Argento ha ritenuto che il remake non fosse all’altezza dell’originale, evidenziando come la magia e l’atmosfera uniche del suo film non potessero essere replicate. La critica al remake sottolinea l’importanza di preservare l’essenza di un’opera che ha segnato la storia del cinema horror, mantenendo viva la memoria di un capolavoro che ha influenzato generazioni di cineasti e appassionati.
In sintesi, il legame tra Dario Argento e Disney, sebbene inaspettato, rivela come le streghe possano essere interpretate in modi diversi, da figure temute a simboli di forza e indipendenza. “Suspiria” rimane un esempio di come l’arte cinematografica possa attingere a fonti diverse, creando opere che sfidano le convenzioni e lasciano un’impronta duratura nella cultura popolare.