Bring Her Back arriva in Italia il 30 luglio
Nel panorama dell’horror che si sta evolvendo, Danny e Michael Philippou si fanno notare per un approccio diverso. Lontani dai soliti spaventi facili, i due fratelli registi australiani puntano su tensioni psicologiche intense. Il loro nuovo film, Bring Her Back, racconta il lutto e il dolore con un carico di suspense e atmosfere cinematografiche suggestive. Dopo il successo di Talk to Me, tornano nelle nostre sale dal 30 luglio con un horror che fa leva sull’emozione e la mente.
Il dolore che guida la storia di Bring Her Back
L’incontro via virtual junket con Danny e Michael Philippou ci ha aperto una finestra diretta sul cuore del loro film. Bring Her Back parte proprio dal lutto, una ferita profonda che segna i personaggi. Per Danny, l’horror è un modo per dare voce a emozioni forti, difficili da controllare o esprimere. Il dolore diventa così una forza catartica, resa palpabile dalle immagini e dalla tensione che cresce.
Michael mette in luce un altro aspetto: il legame tra dolore e amore. Non è solo sofferenza, ma anche quanto si può arrivare a fare per amore, anche se questo lascia ferite aperte. La storia si muove tra diversi tipi di affetto: l’amore materno di Laura per la figlia scomparsa, il rapporto complicato tra Andy e Piper, fino ai sentimenti contrastanti del padre. Questa rete di emozioni intensifica la tensione e fa del film uno specchio delle contraddizioni umane messe alla prova.
L’eredità dell’horror classico in Bring Her Back
La trama segue due fratelli, Billy Barratt e Sora Wong, coinvolti in un oscuro rituale dopo aver trovato rifugio nella casa della loro tutrice Laura, interpretata da Sally Hawkins. Il film si ispira a grandi classici e titoli d’autore, ma conserva una voce ben personale. I Philippou citano film come Psycho, Psycho Biddy, Hush… Hush, Sweet Charlotte e L’Esorcista. Questi riferimenti si sentono nelle atmosfere claustrofobiche e nella tensione che non dà tregua.
La sceneggiatura e la regia preferiscono il disagio sottile all’effetto shock. Non c’è spazio per l’horror banale: si cerca una suspense più raffinata. Mescolando gotico americano e horror psicologico, i fratelli vanno a fondo nella paura, scavando nelle sue radici più nascoste.
L’acqua, simbolo di dolore e presenza costante
L’acqua è un elemento chiave nel film, sia come immagine che come tema. Sally Hawkins si confronta di nuovo con questo simbolo, già centrale in The Shape of Water. Nel racconto, l’acqua rappresenta emozioni contrastanti e segna momenti cruciali: Laura ha perso la figlia in piscina durante un giorno di pioggia, mentre Andy ha perso il padre sotto la doccia. Così, l’acqua diventa doppia: può calmare o minacciare.
I Philippou raccontano che girare le scene con l’acqua è stata una sfida, ma anche un elemento fondamentale per la storia. Il suono e le immagini dell’acqua seguono le emozioni dei personaggi, che cambiano di scena in scena. La piscina vuota, che compare nel film, è un simbolo potente del vuoto dentro Laura dopo la perdita, un’immagine che lega l’ambiente allo stato d’animo.
Dietro la macchina da presa: paure, fragilità e il peso del giudizio
Nel confronto con i registi emergono paure molto personali. Danny parla di una tragedia che li ha segnati: la morte di un’amica a 23 anni. Un evento che fa sentire tutta la fragilità e la mortalità che li accompagnano e che influisce sul loro lavoro. Raccontare la morte sullo schermo è un atto che scava dentro, lasciandoli esposti davanti al pubblico.
Quello che spaventa di più è il giudizio degli spettatori, non solo sul lato artistico, ma anche sulle loro scelte personali, sul loro aspetto o sulle idee che portano sullo schermo. Michael sottolinea quanto sia importante essere accettati, un bisogno umano universale. Aprire le porte della psiche, soprattutto con un genere come l’horror che spesso sfida tabù, significa mettersi in gioco e rischiare critiche dure.
Bring Her Back è un passo decisivo per i Philippou. Con questo film confermano di saper raccontare la paura con sensibilità e rigore, senza mai perdere di vista le emozioni profonde che stanno dietro ogni storia di terrore.
Ultimo aggiornamento il 27 Luglio 2025 da Andrea Ricci